Alien: Romulus – Recensione del film di Fede Álvarez con Cailee Spaeny ora al cinema.
Oggi è il turno del magnifico opus del sempre più convincente ed eccellente Fede Álvarez (La Casa, Man in the Dark), ovverosia nientepopodimeno che l’annunciato Alien: Romulus, dallo scorso mercoledì 14 agosto distribuito in Italia, da noi nelle prossime righe disaminato e, come sopra accennatovi, assai apprezzato.
Alien: Romulus è un atipico ed estremamente suggestivo “inter(se)quel” dell’immarcescibile saga cinematografica inaugurata e leggendariamente partorita dall’epocale, rivoluzionaria creazione del suo “personaggio” principale ad opera del compianto Dan O’Bannon e dello sceneggiatore Ronald Shusett, filmicamente traspostaci con Alien del ‘79 dal suo celeberrimo regista Ridley Scott (The Last Duel). Ivi, in veste naturalmente di produttore principale e primario fautore di tal vincente operazione molto riuscita che giustamente ha già entusiasmato l’intellighenzia critica non soltanto d’oltreoceano e che ci trova perfettamente concordi, per l’appunto, nell’esserne vivamente entusiasti.
Per dovere di chiarezza, ci teniamo subito a precisare che Alien: Romulus non è ancora uscito per il pubblico negli Stati Uniti (perlomeno, ci riferiamo alla data suddetta del 14, avendo avuto la sua prima per il pubblico due giorni dopo) e dunque, quanto poc’anzi sopra scrittovi, cioè l’alta media recensoria riscontrata del suddetto film da parte della Critica americana, si riferisce ai suoi positivi giudizi inerenti le esclusive anteprime già per la stampa USA precedentemente svoltesi.
Specificatovi ciò, Alien: Romulus è stato scritto dallo stesso Álvarez assieme a Rodo Sayagues e dura 2h nette, vivamente pulsanti, elettricamente adrenaliniche e avvincenti in modo stupefacente. E il film in questione è sorprendente in toto, essendo riuscito nel compito, non poco ostico, di vivificare un franchise che ultimamente languiva e pareva esser per sempre sepolto e superato.
Eccone la trama da noi molto sinteticamente espostavi e delineata a grandi linee per non rovinarvene le innumerevoli sorprese spiazzanti, appaganti e non poco terrificanti:
Corre l’anno 2142 e da una sepolcrale, tetra e caliginosa stazione spaziale e mineraria, alcuni giovanissimi colonizzatori s’imbarcano galatticamente in un viaggio interstellare, a bordo d’una navicella naturalmente avveniristica. Nell’equipaggio, la temeraria e attraente Rain Carradine (Cailee Spaeny), versione ante litteram dell’epica eroina Ripley del capostipite scottiano, assieme ai suoi fidi compagni d’avventura Andy (David Jonsson), Tyler (Archie Renaux) & Kay (Isabela Merced). Presto però, la loro missione si trasformerà in un raccapricciante incubo ad occhi aperti poiché dalle oscure segrete meandriche dell’astronave appariranno, mefitiche e sanguinarie, delle ancestrali creature parassite e sesquipedalmente letali, oltre che difficilmente vincibili.
Cosa funziona in Alien: Romulus
Visivamente stupendo, coeso, malgrado un breve incipit leggerissimamente soporifero, Alien: Romulus, alla pari della navetta ospitante i nostri temerari e intrepidi guerriglieri, spicca il volo superbamente, incantandoci interminabilmente in un crescendo rossiniano di pathos furente e suspense a non finire, fra vertiginose sequenze mozzafiato, fotograficamente eccelse, e sussulti perenni.
Come dettovi, Alien: Romulus è un seguito situato a livello cronologico “in medias res”, concedeteci tal figura retorica e metaforica, volutamente usata in maniera impropria, tra il film originario succitato di Scott e Aliens – Scontro finale di James Cameron.
Sebbene, per quanto concerne le sue cupissime atmosfere malsane ed asfittiche, assomigli nettamente al claustrofobico Alien³ di David Fincher (The Game). Fede Álvarez, memore dei suoi precedenti registici, allestisce un sanguinolento horror al cardiopalma con echi thrilling dalle potenti venature, non sol cromatico-figurative, tanto nere quanto pure e, figurativamente parlando, emozionalmente purpuree. Permetteteci tal nostra coniata espressione poetica.
Poiché Alien: Romulus è intriso di sfumature dal colore cremisi mescolate ad action magistrale dei più soavemente incantevoli. Imprescindibile, inoltre, e doveroso citare il “redivivo” Ian Holm/Rook ricreato perfettamente e digitalmente a computer.
Perché non guardare Alien: Romulus
Se la direzione di Álvarez è notevole e priva di sbavature, se la fotografia, a cura, precisiamo, di Galo Olivares è ipnotica e le coreografie impeccabili, il cast però difetta in bravura. Ad eccezion fatta dell’impressionante e bellissima Spaeny che catalizza il nostro sguardo a ogni minima inquadratura, “reincarnandosi” in una moderna Sigourney Weaver parimenti, così come avvenne in Alien, molto sexy nel prefinale. È un’attrice destinata a un futuro portentosamente cosmico.
Al cinema dal 14 Agosto con Disney.
Regia: Fede Alvarez Con: Cailee Spaeny, Isabela Moner, Archie Renaux, David Jonsson (II), Aileen Wu, Spike Fearn, Rosie Ede, Ian Holm, Daniel Betts Anno: 2024 Durata: 119 min. Paese: USA, Gran Bretagna Distribuzione: Walt Disney