In un solo quarto d’ora ci sono una disgregazione familiare, una ritrovata coscienza e consapevolezza di sé, la senilità e il rimpianto. Piccolo pregevole lavoro. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019 .
Alla morte della moglie, Pietro, 70 anni, ha messo tra sé e il mondo un muro di silenzio, a partire dai figli Alex e Monica, già adulti. Dopo il tentativo di Cesare, dottore di famiglia, di rinchiudere Pietro in una casa di riposo da lui gestita, Monica abbandona la casa paterna, lasciando Alex solo con il padre dopo moltissimo tempo.
Cosa funziona in Il muro tra di noi
Il muro tra di noi racchiude in un solo quarto d’ora una molteplicità di tematiche davvero complessa e disparata. Sintesi anche narrativa in senso stretto, in grado di darci – grazie a un pugno di scambi di battute – il quadro completo di un dramma familiare durato anni e anni antecedenti il presente della storia narrata.
Perché non guardare Il muro tra di noi
Il muro tra di noi è in parte compromesso da una recitazione spesso sopra le righe, artificiosa e non sempre convincente.
Un buon corto, un’idea non magari originale ma sicuramente in grado di far breccia nella sensibilità di chi guarda. Un racconto che cresce piano piano, che progressivamente si carica di significato e contenuto fino a un finale bellissimo, con Ivano Marescotti che guarda il figlio dalla finestra e parlando(gli) senza – forse – essere sentito.