Elio: Quando la solitudine terrestre incontra la confusione interstellare, nasce una commedia galattica degna di Flight of the Navigator e E.T.. E sì, sono io, Elio, e questa è la mia recensione: finalmente un film che parla di me… e di tutti quelli che si sentono fuori posto (tipo quando indossi la maglietta di Star Wars durante la foto di classe e nessuno capisce la citazione).
👽 Trama
Avete presente quando la vostra giornata sembra partire male perché nessuno vuole parlare con voi a scuola? Ecco, immaginate che la giornata peggiori perché venite teletrasportati dagli alieni e, per un malinteso degno di una riunione condominiale, vi ritrovate ambasciatori della Terra davanti a una folla di esseri che sembrano usciti da un casting di Star Trek e Explorers.
E fidatevi: “Quando ti chiedono se vuoi rappresentare il tuo pianeta, la risposta giusta non è mai ‘No, grazie, devo fare i compiti’.”

“Olga, se trovi il decoder universale, puoi usarlo anche per capire i compagni di classe?”
🌌 Cosa Funziona in Elio
Animazione da urlo: Gli alieni sembrano disegnati da qualcuno che ha passato troppo tempo a guardare Labyrinth e The Last Starfighter su VHS. La Communiverse è un trip visivo che neanche Doc Brown avrebbe saputo spiegare.
Ironia cosmica: Se pensavate che Guardiani della Galassia fosse divertente, aspettate di vedere un undicenne che cerca di spiegare il calcio agli alieni.
Temi universali: La solitudine qui non è solo una stanza buia, ma un intero universo da esplorare. E trovare il proprio posto nel mondo (o nella galassia) non è mai stato così… interstellare.
Rapporti familiari: La mia zia Olga è la versione nerd di Sarah Connor, ma con meno muscoli e più decoder. Il nostro rapporto? Un mix tra “Mamma, ho perso l’aereo” e “E.T. telefono casa”.
“Ambasciatore della Terra? E io che pensavo di aver già rovinato abbastanza la festa di fine anno…”
Il 3D di Elio? Parlo da protagonista, quindi fidatevi: quando sono stato teletrasportato nel Comuniverso, il 3D mi ha letteralmente fatto sentire come se stessi uscendo dallo schermo… e non solo per scappare dagli alieni che sembrano aver fatto il corso accelerato di “abbracci troppo entusiasti”!
Vi giuro, è la prima volta che il 3D non serve solo a farvi lanciare i popcorn in aria: qui ogni pianeta sembra a portata di mano, ogni creatura aliena ti guarda dritto negli occhi e, se ti distrai un attimo, rischi pure di inciampare su un tentacolo fluttuante. Insomma, se la realtà fosse così immersiva, forse non avrei mai voluto tornare sulla Terra… o almeno avrei chiesto un casco spaziale in più!

🛸 Perché NON Guardare Elio
Se siete allergici agli alieni, ai bambini troppo svegli e alle metafore spaziali, potreste avere una reazione tipo “slime di Gordon” (che, vi assicuro, non si lava via facilmente).
Se pensate che la solitudine sia solo una scusa per non fare i compiti, questo film rischia di farvi cambiare idea… e nessuno vuole genitori troppo comprensivi.

🎬 Il Cinema di Formazione Pixar e i Temi dei Loro Film
“Nel mio pianeta, la solitudine si chiama ‘intervallo’. Qui la chiamano ‘crisi intergalattica’.”
Pixar ci ha abituati a vedere il mondo con occhi diversi: che tu sia un giocattolo abbandonato (Toy Story), un mostro sotto il letto (Monsters & Co.) o un pesce smemorato (Alla ricerca di Nemo), la domanda è sempre la stessa: “Dove appartengo davvero?”
Con Elio, la risposta è: ovunque tu abbia il coraggio di essere te stesso, anche se significa diventare ambasciatore della Terra per sbaglio.
Qui la crescita è una questione di gravità zero: si fluttua tra insicurezze, sogni e la voglia di essere accettati. E sì, anche tra alieni che parlano con più vocali che consonanti.
“Se la solitudine è uno spazio vuoto, allora lo spazio è il posto perfetto per sentirsi a casa.”
Negli anni ’80 la fantascienza per ragazzi si è trasformata in una vera e propria fucina di miti generazionali, capace di fondere avventura, amicizia, tecnologia e sogni di evasione in un mix che ancora oggi fa brillare gli occhi di chiunque abbia mai sognato di volare su una BMX davanti alla luna piena.
In quei film, la normalità suburbana veniva costantemente scossa dall’arrivo di alieni, robot e misteri cosmici, ma soprattutto da protagonisti adolescenti che, tra una partita a Dungeons & Dragons e una fuga dai bulli, finivano per salvare il mondo (o almeno la loro città).
Pellicole come E.T. l’extra-terrestre, Explorers, The Last Starfighter e Flight of the Navigator hanno lasciato un segno indelebile perché raccontavano la crescita attraverso l’incontro con l’ignoto: l’alieno non era solo “l’altro”, ma una parte di noi stessi che avevamo paura di esplorare. Il viaggio nello spazio diventava metafora di quello interiore, tra insicurezze e desiderio di appartenenza.
La fantascienza anni ’80 per ragazzi era anche laboratorio di effetti speciali rivoluzionari, colonna sonora synth e citazioni pop a pioggia, ma soprattutto era un inno alla diversità e alla capacità di meravigliarsi. Era il cinema dove ogni ragazzino poteva essere Marty McFly o Elliott, e ogni garage poteva nascondere una navicella pronta a decollare verso l’infinito e oltre.
⭐ Conclusione
Elio è la risposta Pixar alla domanda: “Cosa succede se un ragazzino introverso viene scambiato per il leader del pianeta Terra?”
Succede che si ride, si riflette e, come direbbe Marty McFly, “nessuno chiamerebbe mai questo film ‘pesante’”.
Un viaggio tra le stelle, le paure e le risate, per chi non ha mai smesso di sentirsi un po’ alieno.
Elio – L’unico film in cui essere fuori luogo… è la chiave per salvare il mondo (o almeno per non annoiarsi mai).
E ricordate: “Se vi chiedono di rappresentare la Terra, fingete sicurezza. Funziona anche con gli insegnanti.”
Recensione di Elio Solis, ambasciatore intergalattico e, modestamente, protagonista del film che tutti stavate aspettando.
Al cinema dal 18 Giugno con Disney.
Regia: Domee Shi, Madeline Sharafian, Adrian Molina Con (voci originali): Yonas Kibreab, Zoe Saldaña, Remy Edgerly, Brad Garrett, Jameela Jamil, Shirley Henderson Anno: 2025 Durata: 98 min Paese: Stati Uniti Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures