Home / HOME VIDEO / Bedevilled: Quando la Pazienza Finisce, Inizia il Macello – Recensione Blu-Ray

Bedevilled: Quando la Pazienza Finisce, Inizia il Macello – Recensione Blu-Ray

Bedevilled: La Vendetta ha il Sapore Amaro del Kimchi lasciato al Sole nel film di Jang Cheol-soo finalmente in Blu-Ray in Italia.

Mettiamoci comodi, che qua la faccenda si fa seria. Quando i tipi di CG Entertainment e Tucker Film hanno annunciato che avrebbero tirato fuori dal cilindro Bedevilled di Jang Cheol-soo in Blu-ray, grazie a quella colletta moderna chiamata START UP!, ho drizzato le orecchie. Un’edizione da collezione, numerata, con slipcase di cartone… roba che fa gola ai cacciatori di perle come il sottoscritto. Certo, hanno dovuto chiedere l’obolo ai 300 fedelissimi entro il 16 gennaio 2025, ma se questo è il modo per vedere certe gemme dimenticate in alta definizione, che ben venga la questua. E che sia d’esempio: il cinema coreano che pesta duro merita questo e altro!

🎬 Il Film

L’isola di Moo-do non è esattamente una cartolina da villaggio vacanze. È un girone infernale mascherato da paradiso terrestre, dove la legge del più becero e la misoginia regnano sovrane. Qui, la povera Bok-nam (Seo Young-hee – che ci regala una performance da far accapponare la pelle, e non a caso l’hanno premiata a Fantasporto, dopo averla già ammirata in quel pugno nello stomaco di The Chaser di Na Hong-jin) subisce l’indicibile.

Marito violento, cognato porco, e un coro di vecchiearpie isolane che sembrano uscite da un incubo di Goya. La sua vita è un rosario di soprusi. L’arrivo di Hae-Won (Sung-won Ji), amica d’infanzia in fuga dallo stress di Seoul, potrebbe sembrare una luce in fondo al tunnel. Ma Hae-Won, troppo presa dai suoi fantasmi metropolitani, si dimostra più inutile di un ombrello bucato durante un monsone. E così, goccia dopo goccia, la diga della sopportazione di Bok-nam cede, trasformandola in un demone della vendetta che manco Lady Vengeance oserebbe sfidare a duello.

Jang Cheol-soo, allievo di sua eminenza Kim Ki-duk (e il marchio di fabbrica si sente, eccome, in certe stilettate al cuore), con questo suo esordio del 2010 (passato pure alla Semaine de la Critique di Cannes, mica bruscolini) non ci va leggero. La tensione si taglia col coltello, la brutalità della vita sull’isola ti arriva dritta allo stomaco, e quando Bok-nam decide che è ora di presentare il conto, preparatevi a un bagno di sangue catartico che vi farà guardare con sospetto ogni attrezzo agricolo. Un film che è molto più di un semplice “rape & revenge”: è una discesa negli abissi della crudeltà umana e dell’indifferenza che uccide.

“Su quest’isola dimenticata, anche le pietre imparano a urlare. E io ho smesso di essere una pietra.”

L’Edizione da Collezione

Questa è un’esclusiva CGtv, quindi sapete dove andare a parare se volete metterci le mani sopra. Niente fronzoli 4K, ma un Blu-ray che si prefigge di rendere giustizia a questo gioiello nero. L’edizione limitata, numerata e con slipcase di cartone (un must per noi collezionisti con le palle), sfodera:

  • Il Blu-ray con il film in lingua originale coreana e sottotitoli in italiano, tirato da un master fornito da Tucker Film.
  • Artwork alternativo per la cover.
  • La numerazione delle copie, che aggiunge quel tocco di esclusività che non guasta.
  • nomi dei partecipanti alla campagna START UP! nei ringraziamenti. Un piccolo tributo a chi ci ha creduto.

Reso disponibile nel corso del 2025, questa pubblicazione è un urlo nel silenzio: c’è voglia di cinema coreano vero, quello che non ti fa dormire la notte.

🎞️ Video

Il disco è nelle nostre mani, e il verdetto è chiaro. Il quadro video in 1080p, proveniente dal master di Tucker Film, fa il suo sporco lavoro, e lo fa dannatamente bene.

L’immagine si presenta pulita, con una definizione che esalta sia la bellezza ingannevole dei paesaggi assolati dell’isola – prima che si trasformi in un mattatoio – sia i primi piani carichi di disperazione e rabbia repressa dei protagonisti. I colori sono vibranti, forse con una leggera tendenza alla saturazione nelle scene diurne, ma questo non fa che accentuare il contrasto con la cupezza degli interni e la brutalità della vendetta che esploderà.

Si nota qualche lievissima perdita di dettaglio nelle sequenze più buie, ma stiamo parlando di minuzie che non intaccano minimamente la potenza visiva di un’opera che vive di atmosfera e di un realismo a tratti insostenibile. I neri sono solidi e profondi, senza mangiarsi dettagli cruciali. Un trasferimento che rispetta la fotografia originale e permette di immergersi appieno nell’incubo di Bok-nam.

🔊 Audio

E qui, signori miei, si gode come poche volte. La scelta di CG di includere  la traccia originale coreana in DTS-HD Master Audio 2.0 (con sottotitoli italiani, ovviamente) è da applausi a scena aperta. Basta con doppiaggi raffazzonati che sembrano letture svogliate della lista della spesa o con le voci registrate nel cesso della stazione! I dialoghi arrivano diretti, crudi, con quella musicalità aspra della lingua coreana che aggiunge un ulteriore strato di realismo. Il sound design è da manuale: l’ambiente sonoro dell’isola, inizialmente quasi pastorale, si carica progressivamente di una tensione palpabile, per poi esplodere con una dinamica che ti inchioda alla poltrona durante le scene clou. Ogni colpo, ogni urlo, ogni rumore della natura selvaggia contribuisce a creare un’esperienza immersiva. La colonna sonora, minimale ma incredibilmente efficace nel sottolineare l’angoscia e la follia, è resa con la giusta chiarezza e profondità. Un lavoro egregio.

“Quando hai ingoiato abbastanza merda, anche una falce arrugginita diventa un bisturi di precisione.”

🍿 Extra

Qui la festa è un po’ meno ricca, ma non ci si può lamentare troppo:

  • Trailer
  • Making of del film

Il “making of” è il classico dietro le quinte senza troppi fronzoli, circa 13 minuti che ci mostrano il cast e la troupe al lavoro sul set. Niente interviste chilometriche o analisi filosofiche, ma comunque uno sguardo interessante sulla realizzazione di un film così intenso. In questi casi, con edizioni di nicchia partite dal basso, già avere il film in condizioni tecniche ottimali è una vittoria.

🎯 Conclusione del Cinefilo Brusco

Se vi considerate amanti del cinema coreano che non ha paura di sporcarsi le mani e di mostrarvi l’orrore senza filtri, allora questo Blu-ray di Bedevilled deve entrare di prepotenza nella vostra collezione. Un’opera brutale e necessaria che scava nelle pieghe più oscure della natura umana e della disperazione.

L’operazione di CG Entertainment e Tucker Film, nata dalla passione dei fan, è da incorniciare. Portare un titolo del genere in alta definizione, con questa cura per il video e l’audio originali, è un atto di coraggio e di amore per il cinema. Forse gli extra non faranno gridare al miracolo, ma la qualità del film e della sua presentazione tecnica valgono ogni centesimo. Acquistatelo senza remore e speriamo che apra la strada a tante altre riscoperte. Chi non apprezza, può sempre tornare alle sue tisane e ai film con i buoni sentimenti. Contenti loro…

🔪♀️ Il Revenge Horror/Thriller al Femminile Coreano: Breve Escursus

Il cinema della Corea del Sud, si sa, quando si tratta di vendetta non scherza. Ma quando a servire il piatto freddo è una donna, spesso il risultato è un cocktail micidiale di rabbia ancestrale, critica sociale e violenza che ti si attacca addosso. Non è solo una questione di “donne che si ribellano”, ma di esplorazioni viscerali del trauma, della resilienza e della furia femminile in contesti sovente patriarcali e oppressivi fino al midollo.

  • Radici e Nuova Onda: Sebbene figure di donne forti e vendicative esistano da tempo nel cinema coreano, è con la new wave dei primi anni 2000 che questo sottogenere acquista una potenza e una specificità uniche. Impossibile non citare la madrina di tutte, Lee Young-ae in Sympathy for Lady Vengeance (2005) di Park Chan-wook. La sua Geum-ja, con quel rossetto rosso sangue e lo sguardo di ghiaccio, è l’archetipo della vendicatrice metodica e implacabile, la cui furia nasce da un’ingiustizia profonda e da una maternità strappata.
  • Il Decennio di Fuoco (2000-2010 e oltre): È in questo periodo che il filone esplode. Bedevilled (2010) si piazza di diritto tra i capisaldi, mostrando la trasformazione terrificante di una donna comune in un angelo sterminatore a causa di abusi e indifferenza indicibili. Ma non è sola:
    • Film come The Chaser (2008), pur con protagonista maschile, ruotano attorno alla disperata ricerca di donne vittime di un serial killer, evidenziando la brutalità del loro destino e la rabbia che ne scaturisce.
    • The Villainess (Ak녀) (2017) di Jung Byung-gil spinge l’acceleratore sull’action ipercinetico, con una protagonista addestrata per uccidere, la cui sete di vendetta è il motore di sequenze da antologia. Sook-hee è una vera e propria arma umana.
    • Non mancano opere più sottili, dove la vendetta si mescola a drammi psicologici e critiche sociali, come in A Girl at My Door (Dohee-ya) (2014), che affronta il tema degli abusi e della protezione in un contesto rurale soffocante.
  • Evoluzione Recente (fino al 2025): Il genere non smette di evolversi. Le protagoniste diventano sempre più complesse, sfuggendo a facili etichette. Thriller psicologici come The Call (콜) (2020) mostrano figure femminili forti, ambigue e pericolose, in un gioco mortale che attraversa il tempo. C’è una continua esplorazione non solo della catarsi violenta, ma anche delle sue radici profonde nel trauma e nel famoso “han” – quel sentimento tipicamente coreano di dolore represso e ingiustizia subita, che storicamente ha trovato terreno fertile nelle esperienze femminili.

Il cinema di vendetta al femminile sudcoreano resta una delle arene più stimolanti e disturbanti del panorama mondiale, un luogo dove la brutalità si sposa con una profonda analisi dell’animo umano e delle storture della società. E noi, da bravi cinefili dal palato forte, non possiamo che chiedere il bis.

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

Guarda anche

the-conjuring-il-rito-finale-recensione-film-copertina

The Conjuring – Il rito finale – Addio Warren, ci mancherete (forse) – Recensione

The Conjuring – Il rito finale: “Io sono l’Esorciccio, mica James Wan, eppure un sequel …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.