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Noi e loro – Recensione del nuovo film con Vincent Lindon

Noi e loro esce in sala dopo essere stato presentato a Venezia 81 dove Lindon ha vinto la coppa Volpi per l’interpretazione maschile

In Noi e Loro, Pierre (Vincent Lindon), operaio nelle ferrovie, ha due figli uno dei quali, il maggiore, si avvicina a gruppi di estrema destra che rappresentano l’esatto contrario dei principi del padre.

Il problema di ciò che si passa ai figli, i valori soprattutto è un tema che ha attraversato le arti e i tempi. La ribellione dei figli ai padri e alle madri è un altro tema ricorrente, che in questo film si inserisce anche nell’attualità.

La piccola comunità, un villaggio nella provincia di Metz in cui un padre vedovo ha cresciuto due figli è la metafora della situazione attuale europea dello spostamento delle ideologie. Soprattutto dell’assenza sistemica di uno stato sociale che assicuri un benessere di base a tutti, di qualsiasi estrazione e provenienza.

Il figlio maggiore di Pierre, Fus, calciatore dilettante e metalmeccanico di formazione, trova un modo di sfogare la sua rabbia, sociale e non grazie ad alcuni gruppi di estrema destra della zona, che inizia a frequentare. Pierre, un passato nel sindacato non riesce a capire il perchè, cerca di riavvicinare il figlio e allontanarlo da quelle idee di odio e divisione, ma con un successo limitato.

Cosa funziona in Noi e loro

L’interpretazione di Vincent Lindon è completamente convincente nella sua umanità. E’ un padre che ama profondamente i suoi figli e cerca essere loro di supporto nella crescita. Nasconde un dolore profondo per la perdita della moglie e forse questo senso di colpa non gli permette di essere più autoritario nei confronti del figlio maggiore.

Perché non vedere Noi e loro

Il film, diretto dalle due registe Delphine e Muriel Coulin è un sofferto viaggio di un padre in un percorso che non conosce. Il personaggio di Lindon è più volte mostrato mentre è al lavoro in un cantiere ferroviario di notte e cammina sui binari con una torcia a illuminare il percorso.

L’immagine si dissolve poi su di una scena di folla in un locale in cui si trova il figlio maggiore Fus (Benjamin Voisin) quasi a cercare collegare come il padre stia cercando di capire questa deriva estremista del figlio. Il film racconta un drammatico allontanamento del figlio dal padre in maniera molto equilibrata, si perde un po’ quando sottolinea quello che accade nella modalità del melodramma o volendo fare delle affermazioni morali.

E’ comunque un ritratto di una situazione europea comune, che dovrebbe far pensare.

Il film sarà in sala dal 27 febbraio.

Regia: Delphine e Muriel Coulin Con: Vincent Lindon, Benjamin Voisin, Sophie Guillemin, Denis Simonetta Anno: 2024 Durata: 110 min. Paese: Francia e Belgio Distribuzione: I Wonder Pictures

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