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UNOMAGGIO TARANTO – Esserci è il nostro canto libero e pensante

UnoMaggio di Taranto – Libero e pensante – Il racconto di Rosa Elenia Stravato

Arrivato alla sua undicesima edizione l’appuntamento con “UnoMaggio di Taranto – Libero e pensante” risulta un appuntamento quanto mai urgente nel nostro tempo. Un tempo in cui lo spazio di esercizio libero, indipendente e “resistente” di ognuno di noi è tediato, ostruito e spesso reciso.

Una manifestazione, quella portata avanti mirabilmente con forza e caparbietà dai direttori artistici – Roy Paci, Antonio Diodato, Michele Riondino e dal Comitato Cittadini e Lavoratoriliberi e pensanti – che si trasforma ogni anno in una distesa di anime ruggenti, un’adunata di anime con gli occhi colmi di emozioni che si muove (e balla) all’interno del Parco delle Mura Greche di Taranto, tramutato in un indistinto abbraccio accogliente. Taras è ritornata ad essere splendente, culla di civiltà e di etica; exemplum di virtù, nemica della hybris.

Quattro encomiabili presentatori hanno dato vita a una festa di anime in movimento: Serena Tarabini, Martina Martorano, Andrea Rivera e Valentina Petrini hanno accompagnato un parterre eterogeneo di artisti: Area,Emma Nolde, Selton, N.A.I.P., Mama Marjas & Don Ciccio, Malvax, Serena Brancale, Brunori Sas, Gabriella Martinelli, Cristiano Cosa, Frenetik, Valerio Lundini & I Vazzanikki, Marlene Kuntz,Willie Peyote, Francesca Michielin, Terraross, Tre Allegri Ragazzi Morti e Mannarino.

Una pluralità di punti di vista, di incontri e sorprendenti prospettive. Si, perché la parola “libertà” può suonare bene e in armonia solamente quando si allarga la vista, si tende l’orecchio e si aprono le braccia. Un clima di apertura simpatetica in cui la complessità della situazione sociale attuale ha trovato risonanza e non retorica prestampata. Il palco di Taranto è stato il palco di ogni partecipante; un esercizio finissimo di educazione alla legalità, del pensiero non opacizzato da preconcetti e da logiche distruttive. Un palco su cui ogni artista ha potuto restituire attivamente il proprio punto di vista, senza dover chiedere il permesso di esercitare la propria libertà.

Una manifestazione organizzata e partecipata da esseri umani liberi e pensanti che credono nel confronto, nell’incontro e nell’importanza di ritrovarsi e riconoscersi per mettersi in cammino e difendere il diritto alla vita e alla libertà.

Rilevanti, a tal proposito, gli interventi a cura di Francesca Corbo di Amnesty International, Parisa Nazari in qualità di esponente del Movimento Donne, Vita, Libertà, RaffaeleCroccoAtlantedelleGuerreedeiConflittidelmondo; MartinaCavazzana di Artisti7607, la sociologa e scrittrice Francesca Coi, l’urbanista Ilaria Boniburini, i giornalisti Nello Trocchia e Nico Piro. Toccanti gli interventi di Roberto Salis, padre attivista di Ilaria Salis, e Gerban Basem.

E così si è scelto di tuonare con le parole e la musica contro il mostro ILVA e le morti sul lavoro; dirompente e condiviso, inoltre, è l’appello al “cessate il fuoco” da parte di tutti i presenti: dal palco alla platea costellata da un mare indefinito di gente si è chiesto di porre fine a questa coltre di odio e alla tempesta di devastazione che sta tediando la nostra realtà.

Una realtà che ha fame e sete di vita, che non può abbassare o cedere il posto alla paura; che crede nella rivoluzione fatta da ogni singolo individuo in cui nessuno è escluso, ma si è tutti parte attiva in un tempo che ci appartiene e a cui siamo chiamati a dare voce. Insieme abbiamo scelto di lottare contro il genocidio, l’antifascismo, ogni tipo di discriminazione nella convinzione che “esserci” ha costituito un atto rivoluzionario in un tempo che ha bisogno di partecipazione attiva e consapevole.

All’UnoMaggio di Taranto ci siamo sentiti protetti specchiandoci nel sorriso accogliente dei passanti, nei baci sotto la pioggerella cadente; ci siamo lasciati andare sulle note, abbiamo scelto di tendere la mano e di fare la nostra parte. Di non avere paura e non restare schiacciati dall’indifferenza e dal terrore. Abbiamo, con le mani impastate di bisogni e volontà, abbattuto stereotipi e ideato prospettive in una dimensione assertiva in cui non esistono fili da recidere ma mani che possono stringersi e collaborare. Abbiamo concesso a una giornata la bellezza di sentirci profondamente artefici di un destino che, in fondo, condividiamo con una moltitudine straordinaria di anime belle.

E con le mani al cielo, sul quale incombe una coltre rossastra, ci siamo promessi il futuro. Stanchi, abbiamo alzato i nostri bicchieri e ci siamo ritrovati nei colori di un tramonto opacizzato dalle nubi ma straordinariamente lucente.

Colmi di emozioni ci siamo detti che torneremo nel luogo in cui essere liberi e pensanti non costituisce una forma di potere ma un diritto preziosissimo che nessuno ci può negare. E quella promessa accorata ci ha riportato a casa, consapevoli che in quel domani c’è una parte di noi che non può spegnersi. Consapevoli che l’appuntamento con “Uno Maggio Taranto – Libero e Pensante” è tutti i giorni ma che, in ogni caso, avremo modo di ritrovarci in quel grande abbraccio accogliente.

(Rosa Elenia Stravato)

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