Home / RECENSIONI / Drammatico / L’ordine del tempo – Recensione del film di Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera a Venezia 80

L’ordine del tempo – Recensione del film di Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera a Venezia 80

L’ordine del tempo – Recensione del film di Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia

Dall’80.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, recensiamo il film L’ordine del tempo firmato dalla veterana Liliana Cavani (Il portiere di notte, Francesco), omaggiata quest’anno col Leone d’oro alla carriera.

Giocando di parole, in ordine temporale, sì, cronologico, L’ordine del tempo è stato presentato alla stampa nella giornata d’apertura, equivalente per l’esattezza allo scorso 30 agosto.

In ordine, però, di qualità, ci duole ammetterlo e vivamente ci spiace per l’egregia Cavani, giustamente premiata per la sua pregiata filmografia cineastica, il film in questione è terribilmente fiacco e deludente.

La Cavani torna al Festival veneziano a distanza di undici anni dal suo penultimo film, Il gioco di Ripley con John Malkovich. Sortendo però esiti insoddisfacenti.

Assai liberamente ispirato, molto fantasiosamente ricalcato e basato sull’omonimo saggio del fisico Carlo Rovelli, adattato dalla regista assieme allo stesso Rovelli e lo sceneggiatore-regista Paolo Costella, finanziato da Rai Cinema, attualmente distribuito tramite Vision Distribution, L’ordine del tempo dura centododici minuti, francamente presto dimenticabili poiché, come meglio esplicheremo più avanti, non è nient’altro che una fiction per l’appunto di matrice prettamente e visibilmente televisiva, espansa in formato per il grande schermo.

Ovverosia, è un filmetto più adatto al piccolo schermo che alle sale. Non ce ne voglia la grande Cavani per tale nostra dura affermazione secca ma, per dovere di sincerità e obiettiva nostra disamina, scevra da qualsivoglia reverenza autoriale, asseriamo quanto appena sopra dettovi senz’alcuna vergogna e con piena fermezza decisa.

Trama:

Una combriccola di mezz’età, composta da amici di lunga data, tutti più o meno economicamente agiati, si ritrovano nella baita e confortevole casa di proprietà del dottor Pietro Balestrieri (Alessandro Gassman). Oltre a Balestrieri, sposato con la delusa ma bella e forse fintamente radiosa moglie Elisa (Claudia Gerini), il gruppetto di amici è formato dall’astrofisico Enrico (Edoardo Leo), il quale comunica loro la notizia dell’assai probabile impatto imminente e catastrofico di un asteroide che, secondo gli studi scientifici della sua equipe tecnica, presto potrebbe abbattersi sul nostro pianeta con esiti nefandi altamente distruttivi, da Viktor (Richard Sammel), a sua volta ammogliato a Greta (Valentina Cervi), dall’intellettuale snob Jacob (Fabrizio Rongione), dalla dottoressa Giulia Dufour (una splendida e luminosa Francesca Inaudi) e dalla sensuale Paola (Kseniya Rappoport, vincitrice della Coppa Volpi qui a Venezia con La doppia ora).

Quest’ultima è ancora innamorata di Enrico anche se non lo dà a vedere ed Enrico, parimenti, è sempre follemente cotto di lei. L’allarmante notizia di Enrico sconvolge l’apparente tranquillità borghese dei nostri amiconi e rappresenta la molla scatenante che innescherà in loro atroci, psicologici conflitti irrisolti, mettendo a nudo le fragilità e le giammai sopite insicurezze di uomini e donne apparentemente sistemati ed appagati.

L’idea, infatti, che il mondo possa finire in maniera subitanea l’indurrà a denudare schiettamente, senza più inibizioni, le loro anime ferite. Anziché atterrirli, paradossalmente, mettendoli di fronte inaspettatamente al pensiero di morte, li costringerà magicamente a spogliarsi delle loro maschere, umanizzandoli vivamente.

Cosa funziona ne L’ordine del tempo

La confezione è molto curata e pregevole così come la fotografia naturalistica e d’atmosfera melanconica a cura di Enrico Lucidi.

La Cavani dirige con consumato e apprezzabile professionismo oramai consolidato e incontestato ma è una regia priva di guizzi, abbastanza piatta e, ribadiamo, impostata su estetici canoni non solo Rai, bensì un po’ superati e perlopiù adatti a un target abituato a format standardizzati.

Gli attori si disimpegnano in modo onesto, non brillando però sinceramente per spiccata bravura. Sottolineiamo inoltre che la compagine ben affiatata del recitativo versante femminile funziona maggiormente rispetto a quella maschile. La Rappoport, infatti, svetta su tutti e la Inaudi abbaglia con la sua talentuosa bellezza estremamente fotogenica.

Perché non guardare L’ordine del tempo

Purtroppo, L’ordine del tempo, perdonateci per un altro gioco di parole, arriva fuori tempo massimo. È scialbo, ha qualche momento, indubbiamente, lirico e perfino commovente ma, nella sua interezza filmica, è inconsistente e cinematograficamente vaporoso. Svanisce dalla nostra memoria ancor prima, probabilmente, dei titoli di coda.

Eccezionale partecipazione straordinaria di Angela Molina.

Il film è al cinema dal 31 Agosto con Vision Distribution.

Regia: Liliana Cavani Con: Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, Angela Molina, Alida Baldari Calabria Anno: 2023 Durata: 112 min. Paese: Italia Distribuzione: Vision Distribution

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

Guarda anche

la-morte-gioca-a-scacchi-il-settimo-sigillo-recensione-teatro-copertina

La morte gioca a scacchi: il settimo sigillo di Bruno Alessandro al Teatro della Visitazione – Recensione

La morte gioca a scacchi è il nuovo spettacolo scritto, diretto e narrato dal grande …

Un commento

  1. Cavani mi ha convinto con “Il Portiere di notte”, già un po’ meno con “Francesco” e così via…..Per cui non mi è difficile avvalorare la teoria di Falotico.
    Una strana coincidenza vuole che il cognome del fisico Rovelli differisca dal mio solo per una vocale e che la Dottoressa Dufour mi ricordi terribilmente caramelle ripiene….
    Riguardo ad Alessandro Gassman, confesso una cordiale antipatia, dovuta soprattutto al suo atteggiamento durante questi ultimi due anni…..( Chi vuole intendere,intenda)…
    Suo padre si rivolterebbe nella tomba….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.