Ebbene, oggi per il consueto appuntamento con la nostra rubrica Racconti di Cinema, disamineremo il bellissimo ed inquietante La promessa (The Pledge).
La promessa, pellicola del 2001, della consistente ma avvincente durata di due ore e quattro minuti netti, opus n. 3 (perlomeno in termini prettamente inerenti un lungometraggio per il grande schermo) di Sean Penn regista (Una vita in fuga), dopo il magnifico Lupo solitario e l’altrettanto notevole, sebbene assai sottovalutato ai tempi della sua uscita, Tre giorni per la verità.
Tale film da noi preso in questione, liberamente adattato da Jerzy & Mary Olson-Kromolowski a partire dal celeberrimo romanzo omonimo di Friedrich Dürrenmatt, vede come protagonista principale uno strepitoso Jack Nicholson, qui alla sua seconda prova attoriale, dopo il succitato e appena sopra menzionatovi film, per la direzione del suo amico Penn. La promessa rimane, a tutt’oggi, a nostro avviso, la migliore opera in assoluto nel cineastico carnet filmografico del discontinuo e altalenante, eppur sempre interessante, Penn in veste di regista. Non siamo, peraltro, i soli a reputarlo il film più riuscito di Penn director. Infatti, è pressoché parere unanime, avvalorato inoltre dall’ottima media lusinghiera attestata dal sito aggregatore di opinioni recensorie, metacritic.com, equivalente al più che soddisfacente 71% di pareri positivi, a pensarla in questo modo.
Trama, brevemente enunciatavi per non sciuparvi le sorprese se siete fra coloro che non hanno mai visto questo film:
Il coriaceo e arrugginito, invecchiato e stanco, eppur al contempo ancora lucido e molto intuitivo poliziotto Jack Black (Nicholson), in quel delle aspre e brulle montagne nevose del Nevada, sta indagando in merito a un misterioso, brutale assassino di una bambina. Dapprima, la polizia del luogo sospetta di Toby Jay Wadenah (Benicio Del Toro), pellerossa menomato che, colto dal panico, accerchiato psicologicamente dai duri e inquisitivi interrogatori impietosi degli sbirri, finisce con l’autoaccusarsi, poi tragicamente suicidandosi. Jack fu l’unico dei poliziotti a pensare, fin dapprincipio, che Toby non fosse il responsabile del barbaro massacro compiuto ai danni della povera infante. Ma non fu ascoltato dai suoi colleghi, innanzitutto dal suo capo.
Convinto che l’omicida vero, probabilmente seriale, sia ancora a piede libero, sicuro che il mostro colpirà ancora terribilmente, forse immantinente, se ne mette sulle tracce. Girovagando col suo fuoristrada e giungendo a un’amena località ove conosce la barista Lori (Robin Wright, all’epoca moglie di Penn), avvenente e matura, sebbene molto più giovane di lui e con una figlia pressoché della stessa età della bimba uccisa sopra dettavi. Jack e Lori s’innamorano l’uno dell’altro. Jack, ripetiamo, fidandosi del suo fiuto, a suo avviso infallibile, agendo cocciutamente di testa propria, forse userà però la figlia di Lori a mo’ di esca per acchiappare il serial killer che, secondo lui, indisturbato e impunito, s’aggira da quelle parti.
Come andrà a finire, in maniera terribile e scioccante? Il killer sarà catturato oppure accadrà qualcosa d’agghiacciante e nefasto? Qualcosa andrà storto e qualcuno andrà incontro, irreversibilmente, al più totale impazzimento devastante per colpa d’una mossa tanto rischiosa e coraggiosa quanto letale?
Teso, perturbante, un indimenticabile pugno allo stomaco, raschiante, metaforicamente, le nostre viscere emotive più profonde in maniera lancinante e struggente, La promessa è feroce e stupendo, la sua macabra e allo stesso tempo romantica vicenda cupa ci appassiona e tiene col fiato sospeso dal primo all’ultimissimo minuto, immergendoci fra le nere spirali d’una detection abissale, specialmente sul versante puramente angosciante. Penn dirige con rara sobrietà, perdendosi soltanto, qua e là, in svolazzi registici troppo melodrammatici e caricati d’eccessiva enfasi non sempre ben bilanciata.
Cast straordinario ove, se il titano Nicholson giganteggia da par suo, non da meno gli sono gli altri numerosi interpreti che vanno da Patricia Clarkson ad Aaron Eckhart e Tom Noonan, da Helen Mirren a Dale Dickey (Wash Me in the River), dal memorabile e commovente cammeo di Mickey Rourke a Sam Shepard, dal compianto Harry Dean Stanton a Vanessa Redgrave.
Fotografia impeccabile di Chris Menges e belle musiche di Klaus Badelt & Hans Zimmer.