Tre Amiche: Emmanuel Mouret racconta l’amicizia per portarci altrove: nel cuore contraddittorio dell’amore spietato, intimo, vero. E ci riesce con la grazia leggera di un film di Woody Allen.
A Lione, tra la città e la campagna, in un autunno avvolgente, tre donne, legate da un’amicizia, esplorano l’amore, ciascuna con la propria sensibilità.
Joan è un’insegnante che decide di lasciare il marito, Alice è una moglie razionale convinta che la stabilità conti più della passione, e Rebecca, artista libera e impulsiva, sceglie relazioni segrete… anche con l’uomo sbagliato.
Un’amicizia, tre visioni dell’amore, e un equilibrio pronto a crollare al primo colpo di scena.

Cosa funziona in Tre Amiche
Emmanuel Mouret (Una Relazione Passeggera) ci racconta l’amore senza artifici, senza morali imposte, ma con una sincerità disarmante. La visione di Tre Amiche ci accompagna dentro tre storie che, pur nella loro singolarità, parlano a tutti.
Ognuno di noi può riconoscersi in Joan, Alice o Rebecca, oppure no, ma ciò che resta è una riflessione viva e autentica sul sentimento più misterioso e travolgente che ci accomuna: l’amore. Un sentimento che ci espone, ci contraddice, ci stimola. Che, alla fine, tocca l’anima.
L’interpretazione impeccabile ci regala il gusto della verità. Le tre protagoniste, interpretate con sorprendente intensità da Camille Cottin, Sara Forestier e India Hair non cercano risposte comuni. Ognuna racconta, vive e giustifica l’amore a modo suo. Una lo idealizza, un’altra lo consuma, un’altra ancora lo tradisce. E quando una di loro rompe la fiducia, lo spettatore capisce che in questa storia non esistono “buone” e “cattive”: esistono solo donne reali, fragili, lucide, capaci di gesti splendidi e meschini. Come tutti.
Efficace la scelta di inserire la voce fuori campo: è quella di Victor (Vincent Macaigne), protagonista coinvolto nella storia ma con lo sguardo distanziato, che ci racconta ciò che accade da dentro e da fuori.
Un punto di vista intimo e lucido, che offre una doppia visione, vissuta e osservata, che garantisce allo spettatore di non perdere nessun dettaglio, nemmeno quelli più sottili.
Mouret firma una commedia solo in superficie. In realtà è una dissezione brillante del desiderio, del bisogno di essere amate, e del modo in cui ogni donna, ogni persona, si racconta una storia per “sopravvivere” all’amore. Non c’è giudizio. Solo la vita, raccontata con lo stile raffinato e tagliente che da sempre contraddistingue il regista.
Tra dialoghi scritti con precisione chirurgica, momenti di verità scomoda e una regia elegante che lascia spazio ai personaggi, Trois amies (nel suo dolce suono del titolo originale) è un film che non cerca di piacere a tutti. E proprio per questo colpisce nel segno.
Ciò che rimane, a livello riflessivo, è che l’amore resta un’esperienza personale, mutevole, mai uguale per nessuno. Ognuno di noi lo idealizza, lo rincorre, lo interpreta a modo suo — e poi la vita lo trasforma. È proprio in questa trasformazione che, forse, scopriamo qualcosa in più su noi stessi. E questa è la bellezza più grande. Questo è il pensiero che ti accompagna all’uscita dalla sala…

Perché non guardare Tre Amiche
Se proprio dovessi trovare una mancanza, direi: la musica. Non c’è una vera colonna sonora che accompagni o amplifichi le emozioni delle protagoniste. E forse è una scelta voluta. Ma da spettatrice profondamente legata al potere della musica, ne ho sentito la mancanza.
A ben vedere, Tre Amiche sembra affidare l’emotività non alle note, ma alle interpretazioni: sono gli sguardi, le esitazioni, le parole sospese delle attrici a diventare la vera colonna sonora del film. Una scelta sottile, quasi teatrale.
Resta comunque una piccola nostalgia personale: quella per una melodia che avrebbe potuto far vibrare ancora di più certi momenti. Ma forse, e lo dico con affetto, in questo film non ce n’era davvero bisogno.
Curiosità
Mouret ha dichiarato di aver voluto una regia che mescolasse gravità e leggerezza, ispirandosi a registi classici come Wilder e McCarey, per passare agilmente dal dramma al sorriso, senza mai cadere nel melodramma banale .
Da Venezia a Rotterdam, il film ha debuttato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 (81ª edizione), e ha continuato il suo viaggio festivo al Festival di Rotterdam nella sezione Limelight nel febbraio 2025 .
Uscirà nelle sale italiane il 19 giugno 2025, distribuito da Lucky Red.
Regia: Emmanuel Mouret Con: India Hair, Camille Cottin, Sara Forestier, Damien Bonnard, Vincent Macaigne, Eric Caravaca Anno: 2024 Durata: 117 min. Paese: Francia Distribuzione: Lucky Red