The Alto Knights – I due volti del crimine: Recensione del film con un doppio, spettacolare Robert De Niro
Oggi, con estremo piacere, recensiamo il magnifico The Alto Knights, da alcuni già precocemente, ingiustamente e ampiamente sottovalutato, da noi sottotitolato I due volti del crimine, nuovo opus del regista premio Oscar Barry Levinson (Rain Man), qui alla sua quinta e quanto mai proficua reunion, o collaborazione se vi diletta di più, con Robert De Niro, dopo Sleepers, Sesso & potere, Disastro a Hollywood e il tv movie Wizard of Lies.

Retto dall’apodittica e lapidaria frase aforistica, massima se preferite… «il tuo nemico più pericoloso è un vecchio amico», The Alto Knights s’avvale d’un De Niro in doppia veste, vale a dire incarnante due personaggi, in contrapposizione fra loro, nella stessa pellicola, acerrimi e agguerriti “padrini” mafiosi, realmente esistiti, per l’occasione, naturalmente un po’ romanzati e “coloriti”, da intendersi in ogni sfumatura del termine, che si fronteggiano antagonisticamente senz’esclusione di colpi alcuna.
The Alto Knights dura due ore nette e mirabolanti, ricolme di colpi di scena a raffica e invenzioni stilistiche davvero considerevoli. Esce sol adesso sui grandi schermi, però, in quanto la sua release mondiale fu rimandata più volte per volere della Warner Bros, assai titubante a proporlo in tal versione in quanto inizialmente non soddisfatta dei risultati e riscontri “critici” poco lusinghieri ottenuti dopo gli screening test, ovverosia le esclusive proiezioni private riservate a propria discrezione a un pubblico scelto appositamente, risultati fallimentari.
Tant’è che, in un primo momento, sembrò propendere per l’ostica scelta di rigirarne molte scene ma poi optò semplicemente, giustappunto, per il suo procrastino. Barry Levinson, essendo di The Alto Knights uno dei produttori (seguentemente ve ne citeremo il principale) peraltro, in tal congiuntura, deve aver ravvisato qualcosa d’analogo a quanto esperito dal character incarnato da De Niro nel succitato Disastro a Hollywood in cui incarnò giustappunto un fittizio producer alle prese con problemi riguardanti il director’s cut, e perciò deve aver vissuto un’esperienza simile a quella, neanche a farlo apposta, descrittaci nel suo stesso film poc’anzi menzionatovi.
The Alto Knights è scritto da cima a fondo, su sceneggiatura completamente originale, da Nicholas Pileggi, esimio screenwriter di Quei bravi ragazzi & Casinò, ed è prodotto, in prima linea, dal veterano Irwin Winkler (The Irishman) assieme a suo fratello David. Il suo originario e originale titolo provvisorio, cioè di lavorazione, fu Wise Guys. Come molti di voi sapranno, il sopra citato Quei bravi ragazzi/Goodfellas attinse, d’adattamento a cura, ribadiamo, di Pileggi (altra meta-cinematografica coincidenza sfiziosa e aneddotica non poco curiosa) dalla sua stessa novella denominata Wise Guy, intitolazione e “dicitura” scevra però della s nel plurale anglosassone. Piccola casualità del destino e delle strambe coincidenze del fato… Annotatovi ciò, arriviamo ora e finalmente, sottostante, a delinearvene la trama sinteticamente:
Nella rutilante, malavitosa e al contempo sfolgorante New York dei convulsi anni Cinquanta, nel suo gangsteristico, perfino viscidamente complottistico, metropolitano sottobosco smaniosamente avido e ferocemente assetato di potere, assistiamo allo scontro fra due boss italoamericani piuttosto celebri nel lor criminoso ambiente, ovverosia Frank Costello & Vito Genovese (entrambi, meravigliosamente interpretati da un brillante Bob De Niro en pleine forme attoriale e, ovviamente, quanto mai camaleontico). Genovese e Costello, un tempo, furono soci in affari e rispettosi amici piuttosto fedeli l’uno nei riguardi dell’altro. Sempre ammesso che fra “compari” possano esservi amici veri…
Infatti, or son invece, a seguito d’alcuni irrisolvibili avvenimenti e duri scontri fra lor intercorsi, nemici totali, micidiali e rivali infervorati. Al che, Costello rischia di morire dopo il tentato omicidio brutale e sanguinario perpetratogli per mano di Vincent Gigante (Cosmo Jarvis), anch’egli uno spietato capo fra i vari capi, in tal versione di Levinson, però, trattato da manovrato burattino stolto e impacciato, a sua volta commissionatogli da nientepopodimeno che Genovese.
Tal pusillanime gesto efferato e tremendamente vigliacco, è, come si suol dire, l’ultima goccia che fa traboccar il vaso e innesca la furiosa scintilla vendicativa… Come andrà a finire? Chi la spunterà e sopravvivrà nell’eternale, criminale battaglia fra gli irriducibili e vicendevolmente “caponi” inarrendevoli?

Cosa funziona in The Alto Knights
Fotografato in maniera suadente ed eccelsa da un Dante Spinotti (Wonder Boys, The Family Man, Nemico pubblico) in grande spolvero, sorretto da un titanico De Niro di “double face”, come dicono gli americani, giocando di parole, impreziosito da un ottimo cast di contorno di giuste facce caratteristiche e due co-protagoniste di livello quali Debra Messing (The Mothman Prophecies) e Katrine Narducci (Bronx), rispettivamente nei panni della moglie di Costello di nome Bobbie e di quella di Genovese, chiamata Anna, The Alto Knights non è memorabile, però assai lodevole, non pretenzioso, bensì garbato e giocoso.
Levinson orchestra una storia di gangster con encomiabile maestria da par suo, donandoci alcune sequenze d’antologia ove all’umorismo macabro si mesce l’azione frenetica, fra sparatorie bellamente girate con piglio e sapiente geometria “coreografica” a base d’inquadrature sia eleganti che metaforicamente taglienti, non sol visivamente furenti. I negativi paragoni azzardati e affrettati, perfino figli d’una mentalità leziosa e fuori luogo, con Scorsese, dunque, a nostro avviso, malgrado le chiarissime citazioni, son ridicoli e non sussistono nella maniera più assoluta.
Ribadiamo, la Critica, specialmente nordamericana, non gli è stata affatto, magnanima, peraltro, stroncandolo impietosamente e adducendo, per l’appunto, come pretestuosa, impropria motivazione quellla secondo cui Levinson non è Scorsese e tal suo Alto Knights ne sarebbe soltanto una poco inventiva, scialba emulazione all’acqua di rose, perfino rappresenterebbe una sua prova registica ben inferiore rispetto al più meritevole Bugsy. Niente di più falso e poco consono al mirabile e versatile, sperimentatore Levinson, il quale da sempre non ha mai desiderato intenzionalmente affermarsi come “maestro” e fregiarsi di tal nomea, invero, vetusta e non in linea con la sua svagata, eppur finemente intellettuale, idea di Cinema. Levinson è un allestitore di pot–pourri ove al “dramedy” con venature morbidamente noir, esteticamente raffinato, costantemente, si mescola sapidamente il corrosivo, ficcante dark humor più scanzonato, il brioso e colto, eppur leggero, intrattenimento scevro da qualsivoglia pretenziosità “autoriale”. Ed è un bene, altroché.

Perché non guardare The Alto Knights
Totalmente infelice la scelta di doppiare sia Costello che Genovese con la stessa voce del doppiatore Stefano De Sando. È pur vero, altresì, che in originale è stato De Niro a (s)doppiarsi da attore doppio(ne) e non si è avvalso d’un sostituto.
Nella nostra versione, malgrado le cadenze e intonazioni differenti apportate lodabilmente da De Sando per i rispettivi due personaggi sopra dettivi, ogni sfumatura vien presto smarrita e talvolta, così facendo e così avendo optato, la confusione dello spettatore prende il sopravvento e la duplice recitazione di De Niro stesso ne perde in fascino e bravura. The Alto Knights presenta una lunga parte conclusiva assai abborracciata e indubitabilmente tediosa, questo, in effetti, è un difetto abbastanza rimarchevole. E ne risente perciò la sua compattezza e vigoria, notevolmente inflaccidendo la sua potenza espressiva in quanto si adagia stancamente in un finale con poco mordente e mancante di benché minima originalità carica di pathos.

Curiosità: a proposito di Scorsese, De Niro, come dichiarato in varie, ripetute occasioni e peraltro in recentissime interviste ribadito, fu contattato dal suo cineastico anfitrione suddetto per interpretare il “cattivo” di The Departed, ovvero Frank Costello, ma declinò l’offerta in quanto impegnato con la produzione di The Good Shepherd e il ruolo, come sappiamo, andò a uno spettacolare “rimpiazzo”, vale a dire Jack Nicholson. Il Costello, però, di The Departed è però sol prettamente fittizio, malgrado la voluta omonimia col personaggio storico, veramente vissuto, incarnato ivi da Bob.
Sia The Departed che The Alto Knights son patrocinati dalla Warner Bros. Inoltre, per concludere, De Niro rivelò ultimamente che negli anni settanta, Michael Cimino, compianto, epocale regista col quale, come sappiamo noi tutti, lavorò nello splendido Il cacciatore, e lo stesso Irwin Winkler, ebbero intenzione di girar un film su Costello e pensarono a lui per la parte. Ma non se ne fece nulla e di tal progetto abbiamo, a tutt’oggi, ricevuto solamente assai sommarie informazioni in merito…
In conclusione, The Alto Knights è una chicca rara, con una prima mezz’ora che può perfino ricordare Woody Allen, piacevolmente demodé e naïf che, probabilmente, sarà apprezzato a distanza di anni.
Ah, perdonateci, ci stavamo per scordare di un dettaglio importantissimo e geniale. Al personaggio di Genovese è stato eliso il famoso neo che contraddistingue De Niro. Ed è la prima volta che accade e per cui vediamo Bob senza il suo particolare segno inconfondibile.
Al cinema dal 20 Marzo con Warner Bros.
Regia:
Regia: Barry Levinson Con: Robert De Niro, Debra Messing, Cosmo Jarvis, Kathrine Narducci, Michael Rispoli, Belmont Cameli, Bob Glouberman, James Ciccone, Steven Terry Walker, Wynn Reichert, Michael Adler, Gary Chinn, Mike Seely, Mark Axelowitz, William Cross, Mark Tierno, Jean Zarzour, Robert Gerding, Derek Polen, Wallace Langham, Matt Servitto, Louis Mustillo, Carrie Lazar, Ed Amatrudo, Sydney Miles, Jeffrey Grover, Abi Van Andel, Noah Bain Garret, Bryant Carroll, Jean Claude Leuyer, Robert Arce, Rich Williams, Todd Covert, Jennie Malone, John Dinello, James P. Harkins, Louie Lawless, Anthony J. Gallo, Apollo Bacala, David Vegh, David Pittinger, Brian D. Schroeder, Mark Angel, Glenn Cunningham (II), Bill Bower Anno: 2025 Durata: 120 min. Paese: USA Distribuzione: Warner Bros Italia