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Fantastic Machine – la visione sarà manipolata -Recensione del doc prodotto da Ruben Ostlund

Fantastic Machine: Dalla prima camera oscura alle strane sfide di Tik-Tok, i registi di tirano le somme e (forse) lanciano un monito sul mezzo di comunicazione che ha mangiato gli altri.

Video ergo sum. La traduzione letterale sarebbe “Vedo, quindi sono”, ma il video di cui parla Fantastic Machine, documentario presentato al Sundance e alla Berlinale, riguarda più il mostrare, il video inteso come ciò che viene visto.

Cosa funziona in Fantastic Machine

Il documentario, prodotto da Ruben Ostlund regista di Triangle of Sadness, The Square e Forza Maggiore, insignito due volte della Palma d’oro al Festival di Cannes, ci assicura una buona dose di cinismo, come quello che caratterizza i film del regista svedese, e fa un lavoro di rivelazione della magia: mostra il dietro le quinte della immagini che ci emozionano.

Ci sono due momenti in cui è chiaro di cosa sta parlando questo documentario: quando mostra il dietro le quinte della drammatica fotografia di una ragazza morta durante le razzie successive al terremoto di Haiti nel 2010, e quando un indigeno della Nuova Guinea vede per la prima volta il suo ritratto catturato da una Polaroid.

In queste due scene si racchiude il discorso: chiunque racconti qualcosa per immagini lo sta facendo dal suo punto di vista, limitando quindi la visuale, modificando anche la storia stessa e chi fruisce della storia assolve a uno degli istinti primordiali che ci caratterizza: la validazione di se stesso.

Dalla narrazione di storie, effettuata dai media in maniera più o meno plateale si passa alla narrazione di se stessi, al continuo rivedersi per confermare che la propria esistenza è anche una storia importante. Il concetto di Andy Warhol secondo il quale “nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti” si è condensato nei pochi secondi dei video virali e delle condivisioni dei social di questi anni.

Perché non vedere Fantastic Machine

Vista la quantità di materiale potenzialmente infinita, il lavoro di ricerca per questa opera è certosino (c’è anche un’intervista in francese a un giovane Carlo Freccero che parla della forza della tv commerciale perchè votata al piacere del pubblico) ma alla fine, inevitabilmente, si perde nei troppi argomenti.

Ci fa vedere la manipolazione delle immagini, poi si sposta sulla manipolazione della mente dello spettatore, che sembra debba essere ridotto ad uno stato di continuo desiderio mai appagato, come un bambino.

Forse questo è l’elemento che emerge maggiormente, la nuova tecnologia basa la sua forza sul desiderio di appagamento, sulla scarica di ossitocina generata da un like ad un post. Una distrazione di massa che allontana tutti dalla realtà e dalla vita adulta.

Fantastic Machine è un documentario sul potere delle immagini che esce il 9 maggio, ed è un’accoppiata vincente con un altro film che parla di narrazione per immagini, Civil War di Alex Garland, nei cinema già adesso.

Fantastic Machine è distribuito in sala da Teodora Film a partire dal 9 maggio.

Regia: Axel Danielson e Maximilien Van Aertryck Con (voce narrante versione italiana): Elio Germano Anno: 2024 Durata: 85 min. Paese: Svezia/Danimarca Distribuzione: Teodora Film

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