Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley, recensione del documentario disponibile in esclusiva Netflix.
Oggi recensiamo il documentario a forma di particolare film biografico, se preferite chiamarlo mockumentary, “accomodatevi” pure nell’espressione a voi più congeniale, intitolato Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley, ovviamente in originale… The Fall and Rise of Elvis Presley, diretto da Jason Hehir e distribuito, in esclusiva su Netflix, a partire dallo scorso 13 novembre.
Lungometraggio, per l’appunto, in formato documentaristico e d’impianto assai agiografico, di un’ora e trenta minuti netti, godibile eppur nient’affatto eccelso, anzi, non ce ne voglia il suo realizzatore e non s’arrabbino, se mai leggeranno le nostre righe a seguire, i patrocinatori di tal interessante eppur presto dimenticabile progetto, troppo spesso, così come enunceremo prossimamente, indirizzato soprattutto agli aficionados del re del rock in questione, eternale, celeberrimo e idolo totemico per antonomasia della storia non sol musicale.
Colui che, in virtù del suo bestiale carisma eccezionalmente sensuale, della sua calda voce soffice e melliflua e per le sue feline movenze scattanti e trasgressive, incantò ed incendiò le platee mondiali, ascendendo immediatamente a mito indiscusso, divenuto ancor più leggendario a causa della sua precoce morte avvenuta a sole quarantaquattro primavere. Dopo aver fatto innamorare una miriade sterminata di adolescenti internazionali, assurse, come sappiamo, oltre che istantaneamente a idolatrato sex symbol e dio sceso in terra, a sfrenato simbolo incontrastato della ribellione dal puritanesimo e bigottismo imperante negli anni cinquanta.
Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley, attraverso filmati d’epoca, alcuni rari e riesumati dagli archivi, riscoperti e restaurati in vivida luce ripiena di nitidezza fulgida alla pari della limpidezza cristallina dei magnetici occhi di Presley, e interviste a famose rockstar come Billy Corgan & Bruce Springsteen, al compianto compositore Robbie Robertson (autore della colonna sonora di The Irishman), e Baz Luhrmann, regista recentissimamente del “biopic” Elvis con Austin Butler e Tom Hanks.
Dalla sua ex moglie storica Priscilla, alla regina del gospel e R&B Darlene Love, allo showman e presentatore televisivo Conan O’Brien, al suo inseparabile amico d’una vita, ovverosia Jerry Schilling, fra comparsate sinistre dell’immancabile suo scopritore e al contempo furbesco imbonitore e approfittatore, il colonnello Tom Parker, apparizioni fulminee, estratte da materiale di repertorio da noi ivi visionato, di Frank Sinatra, dei Beatles, Mick Jagger e Bob Dylan, velocemente compie un frammentario eppur a tratti appassionante excursus sulla carriera di Elvis, concentrandosi, in particolar modo, sul fenomenale evento, nel quale s’esibì rinascente e in forma smagliante, vale a dire, il comeback special dedicatogli del ‘68.
Ove ebbe l’occasione di “denudarsi” a cuore aperto, rivelando coraggiosamente la sua vera anima in stellare sfoggio della sua madornale bellezza fisica e artistica.

Cosa funziona in Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley
Tali documentari, sebbene firmati singolarmente, sovente, da registi differenti, pressoché anonimi e directors su commissione, paiono indubbiamente oramai effettuati con lo stampino. In quanto, “come da copione”, da intendersi in senso lato, alternano, come dettovi, interviste cucite su misura a clip storiche in una miscela prevedibile di adorante magnificazione del personaggio rispettivamente “analizzato”.
Ciononostante, malgrado tal formula abituale e decisamente poco originale, Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley tiene incollati allo schermo e, in alcuni frangenti, perfino commuove fortemente. Esplodendo in un finale emozionalmente furente e piacevolmente colorato.

Perché non guardare Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley
È lo strabiliante Presley, che vediamo peraltro “inquadrato”, verso la metà di tal prodotto, nel periodo dapprima proficuo e poi fallimentare in cui approdò ad Hollywood e visse le sue molte esperienze, più o meno imbarazzanti e/o riuscite, a far il film, paradossalmente, pur essendo morto, sicuramente non la regia assente.
Poiché Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley pur illustrandoci in maniera minuziosa e maggiormente dettagliata, rispetto al passato, a riguardo dello speciale suddetto, è l’ennesima operazione commerciale, con pochissime e irrilevanti variazioni tematiche, concernente Presley. Ed è dunque un’occasione nuovamente mancata per raccontarcene, in modo più autoriale e sensibilmente personale, la persona-artista uomo.
Il documentario è disponibile in esclusiva dal 13 Novembre su Netflix.
Regia: Jason Hehir Con: Steve Binder, Billy Corgan, Bob Dylan, Darlene Love, Baz Luhrmann, Scotty Moore, Conan O’Brien, Elvis Presley, Priscilla Presley, Jerry Schilling, Bruce Springsteen Anno: 2024 Durata: 90 min. – Paese: USA Distribuzione: Netflix