Viaggio nell’incubo: Ogni tanto, in mezzo al sinuoso comfort di film accomodanti, emerge nel genere thriller quel gioiello che si distingue, in grado di far luce su dilemmi scomodi e impervie deviazioni dell’animo umano.
Durante una tranquilla gita di famiglia in una landa costiera desolata, l’insegnante Alan Hoaganraad, la moglie Jill e i due figli incappano in una coppia di loschi individui che precipiteranno la famiglia in un incubo durante il quale amare verità torneranno alla luce.

Cosa funziona in Viaggio nell’incubo
Da noi è uscito col banale titolo Viaggio nell’incubo (Coming Home in the Dark), ma l’originale rende molto meglio. In qualunque modo lo si voglia chiamare, è un thriller duro e cupissimo, una discesa agli inferi potente, coadiuvata da prove attoriali eccelse e da un’ambientazione che è essa stessa personaggio. Un cinema lucido e oscuro che cattura e ferisce, torbido come pochi.
Perché non guardare Viaggio nell’incubo
Se siete spettatori emotivamente sensibili, non guardate questo film, che metterà a dura prova i vostri nervi. Se poi gli si vuole proprio additare un difetto, accuserei forse un finale leggermente sbrigativo (uno dei personaggi ha una reazione inaspettata a mio avviso non del tutto giustificabile narrativamente parlando), quasi come a voler chiudere il cerchio senza sforar troppo l’ora e mezza.
Fa piacere notare come ogni tanto, in mezzo al sinuoso comfort di film accomodanti, emerga nel genere thriller quel gioiello che si distingue, in grado di far luce su dilemmi scomodi e impervie deviazioni dell’animo umano.
Certo la traccia narrativa di “Coming Home in The Dark” è tutto fuorché nuova. Prima di questo, infatti, dovreste vedere – se ancora non l’avete fatto – quel mezzo capolavoro che è “Le strade della paura” (1988), vero caposaldo del thriller su quattro ruote con rapiti in ostaggio (lasciamo stare “Cani arrabbiati” di Bava che è un altro territorio ancora).
Di Viaggio nell’incubo stupisce però la radicalità della messa in scena, grazie alla quale il film è in grado di restituire tutto lo spaesato isolamento dei luoghi che attraversa (siamo in Nuova Zelanda) e che i personaggi sembrano quasi assorbire. Un cinema fatto di dolore e tensione tangibili, di passati mai sepolti e futuri per sempre negati.
Il film è disponibile su Prime Video con abbonamento Premium sul canale Midnight Factory.
Regia: James Ashcroft Con: Matthias Luafutu, Miriama McDowell, Erik Thomson, Billy Paratene Anno: 2021 Durata: 93 min. Paese: Nuova Zelanda Distribuzione: Koch Media/Prime Video