Un Altro Ferragosto – Recensione del film di Paolo Virzì con Sabrina Ferilli, Christian De Sica e Silvio Orlando
Oggi recensiamo il nuovo e molto atteso opus di Paolo Virzì (Ovosodo, La pazza gioia), uscito nei cinema giovedì 7 marzo tramite la 01 Distribution, ovvero Un altro ferragosto.
Un altro ferragosto, film della corposa, scoppiettante ed esilarante durata di circa due ore nette, è il seguito sui generis, più che altro, in tal caso, sarebbe più consono utilizzare la parola revival, aggiornato ai confusionari tempi odierni e a largo raggio, in senso altamente figurato, di una delle prime pellicole dell’amato, al contempo contestato, eppur sempre interessante regista livornese suddetto, vale a dire Ferie d’agosto.
Di cui riprende quasi interamente lo stesso cast dell’originario lungometraggio appena citatovi. Un altro ferragosto è, oltre che naturalmente diretto, scritto dallo stesso Virzì assieme a suo fratello Carlo e a Francesco Bruni, quest’ultimo sovente già sceneggiatore d’altre opere virziniane.
Trama, molto sintetizzatavi per non sciuparvene le sorprese, senz’eccedere quindi in pedanterie irrilevanti e poco pertinenti, altrimenti commetteremmo imperdonabili spoiler assolutamente non necessari:
Dopo tre decadi circa, per l’esattezza ventotto anni dopo la magica estate di metà anni novanta, nella laziale località marittima di Ventotene (luogo ove peraltro si sono svolte, quasi integralmente, davvero le riprese), le famiglie Molino & Mazzalupi se ne recano nuovamente anche se per ragioni distinte e non inerenti solamente motivazioni prettamente vacanziere.
Infatti, Sandro (Silvio Orlando, Il sol dell’avvenire), fervente antifascista, esponente della filosofia democratica dell’indimenticato ex Presidente della Repubblica, Sandro Pertini (da lui evocato, da noi visualizzato in suggestive immagini in B/N, attraverso suoi utopistici sogni deliranti, e “ringiovanito” nelle fattezze fisiche dell’incarnatosi Alberto Basaluzzo), attempato coniuge dell’inseparabile ed amorevole Cecilia Sarcoli (Laura Morante) sta morendo, è gravemente malato ed è stato ospitato a Ventotene da suo figlio Alberto (la new entry Andrea Carpenzano) al fine di trascorrervi gli ultimi momenti di spensieratezza e felicità.
Alberto, non ancor trentenne ma già perfettamente appagato economicamente, in quanto imprenditore precocemente famoso e arrivato, è gay e suo marito è un eccentrico fotomodello che non passa inosservato…
Nel frattempo, Sabrina Mazzalupi, detta Sabry (Anna Ferraioli Ravel), ascesa vertiginosamente a star della rete, in quanto influencer seguita da migliaia di follower, sta convolando finalmente a nozze, chissà però se felici, e a Ventotene, da celebrità internet, perdonate il seguente gioco di parole, celebrerà, con tanto di banchetto nuziale e suoi amici di lunga data e parenti, forse serpenti, quivi riunitisi per tal lungamente aspettato evento speciale, la rinomata festa in suo onore. È promessa sposa del burino tatuato e volgare, eppur forse, a suo modo affettuoso, Cesare (Vinicio Marchioni).
Sul luogo, inoltre è accorsa la disillusa eppur sempreverde, ancor affascinante e sensuale Marisa (Sabrina Ferilli), zia di Sabry, in compagnia del suo consorte, l’ingegnere Pierluigi Nardi Masciulli (un incontenibile Christian De Sica, appesantito ma impagabile).
Marisa è ancora innamorata di Alberto (Gigio Alberti), col quale instaurò, tanti anni addietro, esattamente in tal luogo, ça va sans dire, un focoso, sudaticcio e passionale flirt irripetibile, altresì fuggevole. Com’è lecito aspettarsi, ne succederanno delle belle e ne accadranno di cotte e di crude, fra complicazioni, litigi, colpi bassi cinici, furibonde gelosie e schermaglie di vario tipo, in tale pochade dinamica e brillante.
Cosa funziona in Un Altro Ferragosto
Secondo il riconoscibile e consolidato stile di Virzì, improntato alla leggiadria mescolata all’eclettismo ed impegno intellettuale con immancabili puntate nel cinismo sardonico e ruspante, Un Altro Ferragosto si rivela un “sequel” particolare veramente efficace che vince la scommessa di resuscitare, potremmo dire, e rivivificare un suo stesso cult, specialmente adorato dai suoi aficionados.
In effetti, non era impresa facile ripetere la trionfante formula del capostipite. La compagine attoriale, egregiamente, ben l’asseconda in tale impresa riuscita e anche i nuovi sopraggiuntivi interpreti, nell’originario Ferie d’agosto, ovviamente assenti, scusateci se puntigliosamente lo specifichiamo doverosamente, si dimostrano pienamente all’altezza. Cesellando infatti i rispettivi personaggi lor assegnati con bravura e senz’alcuna sbavatura, incarnandosene coloritamente e non soltanto bozzettisticamente, bensì delineando con spessore uomini e donne che, a seconda del caso, naturalmente, seppur inevitabilmente macchiettistici e all’apparenza stereotipati, in virtù della pienezza espressiva infusavi, assumono corposità vivace e credibile in un incalzante, agrodolce, intrecciarsi senza soluzione di continuità, fra il melanconico e il tragicomico, di grottesche situazioni tanto spassosamente bislacche e ridicole quanto al contempo amarognole e impregnate di tristizia agrodolce.
Virzì, d’altronde, ciò è innegabile, fin dai suoi esordi, eccelle nel compiere ritratti radiografici del nostro Belpaese, rimarcandone i difetti e accentuandovene, più che altro evidenziando, talvolta spiritosamente e con sapido gusto, ingigantendo, a dismisura ma con intelligente mis(t)ura, i suoi difetti. Cosicché, il suo spaccato socio-politico diviene lo specchio angosciante della nostra Italia allo sbando, ivi “semplicisticamente” rappresentata da due fazioni famigliari agli antipodi per estrazione e contrapposte, antitetiche classi di provenienza, perciò uno Stivalone scisso fra idealisti oramai ancorati a un passato irrecuperabile che li ha scavalcati e superato le loro stesse ambizioni frustrate e i menefreghisti di oggi, facilmente arricchitisi e dipendenti dalla mentalità arrivistica e superficiale figlia dello specchietto virtuale per le allodole e gli ignoranti, ovvero i social.
Perché non guardare Un Altro Ferragosto
Un altro ferragosto, pur intrattenendoci grazie al suo fluido e dosato ritmo abbastanza sostenuto, divertendoci e financo commuovendoci in molti punti sferzanti, incisivi e graffianti, in totale franchezza, andava leggermente scorciato, soprattutto nell’ultima mezz’ora. Quando, sì, sebbene nel climax tutti i nodi arrivino al pettine, si dilunga pedissequamente in parentesi retoriche e scenette un po’ patetiche, persino moralisticamente didascaliche che ne appesantiscono l’ironica freschezza principale.
Nota di merito per Fabrizio Ciavoni nel piccolo ma significativo e guascone ruolo del figlio scorbutico della coppia Marisa-Ferilli/Masciulli-De Sica.
Al cinema dal 7 Marzo con 01 Distribution.
Regia: Paolo Virzì Con: Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel, Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Raffaele Vannoli, Lorenzo Fantastichini, Claudia Della Seta, Silvio Vannucci Anno: 2024 Durata: 115 min. Paese: Italia Distribuzione: 01 Distribution