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La Città Proibita: ‘Na Carbonara de Kung Fu e Ravioli al Vapore – Recensione

La Città Proibita: Ahò, Gabriele Mainetti ce l’ha fatta ‘n’antra vorta! Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out, eccolo che ce serve ‘sto piatto fusion. Immaginateve ‘na carbonara co’ ‘na spolverata de pepe di Sichuan: ‘na delizia pe’ li sensi.

‘A Trama

La storia parte dalla Cina, dove due sorelle so’ separate dalla politica der figlio unico. Una de loro, Mei (interpretata da Yaxi Liu), arriva a Roma pe’ cercà la sorella scomparsa, Yun. Le informazioni che c’ha la portano a un ristorante chiamato “Da Alfredo”, dove incontra un cuoco, Marcello (Enrico Borello), e je stravolge la vita.

Le Prelibatezze der Film: Cosa Funziona in La Città Proibita

Un antipasto de suppli e involtini primavera

Daje, signori, sedetevi comodi e preparatevi a gustarvi un piatto misto che solo Gabriele Mainetti poteva servire: La Città Proibita, un film che mescola azione, sentimento e botte da orbi, impiattando una storia che profuma de carbonara e anatra laccata. Mainetti torna a menà forte con una pellicola che sa di spaghetti western, wuxia moderno e quel cinema de genere che se magna con gli occhi e si digerisce col cuore.

La trama: un guazzetto romano-cinese che te lascia a bocca aperta

In una Roma che non hai mai visto così, si infiltra una triade cinese con ambizioni de conquista. E mentre i criminali nostrani se fregano le mani e pensano de spartirsi er piatto, arrivano due protagonisti che ribaltano tutto come un wok infuocato. Da una parte, un attore nostrano ex pugile che c’ha più cicatrici che soddisfazioni, dall’altra una giovane esperta de arti marziali, controfigura de Mulan, che sembra uscita da un vecchio film di Bruce Lee. Insieme, ‘sti due formano un’accoppiata esplosiva che manco la gricia co’ il pepe di Sichuan.

Performance da Leccasse i Baffi

I due protagonisti so’ la vera anima der film. Lui c’ha il carisma ruvido da coda alla vaccinara, lei è letale e affascinante come un raviolo al vapore che se scioglie in bocca ma te lascia l’effetto sorpresa. E poi c’è Giallini, che sì, fa er solito personaggio cialtrone ma profondo, sempre ‘na garanzia, un po’ come ‘na bella amatriciana fatta bene.

La Regia de Mainetti: ‘Na Cucina Fusion

Un marchio de fabbrica ormai. Mischia il realismo sporco co’ il fantastico, la violenza de strada con la poesia del gesto, e c’ha ‘na cura per l’azione che manca pure a certi film americani. È come vedere un piatto de saltimbocca eseguito da un cuoco stellato che però nun se scorda la trattoria de quartiere.

Omaggio a Bruce Lee

Er film fa ‘n inchino ar maestro delle arti marziali, Bruce Lee girò L’urlo di Chen terrorizza l’Occidente a Roma, e Mainetti nun se fa sfuggì l’occasione per omaggiarlo. Ogni coreografia, ogni sguardo al passato, è ‘na lettera d’amore a quel cinema d’azione che oggi troppo spesso si scorda de raccontà storie vere. ‘Na chicca pe’ li cinefili e ‘na strizzata d’occhio a chi ama ‘r kung fu.

Triadi a Roma: ‘Na Mossa da Maestro

Funziona da paura. La fusione tra la mala romana e il crimine orientale regala momenti memorabili, come un mix tra Infernal Affairs e Romanzo Criminale, condito con un’estetica che ricorda John Wick e The Raid. In Cina spopolerà, segnatelo.

Er retrogusto amarognolo: i difetti: Perchè non guardare La Città Perduta

Giallini è sempre Giallini

Se magna la scena, certo, ma ormai se sa che ruolo fa, e un po’ dispiace: er solito ruolo der burbero dal cuore d’oro. È come quando vai dal solito ristorante e te danno sempre er tiramisù: bonissimo, eh, ma na novità ogni tanto non guasterebbe. Forse sarebbe ora de cambià ricetta e provà qualcosa de nuovo.

Lancio der film sbagliato er più sbagliato de a storia

Possibile che nessuno abbia pensato de sfruttà er Capodanno cinese a Roma per lanciare ‘sto capolavoro? La pubblicità è stata poca, il marketing quasi inesistente… Un peccato che rischia di farlo passà in sordina quando invece avrebbe potuto esse’ ‘na festa de luci e botte (nel senso buono). La promozione der film è stata scialba, senza ‘r giusto condimento. Hanno perso ‘n’occasione d’oro pe’ fa’ ‘na bella figura.

Romanità: ‘Na Spezia Troppo Forte?

Beh, se sei de quelli che non capiscono il fascino der dialetto e delle borgate, forse faticherai a entra’ nel mood. Ma sinceramente, se ‘sto film lo mettono in Cina con i sottotitoli, li vedremo pure lì a provà a dì “Aò” co’ l’accento giusto. Diciamocelo, pe’ noi è ‘na goduria.

Aho ma n’do c..o sta’ Giorgio Pasotti?

Pe’ un film che mette in mezzo ‘r kung fu a Roma e in Italia, è ‘n peccato mortale che nun se sia trovato un ruolo pe’ Giorgio Pasotti. Lui, che in Cina ce ha vissuto, ce ha girato du’ film d’arti marziali come Treasure Hunt e The Drunken Master III, e ha fatto più wushu de ‘na scuola intera de Shaolin. Sarebbe stato ‘r tocco de classe, e invece nisba.

Conclusione: ‘na bomba de film

La Città Proibita è un film che spacca, letteralmente e metaforicamente. Action, cuore, personaggi da ricordà e scene che restano impresse come ‘na forchettata de carbonara fatta a regola d’arte. Se ve piace er cinema de genere, se amate le botte ben coreografate e volete vedé Roma come nun l’avete mai vista, allora correte a vedé ‘sto gioiello. E magari, alla fine, un bel piatto misto tra cucina romana e cinese ce scappa pure per festeggià sta visione.

Sto film è ‘n piatto ricco e saporito, che mescola tradizione e innovazione come solo Mainetti in Italia sa fa’ o ha er coraggio de fa’. ‘Na visione consigliata sia a chi ama ‘r cinema de qualità che a chi cerca ‘na storia coinvolgente e ben raccontata. Come un gelato fritto co’a Nutella.

Er film se potrà vede in anteprima speciale ar cinema pe’ la Festa de la Donna, l’8 marzo, e sbarcherà ufficialmente nelle sale dar 13 marzo, distribuito da Piper Film.

Regia: Gabriele Mainetti Con: Enrico Borello, Yaxi Liu, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Chunyu Shanshan, Luca Zingaretti, Sheena Hao, Daniela Glasgow Anno: 2025 Durata: 130 Min. Paese: Italia Distribuzione: Piper Film

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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