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Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile – Vivere Giocando – Recensione

Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile è il nuovo film di Neill Blomkamp, un lungometraggio del tutto differente dai suoi precedenti lavori, al cinema in Italia dopo oltre un mese d’attesa rispetto agli Stati Uniti grazie alla distribuzione della Eagle Pictures su licenza Sony Pictures.

Il 23 dicembre 1997 uscì in Giappone Gran Turismo, un videogioco che voleva fare la storia riguardo al genere dei simulatori di guida, e dato che sono passati un po’ di anni oggi sappiamo che ci è riuscito in tutto e per tutto. Certo, per quanto un videogioco possa essere realistico, c’è sempre una grande differenza con la realtà… o forse no?

Nel 2011 questo “dogma” viene messo fortemente in discussione da Danny Moore (Orlando Bloom) che per rilanciare la sua carriera alla Nissan propose a quest’ultima una grande campagna marketing con Playstation: dare la possibilità ai migliori videogiocatori di Gran Turismo di diventare dei veri piloti professionisti.

Un’idea immediatamente giudicata folle, anche da chi non lavora nel mondo automobilistico, perché sappiamo tutti che se fai un errore su una vera pista non puoi fare reset come in un videogioco, e se ti dice veramente male puoi mettere davvero fine alla tua vita o quella degli altri.

L’unica possibilità per metterla in pratica è affidarsi a un professionista come l’ex pilota Jack Salter (David Harbour) che metterà al volante questi videogiocatori solo dopo un’attenta formazione e valutazione.

Il progetto alla fine viene approvato, e tra questi player c’è anche Jann Mardenborough (Archie Madekwe), figlio dell’ex-calciatore Steve Mardenborough (Djimon Hounsou): riuscirà a dimostrare non solo alla sua famiglia ma anche al mondo intero che Gran Turismo è molto più di un gioco?

Cosa funziona in Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile

District 9, Elysium, Humandroid e Demonic: sono i precedenti lavori del regista di questo film, Neill Blomkamp. Qual è l’elemento in comune tra di loro? Sicuramente la fantascienza, un genere del tutto estraneo a Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile, perché questa è una storia vera!

Chi è esperto di automobilismo o conoscitore degli aneddoti dietro il mondo di Gran Turismo quasi sicuramente questo particolare lo conosceva già, mentre il resto del pubblico probabilmente resterà sorpreso e stupefatto nello scoprire che questa sceneggiatura non è una favola scritta solo per spingere ognuno di noi a lottare per i propri sogni, e potrà apprezzare l’ottimo lavoro riguardo al casting da parte della produzione, perché la maggior parte degli attori scelti per l’occasione risultano molto simili ai veri protagonisti della vicenda, senza dimenticare che è stato proprio Jann Mardenborough a fare da controfigura ad Archie Maderwe nelle scene in pista.

Un adattamento cinematografico che ha decisamente un gran cuore, soprattutto per quel che riguarda l’empatia, partendo naturalmente dal protagonista, in cui si rivedranno tutti i videogiocatori dagli anni Settanta in su che hanno subito i rimproveri da parte dei genitori che giudicavano quei passatempi solo un qualcosa di deleterio per la crescita del proprio figlio.

Ma tutti si possono sbagliare, l’importante è ammettere i propri errori, e Djimon Hounsou è stato in grado di regalarci il momento di commozione più forte di tutto il lungometraggio nonostante il poco minutaggio a sua disposizione.

E poi c’è l’empatia nei confronti dei professionisti, i quali non hanno tutti i torti a non vedere inizialmente di buon occhio questi giovani videogiocatori dentro delle auto da corsa.

Oltre al discorso sulla sicurezza, vedere scelto qualcuno solo per questioni di marketing e non per merito o dopo un vero percorso graduale non fa certo piacere a coloro che questo mestiere se lo sono sudato per anni (e il mondo del doppiaggio italiano lo sa fin troppo bene…).

In Gran Turismo, almeno secondo quanto mostrato in questo lungometraggio, il discorso è già diverso: è vero che sono stati scelti inizialmente dei semplici videogiocatori, ma allo stesso tempo quelli che non erano in grado di guidare una vera macchina sono stati subito scartati, e Jack Salter si è battuto perché alla fine venisse scelto il migliore a guidare un’auto e non il più adatto a sponsorizzare la Nissan.

E quando l’outsider riesce a dimostrare di essersi meritato questo posto al sole, ogni professionista onesto intellettualmente non può far altro che congratularsi con loro.

Grande regia automobilistica che ci fa tornare alla mente (anche per via delle location utilizzate) grandi film del genere come Rush e Le Mans ’66 – La grande sfida a si aggiungono tanti effetti visivi che riprendono direttamente la grafica di Gran Turismo, e una buona versione italiana diretta da Simone Mori (che ha anche curato i dialoghi oltre ad aver doppiato il personaggio di Steve Mardenborough), con l’assistenza di Giuseppe Privitera, Stefano Costantini come fonico di doppiaggio e Fabio Tosti come fonico di mix e le voci di Federico Campaiola (Jann Mardenborough), Alessandro Budroni (Jack Salter), Massimiliano Manfredi (Danny Moore), Lucrezia Marricchi (Audrey), Mattia Billi (Persol) e Paola Majano (Lesley Mardenborough).

Perché non guardare Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile

Forse l’unico difetto è che Kazunori Yamauchi, fondatore di Gran Turismo e produttore esecutivo di questo film poteva benissimo interpretare sé stesso (il ruolo è andato a Takehiro Hira) invece che limitarsi a un cameo a sorpresa.

Il film è al cinema dal 20 settembre con Eagle Pictures per Sony Pictures.

Regia: Neill Blomkamp Con: David Harbour, Orlando Bloom, Archie Madekwe, Darren Barnet, Takehiro Hira, Emelia Hartford, Josha Stradowski, Geri Horner, Andrea Vasiliou, Harki Bhambra, Mariano González, Nikhil Parmar Anno: 2023 Durata: 135 min. Paese: USA Distribuzione: Eagle Pictures

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