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The Palace – Recensione del film di Roman Polański con Mickey Rourke

The Palace – Recensione del film di Roman Polański con Mickey Rourke, presentato Fuori Concorso a Venezia 80.

Direttamente dall’80.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, recensiamo il nuovo opus di Roman Polański, ovvero The Palace. Film presentato in anteprima mondiale, Fuori Concorso, nella giornata del 2 settembre e presto nei nostri cinema, esattamente a partire dal prossimo, imminente 28 settembre, tramite la 01 Distribution.

Francamente, così come esplicheremo, disaminandolo più avanti, non comprendiamo le ragioni che possano aver spinto Polanski (La nona porta, L’uomo nell’ombra), regista meraviglioso e indiscutibile cineasta prestigioso, autore di numerosi capolavori insindacabili e maestosi quali Chinatown, vincitore peraltro, giustamente, pochi anni or sono, in quel della kermesse, del Leone d’argento per il bel L’ufficiale e la spia, a girare un film così strampalato e assurdo, se volessimo semplicemente essergli eufemistici e poco lapidariamente cattivi.

Poiché, in tutta onestà, The Palace è un film alquanto impresentabile, anzi così brutto da poter ridicolmente assurgere paradossalmente a imprescindibile (s)cult movie immediato.

È una bislacca buffonata priva totalmente di senso, specialmente qualitativo, che fa il verso, in modo negativo, alla stessa settima arte polanskiana, grottescamente e involontariamente divenendo una pellicola caricaturale perfino delle strepitose commedie graffianti ed efficacemente caustiche e provocatorie di Roman, come per esempio Carnage (sempre visto al festival di circa una decade fa).

È una sciocca provocazione, a nostro avviso, all’intera sua filmografia più sanamente e brillantemente corrosiva e ficcante, cioè è un film con la firma di Polanski che par essere stato filmato da un suo maligno imitatore-detrattore per sbeffeggiarlo e deriderlo apertamente.

Rappresentando, al contempo, uno sberleffo inflitto, crudelmente e illogicamente, a ogni suo aficionado e stimato cultore dei più irriducibili e perpetrato, ciò è ancor più grave, in maniera agghiacciante, a Roman stesso.  

Scritto da Roman Polański assieme al suo amico e collega di lunga data Jerzy Skolimowski con apporti di Ewa Piaskowska, The Palace dura un’ora e quaranta minuti, abbastanza estenuanti.

Trama:

Tutta una serie di personaggi, quasi tutti di una certa età e molto ricchi, per festeggiare l’arrivo del nuovo millennio, si ritrova in quel delle alpi svizzere, precisamente al Palace Hotel di Gstaad.

Il direttore di tal fastoso hotel si chiama Hansueli (Oliver Masucci) e il gruppo di balzani e assai facoltosi uomini e donne è formato, tra gli altri, da Constance Rose Marie de La Valle (Fanny Ardant), da Bongo (Luca Barbareschi, anche produttore per Roman, nuovamente, dopo il succitato J’accuse), da Mrs. Robinson (Sydne Rome), Arthur William Dallas III (John Cleese), dal dottor Lima (Joaquim de Almeida) e dall’altezzoso e lezioso, perennemente insofferente e irascibile Bill Crush (Mickey Rourke).

Tra incomprensioni e scaramucce, pirotecniche follie vicendevoli, litigi forsennati, frizzi e lazzi tremendi, tutti stanno aspettando impazientemente, forse soltanto annoiatamente, nella notte di San Silvestro del 31 dicembre del ‘99, il fatidico arrivo del 2000 tanto atteso e l’esplodere, forse liberatorio, dei consueti, come da tradizione, fuochi d’artificio incandescenti.

Cosa funziona in The Palace

Sguaiato, assai poco divertente, insensato per la maggior parte del suo minutaggio, The Palace vive però d’alcuni momenti simpatici e graziosi.

Specialmente è Mickey Rourke a farla da padrone assoluto della scena, in alcuni sketch e assoli suoi recitativi che valgono il prezzo del biglietto, rubandola a tutti.

Poiché, probabilmente fin da subito consapevole di star partecipando a una bischerata senza capo né coda, a un divertissement (non tanto) bello e buono, sa prenderci e prendersi in giro con encomiabile autoironia decisamente apprezzabile e gustosa.

Ottima, inoltre, malgrado il film sia ambientato pressoché unicamente fra camere d’albergo e spazi angusti, la fotografia dell’esperto Pawel Edelman.

Perché non guardare The Palace

Dobbiamo essere franchi. Il film raramente fa ridere e intrattiene pochissimo, ci narra di antipatici personaggi noiosi che a loro volta ci annoiano terribilmente ed è scevro interamente della forza velenosa del Roman Polański cinicamente, in passato, geniale.

Tant’è che The Palace non diventa neppure un’interessante critica al vetriolo d’una alto borghesia insopportabile e viziata, bensì è il film stesso viziato da una carenza strutturale e concettuale veramente allarmante. La sua pochezza è disarmante.

Al che ci sorge spontanea una domanda, la seguente: sì, è vero, caro Roman, hai appena compiuto novant’anni e forse non sei più grandemente lucido come un tempo ma, al di là della tua veneranda età, che cosa ti è obiettivamente successo?

Dobbiamo esserti noi obiettivi, The Palace è un film orribile e inguardabile anche se ne volessimo, per troppo amore e venerazione nei tuoi riguardi, cambiarne la nostra ottica e renderci ciechi, fingendo che non sia, tutto sommato, obbrobrioso come invece, ahinoi, è inappellabilmente.

Al cinema dal 28 settembre con 01 Distribution.

Regia: Roman Polanski Con: Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Joaquim de Almeida, Luca Barbareschi, Milan Peschel, Bronwyn James, Fortunato Cerlino, Michelle Shapa, Mickey Rourke, Olga Kent, Marina Strakhova, Anton Pampushnyy, Alexander Petrov, Ema Kovac, Lara Pictet, Francis Chapman, Felix Mayr, Danny Exnar, Vincent Leittersdorf, Teco Celio, Jay Natelle, Matthew T. Reynolds, Angelica Barbareschi, Davide Gagliardi, Irina Kastrinidis Anno: 2023 Durata: 100 min. Paese: Italia, Svizzera, Polonia Distribuzione: 01 Distribution

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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Un commento

  1. Direi che la diagnosi di Falotico è perfetta….Non ho ancora visto il film, ma già dal trailer si respira un’atmosfera kitch, volutamente sopra le righe, ma nel modo peggiore….Al punto che sorge il dubbio che il buon Polanski abbia ceduto ad un delirio di demenza senile.

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