Io Sono Ancora Qui: Il film di Walter Salles, premiato con l’Oscar, arriva finalmente in alta definizione. Un film che è un pugno in pieno volto, necessario per non dimenticare, ma l’edizione Blu-ray, quella messa in circolazione da BIM, lascia l’amaro in bocca per la sua pigrizia.
Mettiamo subito le cose in chiaro: il film è un macigno, di quelli che ti si piantano nello stomaco e non se ne vanno per giorni. Salles, con la sua solita maestria, ci sbatte in faccia la vicenda di mia madre, Eunice Facciolla Paiva, interpretata da una Fernanda Torres da pelle d’oca, roba da far impallidire le vecchie glorie. Una donna che, dopo la sparizione di mio padre, si è rimboccata le maniche e ha combattuto con le unghie e con i denti contro i fantasmi di una dittatura militare brasiliana che voleva cancellare tutto. E non è un caso che Salles lo definisca il suo film più personale: la polvere di quella casa, le risate e poi il silenzio, se li portava dentro da una vita. Il disco, almeno, si presenta con una slipcover di cartone, elegante quanto basta per non sfigurare sugli scaffali. Meglio di niente, certo.
Non mi hanno tolto solo un marito. Hanno cercato di rubarci la memoria. Ma quella, finché respiro, non gliela do.” – Una frase che mia madre, Eunice Paiva, avrebbe potuto scolpire sulla pietra, e che risuona per tutto il film.

📜La Storia Originale: Un Dovere della Memoria
Per chi non avesse dimestichezza con certi periodi bui del Brasile, è bene rinfrescare la memoria, senza bisogno di manuali di storia. Mio padre, Rubens Paiva, era un ingegnere, un ex deputato laburista che si opponeva al regime militare instauratosi nel ’64. Un uomo dalla schiena dritta.
Troppo dritta, per i gusti di certi figuri. Il 20 gennaio del ’71, uomini armati fecero irruzione in casa nostra a Rio de Janeiro e lo portarono via. Dissero che era per accertamenti. Non lo vedemmo più. Desaparecido, una parola che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene, sulla nostra pelle. Mia madre, Eunice, rimasta sola con cinque figli da crescere in quel casino, non si perse d’animo. Per decenni si è battuta come una leonessa per avere verità e giustizia, trasformando il suo dolore privato in una battaglia civile che ha fatto scuola. Si laureò in legge passati i quarant’anni, difese i diritti degli indigeni, divenne un simbolo di resistenza.
Questa storia, questa ferita ancora aperta, mio fratello, lo scrittore Marcelo Rubens Paiva, l’ha raccontata nel suo libro di memorie “Sono ancora qui”, che La Nuova Frontiera ha finalmente portato sui nostri scaffali, mi pare proprio quest’anno. Il film di Salles attinge a piene mani da quelle pagine, potete scommetterci.

📀Analisi Tecnica del Blu-ray
Parliamo del sodo, adesso. Questo Blu-ray, quello fresco di stampa distribuito da Eagle Pictures su licenza e produzione BIM Distribuzione, non fa gridare al miracolo tecnico, ma il suo dovere lo compie.
👁️🗨️ Video
Il film, una bella botta da 137 minuti, è presentato in alta definizione 1080p, come si conviene. La fotografia di Adrian Tejido, che Salles ha voluto quasi spezzata in due – calda, avvolgente, quasi tattile nella prima parte, quella della felicità familiare, con i filmini in Super 8 girati da mia sorella maggiore Veronica che sembrano schegge di un passato felice; e poi più fredda, dura, quasi spettrale dopo il rapimento – è resa con buona fedeltà. I neri sono solidi, i dettagli nelle scene più buie, quando Eunice si muove come un’ombra in cerca di risposte, emergono con chiarezza. Non aspettatevi la tridimensionalità di un kolossal, ma l’atmosfera, quella sì, arriva dritta e potente. Si percepisce quasi il profumo di quel Brasile, prima gioioso e poi ferito.
🔊Audio
La traccia audio italiana è proposta in un onesto DTS-HD Master Audio 5.1. I dialoghi sono il fulcro del film, e per fortuna sono sempre limpidi e ben comprensibili. La colonna sonora, discreta ma efficace, e i rumori d’ambiente contribuiscono a creare quella cappa di tensione e angoscia che non ti molla un attimo. Ovviamente, se masticate il portoghese, il consiglio è di godervelo in lingua originale, non mancano i sottotitoli in italiano, per apprezzare appieno la performance da brividi di Fernanda Torres e di tutto il cast. Quella sì che è musica.
🤦♂️Contenuti Extra: Il Deserto dei Tartari
E qui, signori miei, casca l’asino. Anzi, precipita nel vuoto. Per un film di questa caratura, vincitore di un Oscar, osannato dalla critica, che racconta una storia così potente e necessaria, cosa ci propinano come extra? Il nulla cosmico. Zero assoluto. Niente interviste a Walter Salles che spieghi le sue scelte, niente approfondimenti sulla figura di Eunice Paiva o sul contesto storico brasiliano, niente dietro le quinte, niente commento audio. Una miseria che grida vendetta. Un’occasione sprecata per dare ulteriore profondità a un’opera che già di per sé è un monumento. Roba da far imbestialire anche il più paziente dei cinefili. Si vede che pensano che basti il nome e il premio per vendere. Dilettanti allo sbaraglio.
🎬Conclusione
Quindi, vale la pena portarsi a casa questo Blu-ray di Io sono ancora qui (Ainda estou aqui)? Nonostante la pochezza dell’edizione, la risposta è sì, maledizione. Compratelo perché il film è un’opera d’arte, un pugno in faccia che fa riflettere e commuovere. Compratelo per la straordinaria interpretazione di Fernanda Torres, per la regia impeccabile di Salles, per non dimenticare. Ma preparatevi a una confezione che definire “essenziale” è un complimento (slipcover di cartone a parte). Un film del genere avrebbe meritato un trattamento da re, con contenuti speciali degni di questo nome. Invece, ci tocca accontentarci del film. E per stavolta, facciamocelo bastare, stringendo i denti. Ma che sia l’ultima volta che ci trattano così, capito?
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