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Tin Soldier – Recensione del film con Scott Eastwood, Jamie Foxx e Robert De Niro

Tin Soldier: Ogni guerra è sporca e imbratta i cuori ma quelli innamorati vinceranno ogni cinica, cruda battaglia.

Oggi recensiamo un film inaspettatamente uscito negli scorsi giorni, direttamente in streaming su Amazon Prime, dunque distribuito un po’ a sorpresa e senz’esser preventivamente annunciato con un trailer, perfino quest’ultimo sol adesso disponibile sulla piattaforma suddetta, ovverosia Tin Soldier, rimasto invariato nel suo titolo non tradotto. Traducibile invece letteralmente in soldatino.

Opus di un’ora e ventisei minuti netti, abbastanza scorrevoli e adrenalinici, sebbene d’una banalità sconcertante eppur al contempo non irritante, diretto da Brad Furman (The Lincoln lawyer) e da lui stesso sceneggiato assieme a Pablo F. Fenjves & Jess Fuerst, Tin Soldier s’avvale d’un nutrito, eterogeneo cast di nomi pregiati e internazionali su cui svettano le presenze di Scott Eastwood (Suicide Squad), d’un rabbioso e nerboruto Jamie Foxx (Django Unchained, Collateral) e d’un roccioso e barbuto, immarcescibile Robert De Niro (Killer Elite, Wash Me in the River).

Eccone la trama, da noi molto riassuntavi in forma striminzita per evitarvi spoiler impropri e alla visione deleteri, anzi, semplicemente da IMDb trascrittavi testualmente in quanto c’appare, giustappunto e giustamente, concisa e consona ad evitarvi rivelazioni inadeguate. Sottostante apporteremo e aggiungeremo alcune nostre precisazioni però indispensabili.

Il Bokushi offre un programma per veterani di combattimento statunitensi che cercano il loro scopo. Ora il governo è preoccupato per la rapida ascesa di questi Shinja ben armati, altamente addestrati ed eternamente devoti.

Bokushi altri non è che l’appellativo con cui s’è auto ribattezzato Leon K. Prudhomme (Foxx), un ex militare che, in seguito all’alienante disordine mentale post-traumatico patito per colpa della guerra, ribellatosi ai suoi caporali da “disertore” anomalo, capeggia ora un team speciale di uomini parimenti “scossi” nell’animo e  scelti da (ri)programmare, se preferite, una sorta di fedelissima setta oscura che lo venera e ne osserva rigidamente gli insegnamenti impartiti con dittatoriale e ricattatoria crudeltà contro chi, semmai, lo tradirà, venendo vilmente meno agli accordi della squadra di “svitati”.

Un suo commilitone, più propriamente forse meglio descriverlo come strenuo seguace e beniamino, di nome Nash Cavanaugh (Eastwood), a sua volta fuggito dalla zona d’addestramento retta da nientepopodimeno che Bokushi, con l’allieva Evoli Carmichael (Nora Arnezeder), di costei innamoratosene e felicemente contraccambiato, vaga or disperato per le notturne e malfamate strade d’America poiché convinto che Evoli sia morta annegata per colpa sua (non vi riveleremo, ovviamente, altro).

Al che, Nash vien segretamente contattato dal coriaceo e attempato, eppur saggio ed “oracolistico” Emmanuel Ashburn (un De Niro tutto d’un pezzo che compare fantasmaticamente come guest star carismatica e poi lentamente, in modo irrazionale, s’eclissa e sparisce di punto in bianco senza lasciar traccia), il quale gli recapita una lettera che, con ogni probabilità, fu scritta da Evoli, dunque attesterebbe l’incontrovertibile fatto per cui Evoli sarebbe sopravvissuta all’incidente provocato da Nash. Sì, lei è ancora viva, malgrado tra le grinfie dello schiavista Bokushi.

Cosicché, assieme a un manipolo di soldati scelti, armati sin ai denti, fra cui l’inseparabile amico di Nash, cioè Luke Dunn, incarnato da John Leguizamo (Sfida senza regole, The Fan – Il mito), Nash & company partono alla volta della roccaforte nascondiglio di Bokushi per stanarlo e prelevare Evoli, salvandola dall’orco malefico. Come andrà a finire?

Cosa funziona in Tin Soldier

Innanzitutto, chiariamoci fin dapprincipio, Tin Soldier si palesa intenzionalmente come un b movie senza pretese, con pochi guizzi, grezzo e incredibilmente poco appetibile e attendibile negli sviluppi narrativi, perciò se deciderete di salirne a bordo, pur nella sua pedestre grossolanità, pur essendo ricolmo di sentimentali scene pateticamente zuccherose e non poco ridicole, al di là della sua scarsissima plausibilità e della meccanica prevedibilità dell’andamento della trama, in sé per sé inesistente, illogica e talmente sciocca da far impallidire financo il nerissimo Foxx, malgrado gli andirivieni insistiti di flashback imperterriti, per niente organici e malamente amalgamati, potrebbe avvincervi, incollarvi allo schermo e addirittura piacervi in virtù, paradossalmente, della sua lapalissiana disarmonia ma, se non vogliamo esser eufemistici, in piena franchezza, definiamola “sconcezza” in maniera oggettivamente plateale.

Ciononostante, checché se ne dica o possa pensare di primo acchito, tecnicamente è ineccepibile e Furman sa come, eccome, con navigata professionalità consumata, filmare le sparatorie e le pirotecniche detonazioni violente e dirompenti.

Avvalendosi d’una magistrale e cupa fotografia cangiante di Tim Maurice-Jones che, dapprima livida, s’intervalla a frame potenti, mutuanti repentinamente in picchi nel flou e poi fluorescente nitido davvero visivamente ammaliante, Furman confeziona un pregevole film “scadente” sol all’apparenza.

Volutamente dozzinale in modo così disarmante da divenir grandemente godibile. Donandoci perfino un ottimo climax ambientato in una bella e bellica arena gladiatoria ove avverrà un vendicativo, duellistico scontro finale di matrice sanguigna e virile.   

Perché non guardare Tin Soldier

La recitazione di Eastwood è agghiacciante in senso tristemente negativo, monolitica e imbambolata in maniera penosa, la presenza di De Niro è impalpabile, totalmente inutile, Foxx gigioneggia sopra le righe a briglia sciolta.

L’unica a risplendere è la “misconosciuta” Nora Arnezeder che, pur recitando a malapena due battute, fra l’altro neppure bene, perlomeno incanta piacevolmente con la sua dolcissima avvenenza ipnotica e il suo magico sorriso suadentemente lieve.

Tin Soldier dura solamente, come sopra dettovi, su per giù soltanto e a stento (abbondiamo per eccesso) novanta minuti di cui l’80% è tanto “inguardabile” quanto dimenticabile. È così “brutto” da elevarsi dunque a guilty pleasure strepitosamente magnifico. Una rarità nel suo genere. Una “perla” stupenda! Una bomba!

Disponibile in esclusiva su Prime Video.

Regia: Brad Furman Con: Jamie Foxx, Robert De Niro, Scott Eastwood, John Leguizamo, Rita Ora, Nora Arnezeder, Shamier Anderson, Saïd Taghmaoui Anno: 2025 Durata: 87 min. Paese: Stati Uniti, Regno Unito Distribuzione: Prime Video

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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