Tulsa King 2 – Recensione della serie tv con un immarcescibile Sylvester Stallone
Con grande piacere, recensiamo concisamente, speriamo altresì esaustivamente, i primissimi episodi della seconda e brillantissima stagione di Tulsa King che ha debuttato, in streaming su Paramount+, domenica 15 settembre e che consta di dieci episodi, di circa 45 min. di durata cadauno, a eccezion fatta di quello finale, come consuetudine, leggermente più lungo, bellamente allineati e “intarsiati” col solito ritmo scorrevole e gustoso. Tulsa King 2, parimenti alla prima “tranche”, da noi peraltro molto apprezzata, ribadiamo, ci ha entusiasmato largamente. Eccitandoci vivamente.
Creata, come sappiamo, da Taylor Sheridan (Hell or High Water), stavolta però non sceneggiata dal suo originario showrunner Terence Winter (The Wolf of Wall Street), tranne per gli episodi 1 & 2,Tulsa King 2, ovviamente, riprende le disavventure spericolate e altamente rischiose, ai limiti della legalità, del malavitoso, con un oscuro passato da mafioso alle spalle, chissà se veramente appieno redentosi, Dwight Manfredi, denominato “Il Generale” (Sylvester Stallone, Cobra, Il grande match), laddove s’interruppero di cliffhanger (da non confondere, ovviamente, con l’omonimo film di Renny Harlin avente per protagonista lo stesso Sly) mozzafiato.
Tulsa King 2, infatti, fin dal suo primissimo episodio, da noi italianamente (re)intitolato Di nuovo in sella, parte in quinta e grintosamente, immantinente carbura alla grande, velocissimamente iniziando con un incipit d’immagini sparateci a raffica e a mo’ di sintesi estremamente riassuntiva di tutti gli episodi antecedenti, come si confà, d’altronde abitualmente, per ogni prosieguo che si rispetti.
Dwight, in seguito a una soffiata congegnata dalla ex sua amante Stacy Beale (Andrea Savage), dopo una vivida e sussultante sparatoria nel suo locale, fu accerchiato dalla polizia e per l’appunto imprigionato, in attesa d’immediato processo per direttissima. Verrà, fortunatamente per lui, prestissimamente assolto dalle accuse riguardanti i suoi loschi affari forse un po’ sporchi e rilasciato su cauzione lautamente pagata da sua figlia Tina (Tatiana Zappardino). Fra le sbarre, malgrado la sua permanenza assai ridotta al massimo, conobbe fortuitamente un uomo inguaiatosi gravemente per truffa a cui, in tal frangente, diede una mano, in senso sia metaforico che letterale (e non vi sveliamo oltre), e dal quale venne consigliato di darsi alle imprese, per modo di dire, eoliche, anzi, meglio ivi specifichiamo…
Dwight, carpendo informazioni da costui, decise di emularlo pur cosciente di non volerne far la stessa fine. Cosicché, una volta libero, assieme ai suoi amici “scagnozzi” e fidi alleati inseparabili, tenterà di mettere in pratica tal “folle”pensiero natogli, involontariamente suggerito e questa non poco azzardata e strampalata, forse al contempo potenzialmente molto danarosa, idea di “colpo” (grosso) balenatagli. Ecco allora che siam di nuovo immersi in una pimpante e movimentata vicenda ove ricompaiono, puntualmente e puntata dopo puntata, perdonateci per il gioco di parole, gli stessi coloriti, spassosi e ottimamente caratterizzati personaggi della scorsa stagione.
Fra cui, è obbligatorio menzionare naturalmente, il riconciliato friend di lunga data di Manfredi, alias Armand Truisi (Max Casella), il sempre un po’ imbranato e dubbioso, altresì nel suo campo informatico assai preparato, Bodhi (Martin Starr), l’autista personale di colore Tyson (Jay Will), il braccio destro Goodie Carangi (Chris Caldovino), Mitch Keller/Garrett Hedlund e la radiosa, sempiterna fiamma di Dwight, l’attempata ma ugualmente ancor sensuale stalliera Margaret Devereaux (Dana Delany, Freelancers).
Tale “squadra” che vince non si cambia si riferisce, naturalmente, ai fedeli compagni (chissà se qualcuno poi traditore) di Dwight, mentre dall’altra parte della barricata, diciamo, ovverosia fra coloro schierati a dargli filo da torcere, dissotterrando l’ascia di guerra nel sfoderare le pistole, con tanto di tiri mancini annessi, ritroviamo i gangster al soldo del cinico, brutale e intransigente Charles Invernizzi detto Chickie (Domenick Lombardozzi, The Irishman) con le new entries, spietate e per Dwight terribilmente inaspettate, del gelido e criminoso, sebbene all’apparenza perfettamente azzimato e moralmente integerrimo, possidente miliardario Cal Thresher (Neal McDonough), il quale, glacialmente, per disfarsi della brutta e ostica gatta da pelare incarnata dal coriaceo e intraprendente, infermabile, Dwight che, a sua volta, potrebbe boicottargli la sua vita ingiustamente e cospicuamente esosa, assolderà, Bill Bevilaqua (Frank Grillo, Warrior, The Grey), affidandosene e avvisandolo a riguardo degli intendimenti di Dwight. Qualcuno sta sconfinando…
Cosa funziona in Tulsa King 2
Energica, scattante e con uno Stallone che, a dispetto delle sue venerande settantotto primavere, sebbene indubbiamente stagionato, è ancora da venerare, in quanto lodabilmente in grado di reggere sul suo carisma roccioso l’intera serie, sfoggiando un’invidiabile forma fisica nient’affatto arrugginita e per nulla trascurabile. Come sopra dettovi, a prescindere dalla sua forza magnetica a tutt’oggi inscalfibile, gli attori di contorno e i comprimari son ottimi e assecondano il “game” attoriale di Sly con indubbio talento.
Lombardozzi è ivi ancora più bravo rispetto alla prima stagione, maggiormente maturo sotto ogni punto di vista, Delany è suadente e tutt’ora sensualmente affascinante, Grillo è il “cattivo” giusto al posto giusto. Doveroso anche citare Annabella Sciorra nel ripreso ruolo di Joanne che già recitò, splendidamente assortita, con Stallone in Cop Land.
Perché non guardare Tulsa King 2
Tulsa King 2 ha un unico, perdonabile e altresì inevitabile difetto, se così possiamo definirlo. Essendo una serie tv, presenta delle situazioni talvolta ripetitive e alcune gag non sempre van a segno. Reiterando, a volte stancamente, sketch risaputi e poco originali. Eppur son difetti veniali poiché Tulsa King 2 intrattiene, emoziona, tiene col fiato sospeso, avvince e spesso è ripiena di freddure simpaticamente eccezionali.
Disponibile dal 15 settembre su Paramount+.
Regia: Benjamin Semanoff Con: Sylvester Stallone, Domenick Lombardozzi, Max Casella, Vincent Piazza, Dashiell Connery, Chris Caldovino, Jeff Panzarella, Tatiana Zappardino, Stephanie Kurtzuba, Andrea Savage, Garrett Hedlund, Annabella Sciorra, Dana Delany, Tyler Elliot Burke, Ryan Music, Ronnie Gene Blevins, Martin Starr, Alan C. Peterson, John Cenatiempo, Robert Walker Branchaud, Cassie Shea Watson, Ginger Gilmartin, Bruce Davis, Porter Kelly, Patrick Klein, James Healy Jr., Mike Iveson Formato Anno: 2022-2024 Paese: USA Distribuzione: Paramount+