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Stranger Things 4 – Recensione dei primi sette episodi della quarta stagione, in attesa del gran finale

Stranger Things 4: Recensione dei primi sette episodi della nuova stagione della serie Netflix.

Ebbene, dopo essere stata procrastinata per i problemi occorsi dovuti alla pandemia che ne rallentò la lavorazione e posticipò, giustappunto, l’annunciata release, è finalmente uscita a livello mondiale in contemporanea sulla piattaforma di streaming più celebre e universalmente celebrata, ovvero Netflix, da venerdì scorso, ovvero dal giorno 27 maggio 2022, la nuova e attesissima stagione di Stranger Things, cioè la quarta tranche d’una delle serie TV di maggior successo degli ultimi anni.

Inaugurata splendidamente nel 2016 e il cui primissimo episodio fu distribuito, sempre mondialmente, nel dì del 16 luglio dell’anno suddetto. Riscuotendo immediatamente un successo di pubblico e Critica talmente ampi e perfino così inaspettati da obbligare, giocoforza, i suoi creatori, i fratelli Duffer, più esattamente i gemelli Matt & Ross, e l’intera compagine produttiva, a girare subitaneamente il secondo capitolo.

Secondo capitolo che, parimenti, in forma identica se non superiormente, ottenne e agguantò nuovamente, stavolta però più prevedibilmente, un eclatante trionfo cosmico decisamente notevole.

Cosicché, come dice il detto, non c’è due senza tre, quindi ci fu la terza stagione che, a sua volta, sbancò alla grande e incrementò gli abbona(men)ti a Netflix e, di conseguenza, superfluo ci par persino evidenziarlo pleonasticamente, eccoci giunti a questo quarto segmento da noi qui brevemente disaminato e, in maniera recensoria piuttosto secca ma ci auguriamo esaustiva, sintetizzato nella sua trama seguentemente descrittavi volutamente all’acqua di rose per non sciuparvene la visione.

Trama assai contorta, genialmente e consuetamente ingegnosa e piena di risvolti meravigliosi che, nella sua complessa intelaiatura, al solito arzigogolata, sfaccettata e ricolma d’eccezionali sorprese maestose, ci ha nuovamente incantato e siamo sicuri vi stupirà, lasciandovi piacevolmente esterrefatti, ammaliati dalla sua esplosiva amalgama emozionante, sapientemente dosata e architettata con brillantezza insuperabile e degna di nota.

Sì, una sapida miscela che, per l’ennesima volta, funziona in maniera egregia. Ragazzi, qui parliamo d’alta scuola registica, non solo televisiva. Altresì, è vero, la formula è sempre la stessa, dunque gli escamotage narrativi, gli espedienti filmici e le vicende mostrateci, cominciano inevitabilmente a mostrare un po’ la corda, come si suol dire. E molta della lucente, magnetica originalità originale s’è leggerissimamente perduta. Ciò va ammesso.

Però, in grandissima parte, Stranger Things conserva intattamente e in modo assolutamente immutato, inattaccabile, il suo fascino assai particolare, irripetibile e unico. Premettiamo, anzi, diciamo quanto segue.

Per questa quarta stagione di Stranger Things, Netflix ha optato per una strategia distributivo-promozionale alquanto peculiare. Infatti, rispetto a quanto accaduto per le precedenti tre stagioni, stavolta gli iniziali sette episodi di Stranger Things 4, come sopra scrittovi, sono subito attualmente visibili, in quanto emessi, anzi, messi in onda venerdì 27 maggio, mentre i rimanenti due finali saranno visionabili solamente a partire dal 1° luglio.

Complessivamente, quindi, gli episodi sono nove. Il primo episodio di questa corrente, quarta stagione sorprendente, consta della durata di un’ora e diciotto minuti. E gli altri sei s’aggirano sui cinquanta minuti. Mentre, quelli ancora inediti, saranno più lunghi, avvicinandosi, a quanto pare, stando a quello comunicatoci, alle due ore cadauno. Come d’abitudine, gli episodi dal secondo al sesto sono più o meno lunghi rispetto ad altri.

Così che, dopo i primi tre minuti e mezzo di riassunto velocissimo della passata stagione, veniamo catapultati, di flashback spiazzante e imprevisto, nel 1979, all’interno dell’orripilante  laboratorio degli orrori e degli esperimenti ai confini della realtà, presieduto dal freddissimo e luciferino, albino dr. Frankenstein ante litteram di nome Martin Brenner (naturalmente, incarnato sempre da un perfetto, algido, ambiguo, spettrale e agghiacciante Matthew Modine che se n’incarna puntualmente ispirato). La bambina di nome Undici, come sappiamo, dai poteri speciali spiccatamente sopra la media, viene da Martin severamente interrogata. Dopo pochi istanti, udiamo delle spaventevoli urla terrificanti. Presto, il laboratorio verrà sanguinosamente preso d’assalto da qualcosa di mostruosamente inarrestabile.

Tutti gli altri bambini “superdotati”, a differenza di Undici, e gli uomini e le donne presenti nella struttura, sono stati velocissimamente divorati e impietosamente trucidati… Brenner incolpa Undici della strage.

È stata lei a risvegliare, dal letargo, i mostri del sottosopra oppure a cosa è addebitabile tale scempio infernale ed aberrante? Mistero… e partono i titoli di testa oramai celeberrimi e melliflui.

Al che, l’azione si sposta ad Hawkins, Russia e in California. Rincontriamo l’allegra combriccola, ora cresciuta, delle passate stagioni, cioè il simpaticissimo nerd svitato Dustin Henderson (Gaten Matarazzo), Lucas Sinclair (Caleb McLaughlin), per l’appunto Eleven (da noi, Undici/Millie Bobby Brown), Will Byers (Noah Schnapp), sua madre Joyce (Winona Ryder) e suo fratello Jonathan (Charlie Heaton), Nancy Wheeler (Natalia Dyer), Steve Harrington (Joe Keery), Erica Sinclair (Priah Ferguson), Max Mayfield (Sadie Sink), Robin Buckley (Maya Hawke), Mike Wheeler (Finn Wolfhard) e un nuovo arrivato, sì, la new entry di questa stagione, il folle e scatenato Eddie Munson (Joseph Quinn).

Lo sceriffo Jim Hopper (David Harbour), apparentemente morto alla fine della terza stagione, è invece vivo e vegeto (d’altra parte, sebbene non compaia nel primo episodio, dapprincipio, ne viene accreditato ugualmente, quindi il mistero della sua inesistente morte viene svelato immediatamente). Ma vive or in un’altra dimensione, abitata da creature terrificanti, oppure non è stato acchiappato da qualche mostro, bensì da dei mostri russi, metaforicamente parlando, umani solo nelle sembianze ma dall’animo atrocemente disumano?

Chi è il cattivo di questa stagione? Chi è questo monstre ischeletrito e senza volto? Anzi, dal viso escoriato, putrefatto e tumefatto à la Freddy Krueger di Nightmare – Dal profondo della notte di Wes Craven?

Ma soprattutto chi è Victor Creel? Interpretato da nientepopodimeno che Robert Englund. Esatto, alias Freddy Krueger. Perciò il riferimento e l’omaggio dei fratelli Duffer, da noi appena espostovi, non è di certo casuale.

Cosa funziona in Stranger Things 4?

Stranger Things 4 vive di colpi di scena lasciati a metà e svelati quando meno ce l’aspettiamo, abbonda di twist, ribaltamenti prospettico-diegetici e cosiddetti cliffhanger ficcanti collocati alla fine (altrimenti non si chiamerebbero così) d’ogni puntata al cardiopalma. Lasciandoci col fiato sospeso e inducendoci a saltare di colpo e psicologi contraccolpi all’episodio successivo.

Ha una struttura da thrilling di matrice orrifica e si discosta notevolmente dalle tre serie precedenti a impianto molto più fantasy-fantascientifico. Stavolta, il sottosopra non è popolato e infestato da fameliche creature simili a Gremlins giganteschi e a dinosauri-alieni carnivori. Bensì è dominato da un demone babau che forse può essere sconfitto con un esorcismo o con la forza dell’amore, della vita e dell’amicizia.

Stranger Things 4, quindi, assume ampi connotati metafisici e acquisisce, anzi, evolve in senso più prettamente, poeticamente umano, accentuando il lato suo vividamente spirituale e misterico, quasi esoterico. Mentre, sul versante dello sguardo registico, diviene stilisticamente molto più umanistico, profondo e introspettivamente affascinante, godibilmente efficace.

Perché non guardare Stranger Things 4

Concludiamo questa nostra lunga disamina, affermando che Stranger Things 4, dopo i primi due episodi impeccabili e sgargianti, i migliori, firmati dai fratelli Duffer, un po’ si sfilaccia, perdendosi in alcune superflue lungaggini e in qualche lentezza che poteva essere evitata. Probabilmente, il tutto andava accorciato. Gli ultimi tre episodi sono i più macchinosi e forse peggio girati. Ma, a conti fatti, aspettando il gran finale, Stranger Things 4 assolve totalmente al suo compito con enorme classe.

La serie Stranger Things, arricchitasi di quest’altro notevole capitolo, non ancora terminato e a cui seguirà la quinta stagione già in preparazione, assurge oramai in maniera intoccabile e totemica a cult imperdibile della pop culture più fantasmagorica e mirabolante, strepitosamente magica.

Come andrà a finire?

Al momento, possiamo soltanto teorizzare, congetturare in merito e avanzare, fantasiosamente, le nostre personali previsioni.

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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