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Madoff – Il mostro di Wall Street – Recensione del documentario Netflix

Madoff – Il mostro di Wall Street – Recensione del documentario Netflix

Dopo aver concisamente recensito, tempo or sono, l’interessante tv movie della HBO, intitolato Wizard of Lies, firmato Barry Levinson (Disastro a Hollywood) col suo pupillo Robert De Niro (Sleepers, Sesso & potere) & Michelle Pfeiffer (Stardust, Cose nostre – Malavita), abbiamo recuperato la documentaristica miniserie Madoff, sottotitolata Il mostro di Wall Street, targata Netflix, distribuita sull’appena citatavi piattaforma di streaming l’anno scorso e constante di quattro episodi della durata cadauno di circa un’ora netta, vietata ai minori di sedici anni a causa d’alcune scene scabrose, per via della sua tematica delicata e di qualche sequenza inerente il suicidio.

Madoff non è da confondere, ovviamente, col succitato Wizard of Lies e con l’omonima serie del 2016, avente per protagonisti Richard Dreyfuss e Blythe Danner (Ti presento i miei). In quanto, il Madoff ivi da noi preso in questione e, nelle seguenti righe, brevemente ma speriamo esaustivamente, disaminato, è uno sperimentale, a nostro avviso, alquanto riuscito ed efficace, seppur difettoso, opus a sé stante, del tutto dissimile ai prodotti “televisivi” poc’anzi enunciativi.

Le quattro puntate sono dirette da Joe Berlinger e, sebbene abbastanza monotematiche e a tratti soporifere, per colpa inevitabilmente del loro impianto didascalico e, giustappunto, da filmico dockumentary piuttosto statico, verboso, leggermente retorico e poco, da attori in carne ed ossa, recitato, bellamente appassionano e intrattengono con gusto, classe e in virtù d’inventive immagini visionarie che spezzano pindaricamente la sua struttura giornalistico-illustrativa.

Al contempo, non poco inquietandoci nel narrarci un’oscura e angosciante vicenda che, per quanto oramai tristemente arcinota e più volte, in varie forme, come dettovi, ripropostaci e trasposta di variazioni tematiche e con diversificate chiavi interpretative, puntualmente raggela e sciocca in maniera seccamente paurosa.

Seguiamo, attraverso interviste, perfino allo stesso Bernard Madoff, or deceduto e presentatoci, mediante immagini di repertorio delle più esclusive, provenienti direttamente dal carcere in cui scontò l’ergastolo, filmati inediti e testimonianze di personaggi autorevoli, fra cui, in primis, la reporter Diana B. Henriques, qui nei panni di sé stessa così come nel succitato Madoff con Dreyfuss, autrice del libro inchiesta Wizard of Lies: Bernie Madoff and The Death of Trust da cui invece Levinson trasse la sua versione sopra dettavi con De Niro, fantasiose eppur verosimili ricostruzioni create ad hoc nell’ambientazione e nella caratterizzazione dei personaggi reali per quanto concerne il tentativo di rendere appetitosamente cinematografica l’ascesa e la caduta del terribile excursus, diciamo, madoffiano.

Cosa funziona in Madoff – Il mostro di Wall Street

Madoff è una serie che radiografa con puntiglio dei più certosini e impietosi la vita d’uno dei più grandi truffatori della storia, non soltanto americana.

Colui che organizzò uno schema Ponzi studiato nei minimi dettagli, apparentemente infallibile e ingegnoso in maniera impeccabile, purtroppo scoperto dall’FBI, dopo innumerevoli indagini sterili, solamente troppo tardi.

Quando, alla già avanzata età di settant’anni, fu finalmente incastrato, dopo aver spennato una miriade di persone subdolamente raggirate orrendamente, finite in bancarotta o addirittura sul lastrico a causa del suo “gioco” diabolicamente criminoso e strozzante economicamente. Ché, oltre a distruggere la vita dei suoi investitori plagiati e totalmente fregati, rovinò giocoforza il matrimonio con la sua fedele e storica moglie Ruth, conosciuta in età giovanissima, ai tempi della scuola, però giammai “coniugalmente” tradita… per modo di dire.

Conducendo per di più suo figlio Mark, che dapprima lo adorava, considerandolo addirittura un grande uomo, a suicidarsi per la vergogna. Sì, Bernie fu un finanziere geniale, però incredibilmente delinquenziale.

Bernie è ivi incarnato da Joseph Scott che ne dà una connotazione forse poco somigliante nella fisionomia ma al contempo funzionante, corroborandolo di sinistra aria ed aura melliflue, mentre sua moglie Ruth & Mark son rispettivamente Ginger O’Toole e Alex Olson. I quali svolgono un lavoro egregio e calzante, sebbene non siano richiesti loro grandi sforzi recitativi per le ragioni già esplicatevi.

Al contempo, però, quasi unicamente coi loro sguardi riescono a trasmetterci emozioni da noi ben captate. Assumendo le giuste fattezze loro richieste per i characters incarnati.

Frank DiPascali, braccio destro di Madoff, losco re del 17° piano del grattacielo di Wall Street ove Madoff conservò i suoi documenti tanto segreti quanto altamente compromettenti, è invece delineato dall’attore Isa Camyar. Peter Madoff è Cris Colicchio.

Sfilano tutta una galleria di uomini e donne ambigui, fra cui Eleanor Squillari (Donna Pastorello), la personale segretaria di Bernie dall’83 al 2008, Annette Bongiorno (Alicia Erlinger) e, fra gli altri, Jeffry Picower (Frank Sorgenti). Oltre naturalmente a Jim Campbell, fra i produttori principali ed autore di Madoff Talks su cui si basa tale serie. Che è diretta, ripetiamo, con stilizzata eleganza e alcune trovate per nulla malvagie. Da annotare inoltre le suggestive riprese fotografiche e panoramiche d’una New York prima e dopo il crollo delle Twin Towers.

Perché non guardare Madoff – Il mostro di Wall Street

Madoff – Il mostro di Wall Street è un accuratissimo reportage che, al di là però della precisione millimetrica con la quale analizza profondamente la “tragedia” in questione, dura troppo e andava scorciato notevolmente.

Sinceramente, è un’operazione lodevole e imbastita con originalità inventiva, però ogni episodio risente, lo rimarchiamo tostamente, di prolissità eccessive.

Disponibile in esclusiva su Netflix.

Regia: Joe Berlinger Formato: Serie TV Titolo originale: Madoff: The Monster of Wall Street Anno: 2022 Numero Episodi: 4 Paese: USA Distribuzione: Netflix

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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