Beetlejuice Beetlejuice – Recensione del film di Tim Burton con Michael Keaton e Monica Bellucci a Venezia 81
Dall’81.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, recensiamo il favolistico, fastoso, molto divertente ed eclettico, pindarico e al solito intriso d’umorismo macabro, opus di Tim Burton, presentatosi in laguna e sul red carpet, ovviamente, con la sua Monica Bellucci, qui fra le protagoniste della sua pellicola, ovverosia sia Beetlejuice Beetlejuice.
Film attualmente or nelle nostre sale e scelto come evento d’apertura dell’edizione festivaliera che ha inaugurato tal prestigiosa kermesse nel dì 28 agosto scorso, ricevendo un’accoglienza contrastante. A noi è piaciuto parecchio e, prossimamente, cioè nelle righe a venire, lo disamineremo, tentando d’eviscerarne e rivelare i pregi, rimarcandone però al contempo i molti difetti, purtroppo ravvisati e decisamente visibili, dunque assolutamente non eludibili.
Sequel naturalmente dell’originale dell’oramai lontano ‘88, sottotitolato forse impropriamente Spiritello porcello, quindi realizzato oltre tre decadi dall’anno appena dettovi, Beetlejuice Beetlejuice, sceneggiato da Alfred Gough & Miles Millar, malgrado non sia eccelso, eccelle sotto molti aspetti e, nella sua scorrevole durata di poco più di un’ora e mezza, dopo i suoi roboanti titoli di testa scanditi a volo d’angelo su una città fantasmatica, immersa in fosche tenebre mortifere, altresì luccicanti di morbide luci al neon cangevoli, riparte laddove la vicenda s’interruppe, riprendendo alcuni personaggi dell’opera originaria e aggiungendo nel cast delle succose new entries che ne impreziosiscono l’amalgama attoriale con sapida bravura, donando freschezza.
Beetlejuice Beetlejuice è inebriato di nuova linfa vitale dai singoli interpreti trasfusa a tale brillante operazione spassosa e divertita che, al di là di molte pecche, risulta vincente e innervata di pungente dark humor, imbastita consuetamente, secondo lo stile consolidato di Burton, su atmosfere decadenti e pulsanti di eccentricità pura.
Trama:
Ecco la famiglia Deetz pressoché al completo che fa ritorno a Winter River. Lydia (Winona Ryder, Stranger Things) sta or assieme al bizzarro regista Rory (Justin Theroux che, di variazione tematica, riprende meta-cinematograficamente il suo ruolo in Mulholland Drive di Lynch con le mutuate “correzioni” burtoniane) ma, già affetta da insanabili turbe psichiche e da un’atavica depressione dannosa e annosa, soffre di allucinazioni paranoiche oppure esiste realmente lo spettro del terribile Beetlejuice (Michael Keaton, La memoria dell’assassino)?
Inoltre, Lydia è molto apprensiva nei riguardi di sua figlia adolescente, parimenti problematica e psicologicamente chiusa di nome Astrid (Jenna Ortega). Qualcuno ha risvegliato Delores (Monica Bellucci), ex sposa di Beetlejuice e Beetlejuice stesso è stato rievocato ed è ritornato. Sulle sue tracce v’è il segugio detective Wolf Jackson (Willem Dafoe).
Cosa funziona in Beetlejuice Beetlejuice
Bellamente arzigogolato, con una prima ora ineccepibile e visionaria, fotografato vertiginosamente da Haris Zambarloukos (Assassinio Sull’Orient Express) e come sempre musicato dell’habituè par excellence di Burton, vale a dire Danny Elfman, recitato benissimo da tutto il suo parterre, composto fra gli altri, oltre dai già sopra menzionativi attori, da Catherine O’Hara e Burn Gorman, Beetlejuice Beetlejuice ha ritmo da vendere e sembra una versione de La famiglia Addams di Barry Sonnenfeld ivi rielaborata dalla cupa e al contempo romantica, a tratti, come sappiamo, sdolcinata poetica di Burton.
In tal caso, però, insolitamente più cinico e modernamente agganciato ai vizi e difetti della società attuale a cui riserva molte critiche socio-culturali. Alcune vanno a segno, altre invece no.
Perché non guardare Beetlejuice Beetlejuice
Dopo un primo segmento, come detto, ottimamente ritmato e convulsamente energico, il film s’affloscia in cliché reiterati e in situazioni ripetitive ai limiti del sopportabile, con vari “finali” sovrapposti che appesantiscono la leggiadria iniziale e la briosa atmosfera gustosa respirata sin a quel momento.
Per di più, le stoccate finali a Netflix appaiono ipocrite e del tutto dissociate dal clima gotico e perfino neo-noir da Burton allestite, stonando vistosamente.
Il film è al cinema dal 5 Settembre con Warner Bros.
Regia: Tim Burton Con: Michael Keaton , Winona Ryder , Justin Theroux , Monica Bellucci, Jenna Ortega , Willem Dafoe , Catherine O’Hara , Sofia Fernlöf , Filipe Cates , Juliana Yazbeck , Gianni Calchetti , Danny DeVito , Burn Gorman , Amy Nuttall , James Fisher , Arthur Conti , Nick Kellington , Santiago Cabrera , Sami Slimane , Mark Heenehan , Charlie Hopkinson , Liv Spencer , Skylar Park , Matthew Lyons , Jane Leaney , David Ayres (III) , Sophie Holland , Walles Hamonde , Max Pemberton , Rebecca O’Mara , Adam Speers , Daryl Kwan , Caroline Lawrie , Philip Philmar , Stephen K. Amos , Sean Verre , Noah Mendes , Bea Svistunenko , Alex Michael Stoll , Rupi Lal , Georgina Beedle , Stefano Marchetti , Samantha Chung Anno: 2024 Durata: 104 min. Paese: Stati Uniti Distribuzione: Warner Bros Italia