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Death of a Unicorn – Un viaggio psichedelico tra sogni infranti e realtà pungenti – Recensione

Death of a Unicorn: Quando l’arcobaleno incontra l’avidità: una favola moderna che danza tra magia e satira sociale. Recensione scritta da un figlio dei fiori reduce da un trip tra unicorni, nuvole di zucchero filato e litri di sangue.

Amici dell’universo, sedetevi in cerchio e lasciate che vi racconti di Death of a Unicorn, un film che è come una jam session tra Jimi Hendrix e un unicorno sotto acidi. Diretto da Alex Scharfman, questa pellicola ci porta in un viaggio surreale dove la magia incontra la crudele realtà del capitalismo sfrenato.

Trama (o il viaggio cosmico):

Immaginate di essere in viaggio con il vostro vecchio, Elliot (Paul Rudd), un avvocato dal cuore tenero, e di colpo bam!, investite un unicorno. Ma non uno di quelli che trovi nei libri per bambini, no, questo è reale e sanguina arcobaleni. Invece di lasciarlo riposare in pace, decidete di portarlo al ritiro del vostro capo miliardario, Odell Leopold (Richard E. Grant), che vede in questa creatura una miniera d’oro per la sua azienda farmaceutica. E qui, amici, inizia la danza tra sogno e incubo.

Cosa funziona in Death of a Unicorn (le good vibes)

Jenna Ortega è una stella che brilla nel firmamento psichedelico. Nei panni di Ridley, la figlia di Elliot, porta sullo schermo un’energia che ricorda le muse delle nostre visioni più colorate. La sua performance è autentica, un mix di dolcezza e ribellione che ti fa venire voglia di seguirla ovunque, anche nel cuore di una tempesta di glitter.

La satira sociale punge come un cactus nel deserto. Il film non si limita a mostrarci unicorni e arcobaleni, ma affonda gli zoccoli nella critica al mondo delle grandi aziende farmaceutiche. È come se ti servissero una tisana rilassante e poi ti dessero una scossa elettrica: ti sveglia, ti fa riflettere.

Un omaggio ai B-movie che scalda il cuore. Se hai mai passato una notte sotto le stelle a guardare film di serie B su uno schermo improvvisato, sentirai il richiamo. La pellicola abbraccia quel vibe nostalgico, con effetti speciali che sembrano usciti da un sogno febbrile degli anni ’50.

Perché non guardare Death of a Unicorn (le bad vibes)

Effetti speciali che sembrano usciti da un trip andato male. Purtroppo, gli unicorni digitali non sempre convincono. A volte sembrano più vicini a un disegno fatto durante una lezione noiosa che a creature magiche. Questo può spezzare l’incantesimo e riportarti bruscamente alla realtà.

Un equilibrio precario tra commedia e horror, il film cerca di danzare tra risate e spaventi, ma a volte inciampa. Ti ritrovi a chiederti se ridere o nasconderti sotto la coperta, e questa indecisione può disturbare il flusso del viaggio.

Conclusione (il ritorno sulla Terra):

Death of a Unicorn è come un viaggio in autostop senza una meta precisa: incontri personaggi affascinanti, vivi momenti indimenticabili, ma a volte ti chiedi se stai andando da qualche parte o semplicemente vagando. Nonostante le sue imperfezioni, il film offre spunti di riflessione e momenti di pura magia che valgono il prezzo del biglietto. Se sei disposto a chiudere un occhio sugli effetti speciali traballanti e ad abbracciare l’assurdità del tutto, allora preparati a un’esperienza cinematografica fuori dagli schemi.

Pace, amore e unicorni a tutti. 🦄✌️

Il film è al cinema dal 10 Aprile distribuito da I Wonder Pictures.

Regia: Alex Scharfman Con: Jenna Ortega, Paul Rudd, Will Poulter, David Pasquesi, Anthony Carrigan, Richard E. Grant, Téa Leoni, Jessica Hynes, Sunita Mani, Steve Park, Nick Wittman, Narantsogt Tsogtsaikhan, Christine Grace Szarko Anno: 2024 Durata: 104 min. Paese: USA Distribuzione: I Wonder Pictures

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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