L’esorcismo di Emma Schmidt: C’è e ribolle, negli anfratti misterici, incandescente e inquietante la puzza di zolfo e l’ombra di Lucifero ondeggia fra le braci di un’inquietante storia vera, macabra e nera…
Oggi recensiamo l’altamente perturbante, orrifico e pauroso, chissà se però davvero orroroso, financo in senso ironicamente qualitativo, L’esorcismo di Emma Schmidt, il cui titolo originale, ovvero The Ritual, è stato conservato per la nostra distribuzione (che, peraltro, anticipa clamorosamente quella statunitense, prevista per il 6 giugno), rimanendo invariato.
Opus di novantotto minuti secchi, chissà se talvolta involontariamente ridicoli, come esplicheremo nella nostra immediata, recensoria disamina, scritto, assieme ad Enrico Natale, dallo stesso suo regista David Midell, basato su una storia realmente accaduta, perlomeno accreditata come tale, per l’occasione romanzata, corretta e riveduta…
Sottostante, in modo testualmente fedele, a prescindere che siate cristiani fedeli o semplicemente credenti in certe “storie” inerenti a raggelanti, ultraterrene possessioni demoniache, vi trascriveremo la sintetica ma esaustiva sinossi riportata secondo la versione ufficiale… a piè del trailer nostrano, esattamente la seguente con le successive, ovvie precisazioni e ampliamenti necessari apportati:
Il vero esorcismo di Emma Schmidt del 1928 è il più terrificante e documentato della storia, riconosciuto dalla Chiesa e che ha ispirato decenni di orrore. Dopo anni di comportamenti inquietanti, Emma (Abigail Cowen) subì un lungo calvario di rituali condotti da Padre Theophilus Riesinger (Al Pacino) con l’aiuto di Padre Joseph Steiger (Dan Stevens). I due preti, uno in crisi con la propria fede e l’altro perseguitato da un oscuro passato, dovettero unire le forze per eseguire una serie di estenuanti e terrificanti esorcismi per salvare l’anima della giovane donna. I testimoni riferirono di casi di levitazione, voci ultraterrene e forza soprannaturale.

Tale tenebrosa vicenda demoniaca è stata alla base d’ispirazione di nientepopodimeno che L’esorcista del compianto, immenso William Friekdin. Col quale, aneddoticamente, evidenziamo che l’immarcescibile e iperattivo infaticabile Al Pacino (The Irishman, Il padrino), ivi nei panni del coraggioso Riesinger, lavorò nell’altrettanto ambiguo Crusing.
Lui che fu John Milton alias Satana ne L’avvocato del diavolo, ora alla veneranda età di ottantacinque primavere, per di più da poco compiute, per la prima volta in assoluto, nella sua sterminata carriera sfolgorante e giammai terminata, presta il suo viso e la sua rauca voce a incarnare un prelato che combatte il Maligno a sua volta insinuatosi, sotto mentite spoglie, infernalmente all’interno d’una illibata, predestinata e sfortunata, giovanissima creatura impersonata dall’angelica e diafana Cowen.
Coadiuvato nella sua temeraria impresa salvifica dal fido e timorato, provvidenziale Steiger/Stevens (Zero Day). Entrambi affiancati dalla volitiva, trepidante e stoica sorella Rose, ottimamente cesellata dalla pallida Ashley Greene (Mio padre è un sicario), presieduti nella lor missione, incaricata dal vescovo Edwards (Patrick Fabian), dall’arcigna ma fiduciosa madre superiora e rettrice ivi innominata ma incarnata da Patricia Heaton.
Dall’origine di tutti i tempi, più che altro da che mondo è mondo, come si suol dire, aleggia serpentesco l’ombroso spettro di Lucifero, oppure, giustappunto, soprattutto da The Exorcist in poi, imperterritamente, a tamburo battente, sovrabbondano, perfino stomachevolmente, banalmente riciclati poco originalmente, oppur di contraltare reinventati genialmente, i suoi più o meno apocrifi sequel e gli epigoni fantasiosamente variati o meno e dei più svariati, in ogni salsa più o meno gore e/o splatter.
Alcuni mirabili, altri decisamente improponibili e rivoltanti. In tempi abbastanza recenti, abbiamo assistito a “fenomeni”, in tal caso da intendersi in senso prettamente cinematografico e non mefistofelico oppur paranormale, quali Il rito con Anthony Hopkins e al duplice (in)glorioso Russell Crowe de L’esorcista del papa uscito quasi in contemporanea con quello dell’Ultimo atto, sebbene queste due ultime pellicole con l’interprete degli scottiani Il gladiatore & American Gangster siano scollegate l’una dall’altra e non costituiscano, in alcun modo, un dittico speciale, specialmente memorabile, al massimo forse un doppio abominio più terrificante dell’Anticristo in carne e ossa dei più scatenanti ilarità infinita, cioè tremende risate a crepapelle da sbudellare anche un’indemoniata già nell’anima divorata e nel cuore dissanguata.
Non ultimo, due anni fa ha fatto capolino l’unico, “reale” seguito, non acclarato e “certificato” dalla Chiesa, bensì dalla cinematografia mondiale, dello stesso capolavoro a tutt’oggi insuperato di Friedkin poc’anzi menzionatovi, vale a dire L’esorcista – Il credente di David Gordon Green (Joe), autore, come se non bastasse, della trilogia, a nostro avviso però nient’affatto trascurabile, a differenza di ciò che in maniera superficiale fu generalmente detto e con far snob liquidato, che resuscitò il mito di Halloween.
Il cui capostipite fu creato e modellato, importantissimo rimarcarlo sebbene potremmo apparire pleonastici, dal maestro dell’horror par excellence, John Carpenter (Il signore del male).

Cosa funziona in L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual
L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual non è affatto malvagio, malgrado, perdonateci per il voluto gioco di parole beffardo e dissacrante, sia incentrato sulla quintessenza del Male per antonomasia.
Pacino, col suo immutabile carisma roccioso da attoriale mito inviolato e magistrale, sublime gigione “indiavolato”, a dispetto della sua età avanzata, com’era lecito aspettarsi, non smentisce la sua proverbiale, innata e bellamente, dannatamente inscalfibile classe da mostro sacro eternale e dalla bravura maledetta, riuscendo a magnetizzarci ancora una volta, surclassando il resto del cast anche sol attraverso un paio di sguardi ed espressive “diavolerie” dai lampi accecanti, insomma, “possedendo” il film con la sua presenza idilliaca.
Stevens ha parimenti i giusti occhi sia allibiti che spiritati, adatti al suo personaggio tormentato da una fede (in)crollabile. Greene, invece, quivi magrissima ai limiti dell’anoressia più preoccupante, datane e constatata la vistosa gracilità ossuta, malgrado ciò, conserva la sua congenita paradisiaca beltà eterea che, sovente, fa rabbrividire, ovviamente in senso altamente positivo e inversamente proporzionale, per meglio dire, contrariamente alla pari d’un babau cornuto qual è Belzebù.
Il pressoché esordiente Midell, avvalsosi quivi d’una chiaroscurale fotografia livida di pregio a cura di Adam Biddle e a un comparto tecnico di tutto rispetto, malgrado troppe zoomate in stile quasi Dogma 95 à la von Trier & company dei primordi e decadi or sono, registicamente se la cava con stile e confeziona un film che non è niente di trascendentale, sia ben inteso, ma al contempo mette a segno alcune ottime scene granguignolesche efficacemente raccapriccianti e d’indubbia suggestione emotivo visiva.
Elevando un prodotto, alla base, oggettivamente mediocre, forse perfino scadente, in virtù d’una sapida direzione accorta e calibrata. Che, seppur naturalmente priva di guizzi entusiasmanti, non ambendo fin dapprincipio, giustamente, a una sterile, impossibile “autorialità” che sarebbe risultata stonata e pretenziosa, compie un lavoro sicuramente non eccelso ma comunque decoroso e dal gustoso intrattenimento succulento.
Non strafà ma gira con abile mestiere funzionale e, alla fin fine, secondo noi centra il bersaglio appieno, ribadiamo, poiché L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, indubbiamente, presenta notevoli attimi che incutono paura realmente e ammaliano in modo vivido e furente.
Cowen, nonostante molte sequenze in cui il suo volto, truccato a dismisura, par irriconoscibile in quanto deforme, effonde una commovente forza prodigiosa da innocentissima, “povera creatura” per cui ne tifiamo in modo febbricitante la salvazione augurata. Nel finale struggendoci da morire.

Perché non guardare L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual
Dapprima enunciativi i marcati pregi, ora doverosamente dobbiamo sottolinearne i difetti madornali.
L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual è, come si suol dire, la solita “solfa” col diavolo che puzza di zolfo ove, fra “torcicolli” terribili, crisi epilettiche, occhi strabuzzati in cui son scomparse le iridi e le cornee, il “cornuto” per antonomasia, urla impressionanti, blasfemie imperterrite, sguardi allucinati e vocine malefiche, se il ritmo giammai si perde, in quanto indubbiamente il film angoscia e intrattiene, l’originalità è pressoché inesistente e l’intero manico ne risente per tutto l’arco temporale della sua sanguigna durata rabbrividente ma leggermente prolissa.
A dispetto del fatto che questa storia giammai fosse stata portata al cinema e trasposta, adattandola secondo i gusti odierni, per il grande schermo.
In conclusione: L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual è un film che consigliamo di vedere ma il tutto è intrinsecamente e concettualmente già stato visto e stravisto, più corposamente esposto e visceralmente mostratoci in altre migliori occasioni degne di nota. E, alla fin fine, rimane soltanto un film che poteva inquietare di più e maggiormente, potenzialmente esser pregno di “fascino pauroso”.
Ma è davvero così? Infatti, a distanza di tempo dalla sua visione ultimata, in modo arcano e ancestrale, ritornerà e striscerà nelle vostre “dannate” anime cinefile, essendo, come dicono gli statunitensi, il classico “sleeper” che rimane inconsciamente impresso e non vi farà più prendere sonno durante qualche vostra notte lugubre in cui, dalle profondità più misteriche e meandriche, potrebbe per “miracolo” resuscitare e ancor assillarvi in forma tremenda. Soprattutto, a parte gli “scherzi da preti”, più che altro, al di là delle nostre caustiche iperboli, è un film d’una sobria eleganza formale veramente ottima.
Con gli ultimi dieci minuti, anziché spaventevoli, dolcissimamente toccanti, credeteci. Così potenti e magnificamente recitati, oltre che musicati, da sfiorare per l’appunto in tali frangenti la vetta del capolavoro. Non esageriamo. L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual è inaspettatamente bello, forse bellissimo.
Dal 5 Giugno al Cinema con Plaion Pictures per Midnight Factory.
Regia: David Midell Con: Al Pacino, Dan Stevens, Abigail Cowen, Ashley Greene, Patricia Heaton Anno: 2025 Durata: 98 min Paese: Stati Uniti Distribuzione: Plaion Pictures/Midnight Factory (Italia)