Povere Creature! – Recensione del film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone. È davvero il celebrato capolavoro, Leone d’Oro di Venezia 80?
Ebbene, direttamente dall’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica del film di Venezia, ivi recensiremo Poor Things di Yorgos Lanthimos (Il sacrificio del cervo sacro), in tale pregiata kermesse appena succitata, presentato in anteprima mondiale nel dì dell’1 settembre.
Da noi, Poor Things, tradotto in Povere Creature!, con tanto quindi di punto esclamativo aggiuntovi, mancante invece in originale, uscirà solamente il prossimo anno, esattamente il 25 gennaio 2024.Il film segna il ritorno di Lanthimos alla Mostra del Cinema a distanza esatta di cinque anni dal suo assai acclamato La Favorita.
Parimenti a quest’ultima pellicola, Povere Creature! è stato incensato di lodi sperticate, quasi unanimemente ricevendo addirittura immantinente la definizione di capolavoro istantaneo.
Chi scrive non concorda con tale apodittica, forse esagerata espressione prestamente troppo magnificante l’opus di Lanthimos. Tale esorbitante esaltazione da parte dell’intellighenzia critica ci pare infatti, ridabisco, precipitosa e sinceramente eccessiva, figlia più che altro d’una estemporanea idolatria cinefila nei riguardi di Lanthimos non del tutto giustificata e francamente smodata.
Specificatovi e premesso ciò, altresì chiariamo che Povere Creature! è un bel film e, nelle righe immediatamente seguenti, ci esprimeremo in merito, illustrandovene i pregi ma sottolineandovene anche i marcati difetti abbastanza visibili e saggiamente ravvisabili.
Sceneggiato e adattato da Tony McNamara, già autore dello script di Crudelia con Emma Stone, la quale qui è protagonista indiscussa ed eccelsa, a partire dall’omonimo romanzo firmato da Alasdair Gray, inizialmente edito col titolo Poveracci! e Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra!, Povere Creature! è un film della consistente, abbondante e sovraccarica, forse leggermente prolissa, durata di due ore e ventuno minuti.
Come dettovi, è stato sommerso da applausi interminabili dopo la sua proiezione sia al pubblico che alla stampa e quasi tutti, concordemente, hanno asserito che Lanthimos è stato geniale a narrarci e inventarsi una storia assolutamente originale e formidabilmente unica.
Innanzitutto, ciò non è vero, in quanto, come facilmente evincibile da quel poc’anzi riferitovi, Povere Creature! è una trasposizione filmica piuttosto fedele della novella originaria, perlomeno per quel che concerne l’intreccio espostoci. Son semmai lo stile, lo sguardo di Lanthimos e la sua oramai consolidata poetica assai riconoscibile, a renderlo particolare e personale, ovviamente.
Trama:
Un’avvenente, curiosa e graziosa ragazza di nome Bella Baxter (Emma Stone), sebbene apparentemente ritardata e con gravi problemi di deambulazione, vive in una spettrale eppur austera magione in quel d’una Londra distopica e visionariamente quasi fantascientifica. È stata creata dallo scienziato, Dr. Frankestein sui generis, Goldwyn Baxter (Willem Dafoe), bruttamente sfigurato in viso, il quale si fa chiamare God.
In tale lussuosa ma al contempo villa degli orrori e degli esperimenti più o meno gelidi e terribili, Bella è cristallizzata eternamente in una dimensione immutabilmente infantile dal suo padre creatore, in quanto God desidera proteggerla da un mondo esterno che percepisce pericoloso e ripieno d’insidie mostruose.
God forse, seppur agendo in buona fede, sta compiendole un’ulteriore aberrazione glaciale. Sì, perché Bella è stata peraltro da God riesumata e resuscitata dal corpo d’una donna suicidatasi a cui quest’ultimo le trapiantò ex novo un cervello vergine.
Bella non ha infatti ricordi della sua vita (tra)passata, è rinata, potremmo dire metaforicamente, in medias res giovanile della sua trascorsa e terminata esistenza che fu ed or è reincarnatasi, risorta di rinascenza trasmutata, in un’altra dimensione perfino corporea, non soltanto mentale, alterata e totalmente scarnificata, denudata del suo remoto, obliato e rigenerato io rifondato daccapo, completamente incontaminato.
Bella è un angelo candido e limpidamente incorrotto, ripetiamo, per di più segregato emozionalmente da God in un perenne limbo senza prospettive di psicofisica crescita, specialmente sessuale, alcuna.
Fin a quando non fa irruzione nella sua vita-non vita l’emancipato avvocato smaliziato di nome Duncan Wedderburn (un grande Mark Ruffalo), che di lei s’innamora perdutamente, folgorato per l’appunto dalla sua stupenda candidezza inviolata e dalla sua virginea e celestiale, sensuale bellezza marmoreamente e dolcemente adamantina.
Wedderburn, capziosamente seducendola da uomo scafato e volpone marpione, la intimerà a seguirlo di qua e di là, liberandola dalla sua irreale condizione di donna soffocatamente “violentata” e casta-castrata.
Educandola e iniziandola al sesso, sempre più selvaggio, sin a quando Bella, divenuta donna a tutti gli effetti, si trasformerà progressivamente in un’avventuriera non più illibata sotto ogni punto di vista, girando in lungo e in largo per il mondo come in un celeberrimo romanzo di Jules Verne, facendo tappa perfino a Parigi ove incontrerà un’anziana e furba matrona d’alto bordo, Swiney (Kathlyn Hunter) che la istraderà al mestiere più antico del mondo, ovvero quello eufemisticamente dell’irresistibile maîtresse per clienti, più o meno facoltosi, d’ogni tipo e sociale estrazione.
Bella, dopo essere stata (ri)creata, ha adesso ribaltato e (ri)formato, giocando noi di parole, la sua vita, divenendo assoluta e infermabile, coraggiosa e spregiudicata padrona del suo destino illimitata a mo’ di Catherine McCormack del film A Dangerous Beauty. E ne succederanno delle belle…
Cosa funziona in Povere Creature!
Visivamente strabiliante e bizzarro, cromaticamente inventivo, scenograficamente derivativo del miglior Tim Burton più gotico e dark, soprattutto nella prima mezz’ora, fantastico e iper-colorato con notevoli apporti d’una insistita eppur mai sgradevolmente artefatta color correction ad opera del direttore della fotografia Robbie Ryan, Povere Creature! è un film senza dubbio ammaliante, potentemente pindarico e funambolicamente emozionante, sorretto da una gigantesca prova attoriale d’una Emma Stone trascinante, perfetta e indimenticabile.
La quale già si candidava come una favorita per la Coppa Volpi, persa, ma prenota fin da subito un’assodata nomination ai prossimi Oscar, sperando di bissare il suo premio come miglior attrice dopo La La Land. Ivi attorniata da un cast altrettanto sfavillante e impeccabile in cui, oltre ai precedentemente citati Dafoe, Hunter & Ruffalo, anch’essi papabili di sicure candidature come best sopporting actor(s), si distinguono Ramy Youssef, Christopher Abbott e Jerrod Carmichael. Inoltre da annotare l’apparizione finale di Margaret Qualley.
Perché non guardare Povere Creature!
Povere Creature!, dopo una prima ora decisamente, perennemente spiazzante e affascinante, tesa e spasmodica, assai incalzante e brillante, comincia a girare a vuoto, riproponendoci ad libitum scene di sesso tanto sbizzarrite quanto troppo a lungo reiterate e noiose, riproposteci, in ogni salsa, in forma pedissequa.
La forza coraggiosamente scabrosa, perfino filosofica del film, così facendo, via via sparisce e, paradossalmente, il tutto è lenito e addolcito infine da un’ambigua morale femminista molto scontata e priva di (sex) appeal veramente incisivo.
Al che, Povere Creature!, da sfacciato, sarcastico e stoico inno alla libertà totale, non sol intesa in senso sessuale, si trasforma in un’allegra farsa scontata e, tutto sommato, innocua, spogliata d’ogni mordente e carica ribelle veramente graffiante.
Il film sarà nei cinema italiani dal 25 gennaio 2024 con Disney.
Regia: Yorgos Lanthimos Con: Emma Stone, Margaret Qualley, Willem Dafoe, Mark Ruffalo, Christopher Abbott, Charlie Hiscock, Kathryn Hunter (II), Ramy Youssef, Jerrod Carmichael, Damien Bonnard, Jack Barton, Jeremy Wheeler, Jon Locke, Vivienne Soan, Roderick Hill, Wayne Brett, Andrew Hefler, Suzy Bemba Anno: 2023 Durata: 141min. Paese: USA Distribuzione: Walt Disney