Elio a Roma: Dal mio laboratorio orbitante da qualche parte tra Giove e la mia cameretta
Oggi è successa una cosa stranissima: mentre ero qui nello spazio a fare amicizia con delle creature che sembrano uscite da Inside Out dopo una scorpacciata di zucchero filato radioattivo, ho intercettato una trasmissione dalla Terra. Era una conferenza stampa su di me! O meglio, sul film che racconta la mia storia. È come quando in Monsters & Co. Sulley scopre che i bambini non sono pericolosi, solo che io ho scoperto che i grandi sono molto più complicati di quanto pensassi.
L’Assemblea dei Narratori Terrestri con Elio a Roma
La produttrice Mary Alice Drum parlava del progetto come se fosse stata rapita anche lei dagli alieni – solo che invece di finire nello spazio è finita in una sala riunioni Pixar. Ha spiegato che tutto è iniziato con una domanda semplice: “E se un bambino ossessionato dagli alieni venisse davvero rapito?” Beh, posso confermare che quando succede davvero è un po’ come il momento in Up quando Carl scopre che volare con i palloncini non è esattamente una passeggiata nel parco.
Le registe Madeline Sharafian e Domee Shi (quella di Red, che tra parentesi mi ha fatto capire che anche le ragazze hanno i loro superpoteri strani) hanno detto una cosa che mi ha colpito più di un asteroide in rotta di collisione: sono cresciute sentendosi “fuori luogo”. Ecco, questo lo capisco benissimo. È come essere Woody in Toy Story quando arriva Buzz – solo che io non ho mai trovato il mio Andy.

La Filosofia Spaziale secondo Zia Olga e Lord Grigon
Alessandra Mastronardi, che presta la voce alla mia zia Olga, ha detto una cosa bellissima: il film ha un messaggio per tutti i bambini che si sentono “usurpatori di un posto che non è il loro”. Sì, esatto! È come quando WALL-E pensa di non essere abbastanza per EVE, solo che qui invece di robot innamorati abbiamo bambini che cercano casa nell’universo.
Adriano Giannini (Lord Grigon) ha perso la voce durante il doppiaggio – probabilmente per tutto quell’urlare galattico. Mi ha fatto ridere immaginarlo come Mike Wazowski che si sgola per spaventare i bambini, solo che qui l’obiettivo era commuovere gli adulti. E a giudicare da quello che diceva Alessandra su come “piangeva da metà film in poi”, direi che ha funzionato meglio delle urla di Sulley.
Messaggi Intergalattici e Saggezza Terrestre
Una giornalista ha fatto una domanda sui conflitti terrestri, e le registe hanno risposto con qualcosa che suona come la morale di Finding Nemo: non smettere mai di cercare. Hanno detto che quando il film inizia, io sono “pessimista relativamente alla Terra” – beh, difficile darmi torto quando vedi le news terrestri dal telescopio spaziale. Ma il punto è che, come dice Dory, bisogna continuare a nuotare, anche quando l’oceano sembra infinito.
Il tema della solitudine è venuto fuori spesso, e Domee Shi ha spiegato che è emerso naturalmente dalla storia. È come in Soul quando Joe Gardner si rende conto che la vita non è solo raggiungere i propri sogni, ma trovare le connessioni che danno senso al viaggio. Io volevo essere rapito dagli alieni non perché odiassi la Terra, ma perché speravo di trovare qualcuno che mi capisse – una specie di Buzz Lightyear cosmico che mi dicesse: “Tu non sei un giocattolo, sei un eroe!”

L’Armatura dell’Amore Paterno
La parte più bella della conferenza è stata quando hanno parlato del rapporto tra Grigon e Glordon. Domee ha usato una metafora geniale: l’armatura come simbolo di mascolinità che deve essere tolta per rivelare la parte “squishy e tenera” dentro. È come quando Carl in Up lascia cadere la casa per salvare Russell – a volte devi mollare quello che pensi ti renda forte per diventare davvero coraggioso.
La frase di Grigon “non ti capisco ma ti amo lo stesso” è diventata il mio nuovo mantra galattico. È meglio di qualsiasi formula scientifica per il viaggio interspaziale, perché risolve l’equazione più complicata dell’universo: come amare qualcuno di diverso da te.
Riflessioni da un’Orbita Lontana di Elio a Roma
Mentre osservo la Terra da quassù, capisco che il mio viaggio non era solo trovare gli alieni – era scoprire che anche sulla Terra ci sono creature straordinarie che sanno raccontare storie che fanno piangere gli adulti e sognare i bambini. Come diceva Walt Disney (più o meno): è una specie di divertimento quando puoi piacere agli adulti e ai bambini allo stesso tempo.
E ora, se mi scusate, devo tornare a salvare l’universo. Ma prima farò come Buzz quando scopre di essere un giocattolo: accetterò chi sono veramente. Non sono l’Elio che voleva scappare dalla Terra, sono l’Elio che ha imparato che casa può essere ovunque ci sia qualcuno che ti dice “non sei unico, non sei solo, sei speciale”.
P.S. – Se qualcuno ha visto la mia zia Olga, ditele che sto bene e che Grigon mi sta insegnando come non distruggere accidentalmente i pianeti. È più difficile di quanto sembri in “Luca“.
Fine trasmissione galattica di Elio a Roma – Elio out! 🚀