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Dune – Parte due – Recensione del film di Denis Villeneuve con Timothée Chalamet e Austin Butler

Dune – Parte due – Recensione del film di Denis Villeneuve con Timothée Chalamet e Austin Butler

Finalmente la cinefila, spasmodica attesa è terminata, Dune – Parte due (Dune: Part Two) è approdato sui nostri grandi schermi. Dunque, dopo aver eviscerato ed analizzato con puntiglio recensorio il primo episodio, ivi ci tuffiamo in tal suddetto secondo capitolo, esponendovelo esegeticamente, ci auguriamo in maniera esaustiva e precisa, nelle righe a venire, disaminando questa tranche nuovamente firmata, così come ovviamente tutta la trilogia presto compiuta e definitivamente a concretizzarsi, dal regista Denis Villeneuve (Blade Runner 2049, Sicario).

Director tanto amato quanto ancora stranamente e abbastanza incomprensibilmente osteggiato da una buona e ingiustificata falange di suoi detrattori, questi sì, assai criticabili e difficili da abbattere, in quanto Villeneuve, a nostro avviso, non soltanto ha oramai consolidato sempre più la sua chiara e presto riconoscibile poetica e uno sguardo cristallino veramente inconfondibili, raggiungendo uno stile via via bellamente affinatosi, bensì è automaticamente un nome imprescindibile del cineastico panorama cinematografico.

Quanto appena da noi affermato, parimenti e a sua volta, capiamo bene, può essere opinato ma ciò, appena espressovi, pensiamo fermamente e in maniera alquanto netta e insindacabile.

Villeneuve che, di tal suo opus e seconda sua avventura fantascientifica, per meglio dire, adattamento della celeberrima saga letteraria di Frank Herbert, già trasposta filmicamente da David Lynch, in collaborazione con Jon Spaihts (stavolta, è assente Eric Roth, Killers of the Flower Moon), è sceneggiatore primario e, ripetiamo, ancor specificando, assoluto padrone dietro la macchina da presa.

Proseguendo il viaggio, in ogni senso, del duca Paul Atreides interpretato dal fotogenico, ipnotico e carismatico, giovanissimo Timothée Chalamet (Wonka, Bones and All), attore in perenne ascesa e dalle prospettive vertiginose su cui nutriamo giustissime speranze, secondo noi, a ragion veduta.

Trama, molto sintetizzatavi per non sciuparvi le molteplici sorprese in cui, nei centosessantasette minuti, di durata circa, di Dune 2, v’imbatterete, di certo stupendovene ed emozionandovi continuamente:

Riprendendo esattamente laddove s’interruppe la sospesa prima parte, assistiamo a Paul (Chalamet), in compagnia dell’amorevole e affascinante sua madre Lady Jessica e Chani (rispettivamente incarnate, come risaputo, da Rebecca Ferguson e Zendaya), che s’unisce ad un gruppo nutrito di Fremen, guidati da Stilgar (Javier Bardem), alla disperata e umana ricerca di vendetta contro gli uccisori della sua famiglia, ovvero gli Harkonnen, capeggiati dal mostruoso e terribile barone Vladimir (Stellan Skarsgård).

In seguito, infatti, alla tremenda e inattesa cospirazione ordita sinistramente da quest’ultimo a danno assassino e letale della famiglia Atreides, ora Paul, unico ma ancor inesperto “principe” ed erede del trono della dettavi dinastia, vaga nel deserto di Arrakis, nutrendo vivamente nell’animo suo, indomitamente battagliero, l’inarrendevole e ferrea speranza, dura a morire, belligerante, stoica e luccicante d’un domani esistenzialmente migliore e messianicamente raggiante per lui e il suo popolo… Forse, alla fine, dopo altre illuminanti e prodigiose, al contempo sofferenti peregrinazioni faticose, dopo allucinatorie visioni divinatorie, il “veggente” e predestinato Paul combatterà a singolar tenzone, uscendone trionfatore, contro il malefico e cruento nipote del barone, alias Feyd-Rautha (Austin Butler).

Cosa funziona in Dune – Parte due

Dopo un titubante e prolisso incipit estenuante, Dune 2 prende altamente quota, specialmente quando, finalmente conclusosi tal prologo sterminatamente lungo che andava di sicuro snellito d’intreccio più ammorbidito, entra spettacolarmente in scena l’appena succitato Feyd-Rautha, personaggio tanto pauroso quanto perfettamente cesellato da un Butler ispirato e perfetto per la parte, il quale lo vivifica con istrionismo ben dosato e personalizzato. Oltre agli immancabili, non disattesi ritorni lodabili di Dave Bautista/Glossu Bestia Rabban & Josh Brolin/Gurney Halleck, plauso anche alle new entries, efficaci e corpose, di Florence Pugh (Oppenheimer) nei panni della Principessa Irulan Corrino, di Christopher Walken (La zona morta) in quelli dell’Imperatore Shaddam IV e di Léa Seydoux (Crimes of the Future) nel ruolo di Margot Fenring.

Carismatici cammei della veterana Charlotte Rampling (Angel Heart – Ascensore per l’inferno) e quello, sino a poco tempo fa, top secret e “invisibile” di Anya Taylor-Joy (The Witch).

Villeneuve, ivi coadiuvato, sottolineiamolo ancora, da un cast di prim’ordine in cui svetta uno Chalamet in forma splendida, sia fisica che recitativa, e sorretto non poco dalle soavi e potenti immagini di Greig Fraser, al di là d’alcuni passaggi dall’andatura, metaforicamente intendendoci, a passo teutonico, riesce egregiamente a intrattenerci per circa 3h, alzando inoltre decisamente il livello soprattutto nel finale girato con tecnica maestria ineccepibile, senso del ritmo e della suspense mozzafiato.

Equiparando il capostipite a Dune – Parte due, possiamo di certo asserire che risulta superiore quest’ultimo, malgrado sia inficiato da un inizio stentato, altresì tutto sommato perdonabile, come sopra espostovi.

Perché non guardare Dune – Parte due

Dune 2 non sempre mantiene, quindi, in equilibrio la mistura fra l’impeccabile parte formale, inattaccabile e mirabile, e i segmenti prettamente inerenti lo sviluppo degli eventi raccontatici, perdendosi qua e là in svolazzi pindarici forse ridondanti. Nonostante sia narrativamente sfilacciato e poco coeso, la sua disorganicità non intacca il risultato complessivo, ugualmente risultando, perdonate la voluta ripetizione e il gioco di parole, peraltro appropriato, un film degno di nota, qualitativamente massiccio, considerevole e dunque imperdibile.

Il film è al cinema dal 28 febbraio con Warner Bros.

Regia: Denis Villeneuve Con: Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Austin Butler, Florence Pugh, Dave Bautista, Christopher Walken, Stephen McKinley Henderson, Léa Seydoux, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, Javier Bardem, Anya Taylor-Joy, Souheila Yacoub, Roger Yuan, Babs Olusanmokun, Giusi Merli, Kait Tenison, Tara Breathnach, Ben Badra, Noureddine Hajoujou, Kincsö Pethö, Leon Herbert, Moe Bar-El, Serhat Metin, Amra Mallassi, Jordan Long, Zdenek Dvoracek, Billy Clements, Anton Saunders, Dominic McHale, Tony Cook, Jonathan Gunning, Will Irvine, Alan Mehdizadeh, Kajsa Mohammar, Matthew Sim, Steve Wall, Italo Amerighi, Tracy Coogan, Jimmy Walker (II), Rand Faris, Dora Kápolnai-Schvab, Joelle, Tim Blake Nelson Anno: 2024 Durata: 166 min. Paese: USA, Canada Distribuzione: Warner Bros Italia

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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