Nonnas: Invero, è una deliziosa commedia a base di cucina pepata e arzilla fra “vecchie” galline non fan soltanto buon brodo in una ben condita storia svagata di matrice culinaria, incentrata su uno chef d’eccezione gustosamente accompagnato da cibi succulenti e veterane grandi attrici attempate ma straripanti e dalla bravura così succosa da leccarsi i baffi.
Oggi recensiamo il godibile film Nonnas, distribuito su Netflix lo scorso 9 maggio. Ahinoi, ai più passato inosservato e dunque poco visto, tantomeno “pubblicizzato”. Come spiegheremo nella nostra recensoria disamina a venire, schietta e ruspante, a noi Nonnas è piaciuto tanto e dunque non comprendiamo affatto le ragioni per cui invece è stato abbastanza snobbato e rimasto piuttosto “invisibile”. Lo recuperiamo quindi subito e prontamente, dicendovi quanto segue…
Candidato come Outstanding Television Movie ai prossimi prestigiosi Emmy Awards, Nonnas dura un’ora e cinquantuno minuti imbastiti inizialmente a fuoco lento che poi montano ed “esplodono” a mo’ d’una pentola a pressione dal ritmo scoppiettante, avvince e perfino commuove in virtù del suo sapore dolcemente naïf caldo e croccante come un soufflé amabile ed è, ribadiamo, una buona comedy infarcita di variegati ingredienti e squisiti elementi esilaranti che si beve tutta d’un fiato come un Prosecco dei più frizzanti.
Perciò, come mai risultò indigesta alla critica, specialmente nostrana, per cui passò sotto silenzio, a differenza di quella d’oltreoceano che, premettiamo per dovere di franchezza, pur non “imbrodandola” e non unanimemente lodandola, in larga parte altresì l’apprezzò, tant’è che riscontra la forse non interamente lusinghiera ma comunque soddisfacente media recensoria equivalente al 57% d’opinioni favorevoli su metacritic.com?
Nonnas è una pellicola diretta da Stephen Chbosky, regista in crescita e sperimentatore valente capace di sfornare “pietanze” a base di celluloide raffinata, sceneggiata in forma originale da Liz Maccie e basata sul soggetto, reale ma ovviamente ivi un po’ romanzato per esigenze cinematografiche d’adattamento, del vero cuoco Jody Scaravella.
Il quale a sua volta quivi diventa Joe, però dall’identico cognome, ovviamente ci riferiamo al fittizio personaggio di tal pochade imperdibile, incarnato dal parimenti sempre più versatile e sorprendente Vince Vaughn (Freaky, True Detective 2), ancora una volta capace di stupirci, cesellando infatti una prova degna di nota e creando una caratterizzazione indimenticabile ed entusiasmante, avendovi infuso cuore pulsante e gran emotiva partecipazione sentita di tutto valore, sotto ogni punto di vista, corpulento…
Trama, riassuntavi veramente, sinteticamente nei suoi tratti più salati, no, salienti per non rovinarvene le sorprese affinché possiate ingoiarla scioltamente e metaforicamente inghiottirla senza che, a causa di spoiler più disturbanti d’un improvviso rutto pernicioso, non possa esser da voi giustamente degustata e deglutita con giocosità e curiosità appetitose…
Joe (Vaughn) è un insoddisfatto ma onesto lavoratore d’una compagnia di trasporti pubblici che da poco ha perso l’amorevole madre, ex cuoca di Little Italy. Il quale vive da ingrigito single patetico in un ameno appartamentino newyorkese, trascorrendo pigramente le sue monotone giornate in modo assai triste e inutile.
Per di più, in seguito alla dipartita della sua “beatificata” genitrice, è precipitato in una preoccupante, depressiva crisi esistenziale delle più sconsolanti.
Un giorno, durante una sua incursione in quel di Staten Island, avvista un locale dismesso e decide di comprarlo su due piedi, adibendolo, con l’aiuto del suo fidatissimo miglior amico Bruno (Joe Manganiello) e il conforto morale della moglie di quest’ultimo, Stella (Drea de Matteo) a pittoresca trattoria dell’entroterra della località suddetta. Inoltre, gli sovviene la balzana, chissà se vincente idea, d’assoldare come cuoche delle donne “nonne”.
Gli americani le definirebbero simpaticamente grannies. Rispettivamente rispondono ai nomi della siciliana Roberta (un’irriconoscibile ma perfetta Lorraine Bracco, Quei bravi ragazzi), orgogliosa siciliana specializzata nella capuzzella, la vedova di origini nientepopodimeno che bolognesi, Antonella (Brenda Vaccaro), l’ex suora Teresa (Talia Shire) e infine l’affezionatagli parrucchiera con strepitose doti da pasticcera, Gia (Susan Sarandon, La frode).
Nel frattempo, Joe ha casualmente rincontrato la sua indimenticata amica, forse non solamente tale, di liceo, di nome Olivia (Linda Cardellini, The Founder), anch’ella reduce da un potente lutto, ovvero la recente scomparsa del marito. Riscatterà fra loro due qualcosa di bellamente sentimentale?
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Cosa funziona in Nonnas
Tiepido, calibrato, Nonnas sa alternare con brio e giammai insipida tenerezza, invece corposa e soffice, diluita a intimistica pacatezza limpida, le sequenze spassose più ilari, sebbene talvolta pacchiane e leggermente stereotipate in merito agli italoamericani, al solito abbozzati alla bell’e meglio, al romanticismo struggente ed evocativo atmosfere e sensazioni umanamente autentiche, distinguendosi per la sua fotografia languidamente superba, incedendo insistentemente, sì, con sovrabbondanti, ridondanti scorci paesaggistici in irritante formato “cartolina” sia estetizzanti che banali, allo stesso tempo scorre senza un sol attimo di tregua per tutte le sue digeribilissime due ore circa di durata che si sciolgono in bocca, no, ci “squagliano” alla pari d’un cioccolatino romantico e dessert da cena romantica.
Non annoiando un sol istante, anzi, incollandoci allo schermo imperituramente, sovente per di più stupefacendoci perennemente. Merito, soprattutto, rimarchiamo ancora, d’un Vaughn da applausi a scena aperta e d’un corale cast eterogeneo che non sbaglia una sola tempistica nelle battute più pungenti, caustiche, financo malinconicamente suadenti.

Perché non guardare Nonnas
Nonnas, dopo una prima ora veramente travolgente, vagamente si perde nella sua parte centrale, obiettivamente lenta e negativamente melodrammatica, oltre che scontata, ma sa riprendersi nel finale festoso e col botto con tanto di spumoso champagne e nostro chapeau complimentoso.
Forse è un film prevedibile e buonista ma distillatoci da Chbosky con sapiente classe affinché i palati più fini dei migliori gourmet cinefili ne potessero e possano, come successo a noi, apprezzar il sapor lieve e profondo, aromatico e adorabile.
In conclusione: Nonnas, malgrado ecceda talvolta in alcune stucchevoli melensaggini retoriche e strabordi di qualche luogo comune folcloristico e “programmatico”, è una garbata commedia estremamente gustosa, (in)saporita con la spezia e la mano esperta d’una Hollywood brillantemente prelibata! Eh già. Ciò non lo si può negar ed è quindi una pellicola tutta da assaporar! Nonnas è una buona specialità, un film di qualità!
Ah, stavamo per dimenticarcene: colonna sonora delicata e da brividi firmata Marcelo Zarvos (The Good Shepherd) e pezzi storici, straordinari che spaziano dalle nostre italianissime Rita Pavone & Nilla Pizzi sin ad arrivare alla magnifica, sempiterna The Lady in Red di Chris de Burgh.
Disponibile dal 9 Maggio su Netflix.
Regia: Stephen Chbosky Cast: Vince Vaughn, Lorraine Bracco, Talia Shire, Brenda Vaccaro, Susan Sarandon, Linda Cardellini, Joe Manganiello Anno: 2025 Durata: 114 min. Paese: Stati Uniti Distribuzione: Netflix
Hollywood non riesce più a realizzare commedie brillanti convincenti.
Grazie!!
Recensione talmente succulenta che mi ha fatto venir voglia di guardare il film!!
👏🏻👏🏻 👏🏻