Lynch/Oz esce per pochi giorni in sala distribuito da Wanted Cinema. Sette voci che analizzano assonanze impreviste tra film e autori.
Le tematiche, le immagini e l’impatto culturale del film Il Mago di Oz, di Victor Fleming, continuano a perseguitare l’arte e la filmografia del regista David Lynch, dal suo primo cortometraggio, The Alphabet, alla sua ultima serie tv, Twin Peaks: Il Ritorno, dando vita a uno degli enigmi più affascinanti nella storia del cinema. Lynch è intrappolato nella terra di Oz? Le sue opere e Il Mago di Oz possono illuminarsi reciprocamente di nuova luce?

Cosa funziona in Lynch/Oz
La struttura del film-tesi di Alexandre O. Philippe ci avvolge e porta via come il tornado che porta Dorothy a Oz. Di colpo anche lo spettatore si trova in terre inesplorate in cui tutto è connesso, anche la stega dell’Ovest con l’uomo (o donna) dietro il diner in Mulholland Drive. Altro che metaverso.
Il bello del cinema, oltre alla magia che vediamo svelarsi sullo schermo e con la quale scendiamo a patti abbandonando la necessità che tutto abbia senso, è che spesso affonda dentro se stesso, citando, ispirandosi, rubando.
Lynch, come quasi tutti i grandi cineasti, ama il cinema. Il cinema degli inizi, all’apparenza innocuo e istituzionale, ha creato sogni e incubi. Ce lo ha detto anche Steven Spielberg nel suo recente The Fabelmans: è stata la visione de Il più grande spettacolo del mondo a svelargli il cinema. David Lynch è probabilmente stato folgorato da Victor Fleming.
Questo amore ossessivo è testimoniato da temi ricorrenti nei suoi film: le scarpette rosse, la strada di mattoni gialli, gli omaggi diretti che vengono proposti come outtakes di Twin Peaks divertenti e rivelatori.
Tra le voci chiamate a parlare di queste vicinanze artistiche, c’è John Waters, “il re del trash”, che oltre a sostenere la tesi della fascinazione di Lynch per il Mago di Oz, dimostra anche la sua personale affezione per il film di Fleming.

Perché non guardare Lynch/Oz
Il doc di Alexandre O. Philippe è una gioia per gli occhi per chi si appassiona ai legami tra i grandi autori e i grandi film. Le chicche, i racconti, le ipotesi sono il pane dei nerd del cinema, che magari, come una delle voci del film, si sono persi a cercare di capire se davvero in Tre uomini e una culla fosse entrato in scena il fantasma di un bambino (ndr: era solo un cartonato dimenticato dietro a una tenda). Il pubblico generalista forse è più lontano da questo tipo di ossessioni.
Il film è stato presentato alla Festa del cinema di Roma 2022 e ora è in sala dal 15 al 17 maggio in sale selezionate distribuito da Wanted Cinema
Regia: Alexandre O. Philippe Con: David Lynch e le voci di: John Waters, Rodney Ascher, Koryn Kusama, David Lowery Anno: 2022 Durata: 108 min. Paese: USA Distribuzione: Wanted Cinema