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Thor: Love and Thunder – Il ritorno del figlio di Odino – Recensione

Thor: Love and Thunder: Dopo la partenza nello spazio in compagnia de “I Guardiani della Galassia” di Avengers: Endgame, torna al cinema il Dio del tuono della Marvel con il quarto capitolo a lui dedicato.

In un remoto pianeta dell’Universo, un alieno di nome Gorr (Christian Bale) chiede aiuto al suo Dio per salvare la vita di sua figlia. Preghiere che non solo non vengono ascoltate, ma perfino sbeffeggiate, e una spada magica lasciata impudentemente incustodita fa partire la sua personale crociata contro ogni divinità.

Gli Dei di tutto l’Universo cominciano ad essere sterminati, e per questo Thor (Chris Hemsworth), il Dio del Tuono, dovrà tornare in azione per fermarlo, e fortunatamente non sarà da solo in questa difficile ed oscura battaglia.

Cosa funziona in Thor: Love and Thunder

Anche se la parte iniziale ci mostra l’ultima apparizione fino ad oggi di Thor, ossia quella di Avengers: Endgame, questo ventinovesimo film del Marvel Cinematic Universe è molto più un seguito diretto di Thor: Ragnarok, quest’ultimo da molti considerato non solo il peggior titolo del franchise, ma anche il meno riuscito tra tutti i lungometraggi sui supereroi delle grandi produzioni Hollywoodiane.

Proprio per questo motivo, molti si chiedevano appunto se questo Love and Thunder sarebbe riuscito a togliere questo particolare podio a Ragnarok, dato non solo il ritorno di Taka Waititi alla regia, ma anche per il fatto che le immagini promozionali facevano presagire un potenziamento dei toni demenziali rispetto al passato… ma se ne stiamo parlando in questa sezione, significa che il film del 2017 non ha perso posizioni.

Thor: Love and Thunder riesce a regalarci qualche sparuto momento di commozione, e non diciamo altro perché non vogliamo “regalare” spoiler a chi vuole andare a vederlo senza aver visto alcun trailer, o letto alcuna intervista o sinossi relativo ad esso.

Quando uscì, Thor: Ragnarok venne considerato il film più colorato della Marvel… e anche dopo l’uscita di Love and Thunder continua a mantenere questo primato, perché grazie alle scene del personaggio di Bale non solo abbiamo qualche momento di dramma e di atmosfera horror, ma un’intera sequenza quasi del tutto in bianco e nero.

Verso il finale c’è una piccola scena con protagonisti i bambini di Asgard: non diciamo altro, se non che è per tutte le età. I bambini sogneranno in tempo reale, mentre a coloro che non lo sono più torneranno in mente i bei ricordi d’infanzia, quando sognavamo di essere guerrieri magici e potenti.

E per finire, c’è Zeus
La parte in cui lo vede protagonista è quasi del tutto riuscita:
per l’ambientazione, con un particolare Olimpo che ricorda le assemblee su Coruscant della trilogia prequel di Star Wars, o per citare qualcosa di più recente, l’Anime Netflix Record of Ragnarok, ma la scelta di Russell Crowe nell’interpretare il padre degli Dei è perfetta in tutto e per tutto.

Non solo per il fatto che l’attuale fisico di Crowe è congeniale al personaggio, ma la sua caratterizzazione decisamente arrogante, goliardica e menefreghista omaggia fedelmente il personaggio mitologico. Senza dimenticare che sentire Luca Ward è sempre in piacere, e inoltre questo suo doppiaggio risulta anche molto più originale e sensazionale rispetto alle ultime occasioni. Il re dei doppiatori insieme a tutta una corte di alto livello, ossia a Massimiliano Manfredi (Thor), Massimiliano Alto (Korg), Riccardo Scarafoni (Gorr) e Valentina Favazza (Valchiria) diretta egregiamente anche stavolta da Marco Guadagno.

Perché non guardare Thor: Love and Thunder

Queste piccole cose però non bastano comunque a far ottenere la sufficienza a questo nuovo lungometraggio del Marvel Cinematic Universe, che compie così numerosi passi indietro rispetto al precedente “Doctor Strange nel Multiverso della follia“.

Al di fuori di queste scene ci tocca sopportare una comicità di nuovo altamente deprimente (chi scrive non ha riso neanche per sbaglio), e con un Thor che sembra essersi dimenticato di nuovo dell’epicità e della serietà vista in buona parte di Infinity War ed Endgame.

La colonna sonora, che comprende pezzi illustri come Sweet Child o’ Mine” dei Guns N’ Roses e “Rainbow in the Dark” dei Dio, non riesce a coinvolgere in maniera duratura, forse anche per il fatto che la regia è anche questa volta molto giocosa e con un ritmo decisamente confusionario.

Al cinema dal 6 Luglio con Disney.

Regia: Taika Waititi Con: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Christian Bale, Tessa Thompson, Taika Waititi, Karen Gillan, Jaimie Alexander, Sean Gunn, Russell Crowe, Sam Neill, Luke Hemsworth, Chris Pratt, Melissa McCarthy, Bradley Cooper, Matt Damon, Pom Klementieff, Vin Diesel, Dave Bautista, Simon Russell Beale Anno: 2022 Durata: 119 min. Paese: USA Distribuzione: Walt Disney

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