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Warfare – Tempo di guerra -Quando la realtà ti spara addosso – Recensione

Warfare – Tempo di guerra: Se pensi che la guerra sia come in Call of Duty, qui ti ritrovi senza joystick e con la paura che ti cola nella mimetica.

🎖️ Trama

19 novembre 2006, Iraq. Un plotone di giovani Navy SEAL americani, guidati da chi la guerra l’ha vista davvero (cioè Ray Mendoza), si ritrova chiuso in una casa a Ramadi. Niente bandiere che sventolano, niente discorsi motivazionali: solo la tensione, la paura che ti si attacca addosso come la sabbia nel deserto, e il rumore sordo di chi spera solo di arrivare a domani. Il film, scritto e diretto da Alex Garland e Ray Mendoza, prende la realtà, la strizza e la spiaccica sullo schermo senza filtri, seguendo i ricordi veri di chi c’era davvero.

“Siamo qui per portare la democrazia. Ma la democrazia sembra aver perso il GPS.”

💣 Cosa funziona in Warfare – Tempo di guerra

Altro che Lone Survivor qui la guerra non è uno spettacolo pirotecnico, ma una trappola claustrofobica dove la paura si taglia con il coltello (e non è detto che tu abbia il coltello giusto).

La camera ti incolla addosso, ti fa sentire il sudore, il tremore, il panico. “Senti questo fischio? Non è una notifica, sono proiettili.”

I protagonisti sono giovani inesperti, mandati al macello. “Quando ti dicono che la guerra ti fa crescere, non specificano che puoi anche non arrivarci, a crescere.”

Il ritmo è quello di chi sa che ogni secondo può essere l’ultimo. “Qui il tempo non passa: ti schiaccia.”

Garland e Mendoza fanno un’operazione forense sulla guerra, senza retorica, senza giudizi, solo la cruda verità. “La guerra non è un film. E se lo è, non è quello che vorresti vedere a Natale con la nonna.”

🚫 Perché non guardare Warfare – Tempo di guerra

Se cerchi l’intrattenimento da pop-corn, le battute da caserma e gli stunt che ti fanno sentire invincibile per due ore, qui rischi la delusione. Nessuno fa il supereroe: qui si sopravvive, se va bene, e si piange, se va male. “Qui non si vince: si sopravvive. Forse.”

“Il piano è semplice: entriamo, sopravviviamo e poi ci lamentiamo a vita con lo psicologo.”

📦 Box: I migliori film di guerra ambientati in Medio Oriente

Quando si parla di guerra in Medio Oriente, il cinema ci ha regalato viaggi che sono tutto fuorché lineari. Non esistono buoni e cattivi scolpiti nella pietra, ma piuttosto una tavolozza di grigi che va dal fango delle trincee alle sabbie mobili delle coscienze. Basti pensare a The Hurt Locker, dove la tensione è una bomba pronta a esplodere dentro e fuori il protagonista, o a Lone Survivor, che trasforma la sopravvivenza in una roulette russa morale. Con American Sniper la guerra si fa personale, quasi domestica, mentre Mosul ci trascina nel caos urbano dove ogni vicolo può essere una trappola. Syriana invece scompone il conflitto in mille frammenti geopolitici, e Restrepo ci mette letteralmente in trincea, senza filtri, a condividere la paura e la fatica dei soldati. E se pensi che la guerra sia solo questione di proiettili e onore, questi film ti faranno capire che, in realtà, è soprattutto una lotta per non perdere se stessi.

📦 Box: Classici vs. realismo di Warfare – Tempo di guerra

Dimentica i vecchi film di guerra dove ogni soldato aveva il suo momento di gloria, la retorica scorreva a fiumi e le esplosioni sembravano coreografie di Broadway. Warfare – Tempo di guerra prende tutto questo e lo ribalta con la grazia di un Navy SEAL che sfonda una porta: qui non ci sono eroi da poster, ma solo giovani uomini che cercano di sopravvivere a una realtà che non fa sconti. La spettacolarità lascia il posto a una camera a mano che non ti dà tregua, il ritmo non è quello delle montagne russe ma quello dell’attesa, della paranoia, del respiro trattenuto. Il messaggio non è più “gloria e patria”, ma “trauma e paura”, e la morale finale non promette che andrà tutto bene: al massimo, puoi sperare di vedere l’alba del giorno dopo. In questo senso, Warfare è più vicino a una seduta di terapia che a una parata militare – e forse è proprio questo il suo colpo di genio.

🏅 Conclusione

Warfare – Tempo di guerra è il film che ti fa ringraziare di non essere mai stato spedito in missione. Garland e Mendoza ti buttano nel fango, ti fanno sentire il sangue che pulsa nelle orecchie e ti ricordano che la guerra, quella vera, non ha bisogno di effetti speciali: basta la realtà. Un’esperienza che non ti fa uscire dal cinema con la voglia di arruolarti, ma con quella di abbracciare chiunque sia tornato a casa.

Al cinema dal 21 Agosto con I Wonder Pictures.

Regia: Alex Garland, Ray Mendoza Con: D’Pharaoh Woon‑A‑Tai, Will Poulter, Joseph Quinn, Kit Connor, Cosmo Jarvis, Charles Melton, Finn Bennett, Noah Centineo Anno: 2025 Durata: 95 min Paese: USA / Regno Unito Distribuzione: I Wonder Pictures

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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