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The Old Oak – Ken Loach e l’importanza della comunità – Recensione

The Old Oak: esce in sala, il possibile ultimo film di Ken Loach (da una sua dichiarazione), è un lucido sguardo sulla nostra attualità.

La Vecchia Quercia è un luogo davvero unico. Oltre ad essere l’ultimo pub rimasto, è il solo punto d’incontro pubblico di una località che, un tempo prospera grazie all’industria mineraria, e oggi affronta tempi difficili dopo tre decenni di costante declino.

La sua sopravvivenza è un’impresa ardua per il proprietario del pub, TJ Ballantyne (interpretato da Dave Turner). La situazione diventa ancor più precaria con l’arrivo dei rifugiati siriani trasferiti nel villaggio, poiché The Old Oak diventa oggetto di controversia territoriale.

In questo contesto, TJ sviluppa un’insolita amicizia con una giovane siriana di nome Yara (interpretata da Ebla Mari). Il film esplora la possibilità di trovare un canale di comunicazione tra le due comunità, nonostante le barriere culturali e linguistiche.

The Old Oak è un toccante dramma che tratta temi come la perdita, la paura e la sfida nel riscoprire la speranza, mettendo in luce la complessità delle relazioni umane in un contesto di cambiamento sociale e culturale.

Cosa funziona in The Old Oak

Quello che Ken Loach ci insegna a fare con i suoi film, da 50 anni a questa parte è ragionare. Capire, osservare. Il film ci spiega anche a sentire, nel senso di provare un’emozione in questo caso di vicinanza, con ciò che succede a chi è sullo schermo.

Mentre si inanellano le storture del nostro mondo (spopolamento dei piccoli paesi, meno lavoro, meno educazione scolastica, più rabbia verso chi arriva in fuga da situazioni disperate) le due comunità, quelle del paese di Durham, Inghilterra del nord e i profughi siriani scappati dalla guerra si scoprono più simili di quanto credevano.

A testimoniare il fatto che un essere umano ha un istinto innato per la socialità e l’accoglienza, e che è anche ciò che lo ha salvato dall’estinzione.

Perché non guardare The Old Oak

Gli unici difetti che si possono trovare nell’ultima pellicola del regista inglese sono legati al fatto che ci mette di fronte ai nostri pregiudizi, alle istintive diffidenze verso l’altro, mostrandone l’assurdità.

Meritatissima la Palm Dog conferita al cane Marra (fedele compagna del protagonista) all’ultimo Festival di Cannes dove il film era in concorso.

Il film dimostra come il calore umano e la comunità siano l’unico mezzo di ribellione contro una realtà disumanizzante, un principio da non dimenticare.

Il film è in sala distribuito da Lucky Red dal 14 novembre. In molte sale sarà accompagnato dallo stesso regista.

Regia: Ken Loach Con: Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson, Trevor Fox Anno: 2023 Durata: 113 min. Paese: Gran Bretagna Distribuzione: Lucky Red

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