Home / TV / Serie TV / The Penguin – Recensione della miniserie TV spin-off di The Batman

The Penguin – Recensione della miniserie TV spin-off di The Batman

The Penguin – Recensione della miniserie tv con un monumentale Colin Farrell e una stupenda Cristin Milioti disponibile in esclusiva su Sky Atlantic e Now da venerdì 20 Settembre.

Oggi, con estremo e indubbio piacere, recensiamo una delle maggiori e più notevoli miniserie tv da noi viste di recente, ovverosia la rilucente, magnifica The Penguin. Ça va sans dire, The Penguin è uno spin off assai sui generis, ricalcato molto fantasiosamente, al contempo brillantemente, sul personaggio omonimo che ne dà il titolo.

The Penguin è stata ideata in tal occasione dal valente e, in questa circostanza, dimostratosi geniale e inventivo non poco, Lauren LeFranc, un nome “misconosciuto” ai più, perlomeno al momento, a causa dei suoi pochi credits attualmente all’attivo ma di cui presto, statene sicuri, sentiremo parlare soventemente.

LeFranc, dunque showrunner di The Penguin, infatti, visti i risultati ivi ottenuti con tal sua “creazione”, della quale giustappunto, nelle righe a venire, disamineremo in vari dettagli più approfonditi, ha avuto il nullaosta nientepopodimeno che della Warner Bros. in associazione con la DC Comics. Che, con tal pindarica adventure televisiva eccezionale, ribadiamo per dovere di chiarezza, si rifanno al The Batman di Matt Reeves di cui è, peraltro, atteso l’annunciatissimo sequel.

Riconsegnando a uno strepitoso, perennemente irriconoscibile volutamente, Colin Farrell (Gli spiriti dell’isola), come non mai ispirato, qui nuovamente il ruolo stavolta “primario” del Pinguino, di cui ci vengono narrate, ex novo, le cosiddette origins, vale a dire per i profani di quest’espressione tipicamente cine-fumettistica, se ne descrive minuziosamente l’ascesa in quel di Gotham City, nello snodarsi, crescentemente avvincente, d’otto episodi ottimamente allestiti, della considerevole eppur giammai annoiante durata rispettivamente, cadauno, di un’ora pressoché netta. Trasmessi, a settimanale scadenza regolare, dallo scorso 19 settembre negli Stati Uniti, da noi il giorno seguente.

Trama, enunciatavi nei suoi tratti salienti per evitarvi spoiler sconvenienti e impertinenti:

Velocemente e molto “violentemente”, partiamo con l’omicidio commesso dal Pinguino, ancora soltanto noto come Oswald Cobb, soprannominato d’accorciativo particolare Oz, ai danni di Alberto (Michael Zegen), miliardario figlio ereditario del defunto, ex pater familias della dinastia Falcone, cioè Carmine (un lugubre e mefistofelico Mark Strong, Robin Hood).

Oz, per via di tal assassinio, forse non premeditato eppur effettuato in modo istintivamente efferato, s’incasinò e in uno spettrale girone dantesco, dedalico e criminoso, precipitò, andandosene a cacciare in modo involontario e pericolosamente deleterio? Oppure la dettavi uccisione, barbarica ma all’apparenza scaturita per imponderabile caso letale, fu invece anticipatamente programmata dalla sua ambiziosa e serpentesca mente criminale? Oz, dapprima, infatti svolse, per la famiglia Falcone, solamente l’umile, sebbene ben pagato, lavoro di tassista personale, specialmente della sorella di Alberto e ovviamente figlia dello scomparso Carmine, di nome Sofia (un’impressionante Cristin Milioti).

Sofia fu internata, per lunghi, interminabili e traumatici, scioccanti dieci anni devastanti, nel manicomio di Arkham (curiosa la temporale coincidenza col Joker – Folie à Deux di Todd Phillips, non ricercata?) per volere del proprio padre orco. Ché, per celare i suoi orribili misfatti, essendo Sofia stata testimone oculare di scomode verità da lei stessa pian piano e angosciosamente sospettate, ingannando la legge nell’insabbiarle turpemente, Carmine, viscosamente fece ricadere la colpa di qualcosa invece di mostruosamente da lui perpetrato, per l’appunto, sulla povera Sofia inerme, sigillandola nell’asfittica tetraggine orrifica del buio dell’omertà più assoluta e nascondendone ogni aberrazione tremenda.

Intanto, Oz ha or un amico “speciale” e collaboratore fidato, conosciuto nella sera del suo delitto sopra scrittovi, cioè Victor (Rhenzy Feliz). Che lo seguirà, passo dopo passo, chissà però se sin in fondo fedelmente, o viceversa verrà da Oz tradito capziosamente, nell’assunzione di quest’ultimo alla scala vertiginosa e temerariamente avventurosa verso il potere e cittadino controllo universale… E ci fermiamo adesso per non dirvi altro.

Cosa funziona in The Penguin

Dopo un incipit al cardiopalma, adrenalinico e vigoroso, The Penguin par afflosciarsi in una fluida ma arzigogolata narrazione troppo en souplesse, perfino quasi vaporosa, per poi spiccare invece immantinente il volo in forma gloriosa, appassionando sempre più in maniera sorprendente. Sorretta da un Farrell che, sebbene a dismisura truccato, imbruttito e “cicatrizzato”, risulta paradossalmente e magicamente ipnotico, con una Milioti svettante e decisamente versatile sia per bravura che per ammaliante e misterioso fascino addirittura, in alcuni punti, fotogenicamente erotico dei più insospettabili e maliziosi, visivamente strabiliante e diretta, nell’alternanza dei suoi registi principali, Craig Zobel & Helen Shaver, con ineccepibilità magistrale, The Penguin vince la non facile sfida prefissatasi d’essere un prodotto innovativo e interessante, rivelandosi infatti, ribadiamo, una delle miniserie più riuscite degli ultimi anni.

Magnetizzando lo spettatore in un pirotecnico tourbillon d’immagini argutamente dosate nel suo imperterrito e molto efficace mix d’action spericolato intervallato ad intelligente dark humor graffiante. L’intero cast, fra caratteristi dalle facce azzeccatissime e comprimari memorabili, è per di più infallibile. Menzione speciale e doverosa per Deirdre O’Connell, stupefacente e non poco disturbante nei panni della madre di Oz/Il Pinguino, affetta da demenza.

Perché non guardare The Penguin

Così come dapprima evidenziatovi, The Penguin stenta inizialmente a decollare e prendere visibilmente quota. Carburando a fuoco lento e divampando, qualitativamente, oltre che in fatto di pathos coinvolgente e ritmo sostenuto, solamente dal terzo episodio in avanti. Ove la storia, distillataci stilisticamente con garbo e scene ficcanti, assume contorni definiti e corposità granitica.

La Serie TV è disponibile in esclusiva su Sky Atlantic e Now da venerdì 20 Settembre.

Regia: Craig Zobel Con: Craig Walker, Clancy Brown, Colin Farrell, Shohreh Aghdashloo, Cristin Milioti, Carmen Ejogo, Michael Kelly, James Madio, Scott Cohen, Michael Zegen, François Chau, Deirdre O’Connell, Rhenzy Feliz, David H. Holmes, Mark Strong, Theo Rossi, Alex Anagnostidis, Ava Grey Anno: 2024 Numero episodi: 8 Paese: USA Distribuzione: Sky Atlantic e Now

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

Guarda anche

il-corpo-recensione-film-giuseppe-battiston-claudia-gerini-poster

Il Corpo – Autopsia di un rovente giallo – Recensione del film con Giuseppe Battiston e Claudia Gerini

Il Corpo: Recensione del film con Giuseppe Battiston e Claudia Gerini remake dell’omonimo film spagnolo …

Un commento

  1. Eccellente recensione!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.