Spencer: Diretto da Pablo Larraín il film racconta l’ultimo Natale di Lady Diana come moglie del Principe Carlo prima della loro separazione. Nei panni della Lady una Kristen Stewart davvero straordinaria nell’esprimere tutto il turbamento, fisico ed emotivo, della principessa del popolo Britannico.
Vigilia di Natale 1991. La famiglia reale britannica si appresta a passare come da tradizione le feste natalizie a Sandringham House. Tutti osservano il protocollo, dal più umile dei camerieri a Sua Maestà la Regina (Stella Gonet)… tranne una, la principessa del Galles.
Lady Diana (Kristen Stewart) arriverà tardi alla residenza, alimentando ancor di più le voci sulla sua salute mentale, e sulla sua possibile separazione con il principe Carlo (Jack Farthing).
I fotografi sono sempre in agguato, e i membri dello staff del castello (in particolare il maggiore Gregory) fanno di tutto per tenerli lontani, per non rivelare ancor di più quella che sembra ormai una (scomoda) realtà. Dal canto suo, Diana soffre sempre di più questa situazione. La rigida vita di corte, e le prove sempre più evidenti del tradimento di Carlo, le provocano tanti momenti di depressione, bulimia, e anche allucinazioni, tanto da convincersi che rischia di fare la stessa fine di Anna Bolena (Amy Manson). Riuscirà a resistere?
Cosa funziona in Spencer
Qualche anno dopo “Jackie” Pablo Larraín torna a realizzare un film biografico e molto intimista su una donna di potere, riuscendo anche stavolta a far provare empatia allo spettatore per la protagonista.
Il titolo è Spencer e non Diana per un semplice motivo: nel suo momento più buio, la principessa si attacca al suo passato. Al vestito da spaventapasseri di suo padre, al voler tornare alla sua vecchia abitazione in rovina, alla sua famiglia in poche parole.
Una casata comunque nobiliare anch’essa in contrasto con la sua umiltà, ma comunque migliore di quella gabbia dorata piena di sguardi accusatori dove è costretta a vivere. E oltre ai ricordi di quando era solo una Spencer, a dare conforto e felicità a Diana sono naturalmente i suoi figli.
I principini William (Jack Nielen) e Harry (Freddie Spry) sono un altro momento particolarmente vero di questo film perché, come ricordano le biografie su Diana, lei li ha davvero cresciuti così, con tanto amore e quando poteva in maniera popolare e non regale, con pranzi al fast food e regali presi in autogrill.
Una così sensibile rappresentazione interiore sarebbe stata meno importante senza una realistica controparte esteriore, e quindi bisogna assolutamente lodare la scelta del casting di Larraín, a partire dai vari membri della famiglia reale, che sono per la maggior parte delle comparse, ma comunque molto fedeli all’aspetto che avevano nel 1991 le vere Altezze Reali.
Una cosa che dovrebbe sembrare scontata ma che oggi, nel mondo del cinema e della televisione, sembra non esserlo più (come ad esempio, alcune recenti rappresentazioni di Anna Bolena e la regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, interpretate da attrici Afro), quindi quando un regista ha il coraggio di rispettare la storia va assolutamente detto.
Discorso che vale anche per chi nobile non è, ovvero Darren McGrady, vero nome dello chef della Regina, ed interpretato da un ottimo Sean Harris. E per i personaggi non reali ma comunque ispirati a qualcuno che aveva un ruolo simile in quell’ambiente sono stati scelti due attori davvero iconici come Timothy Spall per il maggiore Alistair Gregory, e Sally Hawkins per l’indossatrice preferita dalla principessa, Maggie.
Grande scelta anche quella di Kristen Stewart nel ruolo della protagonista. Il trucco e parrucco l’ha resa bella come mai prima d’ora, e la sua principale limitazione attoriale (la monoespressività drammatica) in una storia come questa è stata invece la sua arma vincente, riuscendo ad ottenere una più che meritata candidatura come miglior attrice protagonista ai premi Oscar 2022.
Anche l’ambientazione è degna di nota: non avendo utilizzato il vero castello di Sandringham la scelta di utilizzare quello di Nordkirchen nella Renania Settentrionale-Vestfalia è stata anch’essa vincente, essendo molto simile almeno per quel che riguarda la colorazione degli edifici.
Di primo impatto Spencer potrebbe sembrare come un film del tutto contro la famiglia reale, e invece come in “The Queen” si è dimostrato solo il più veritiero possibile nel raccontare uno dei fatti di cronaca rosa (che oltre ad essere di evidente stampo politico è purtroppo diventata poi nera).
Sempre basandoci sulle biografie su Lady Spencer, la regina Elisabetta per quanto fedele alla tradizione e all’apparenza ha cercato di essere il più gentile e solidale possibile con la nuora, e Carlo ha anche tradito il protocollo (in questo film, durante la scena della battuta di caccia) di fronte alla madre per cercare di aiutare la sua ormai ex-moglie. Forse perché si sentiva in colpa per tutto il male che le ha procurato tradendola con Camilla, o forse perché nonostante quest’ultima non ha mai smesso di volerle bene, o più semplicemente, perché era la cosa più giusta da fare.
Perché non guardare Spencer
Se proprio si deve trovare un neo in questo commovente film introspettivo, possiamo farlo nei dialoghi italiani. Forse la colpa non è del dialoghista (Valerio Piccolo) ma del committente originale, ma inserire in un film sia i nomi italianizzati come Carlo e Anna Bolena che quelli anglosassoni William (e non Guglielmo) il conquistatore ed Elizabeth (e non Elisabetta) la vergine, non è stato perlomeno coerente nel lavoro complesso.
Piccolissimo neo, dicevamo, di una edizione italiana davvero sublime, che con la direzione del sempre più leggendario Rodolfo Bianchi ci ha regalato grandi interpretazioni come quelle di Federica De Bortoli (Diana), Gianni Giuliano (Maggiore Alistair Gregory), Andrea Mete (Principe Carlo), Chiara Colizzi (Sally) ed Antonella Giannini (Regina Elisabetta II).
Spencer è al cinema dal 24 Marzo con 01 Distribution.
Regia: Pablo Larraín Con: Kristen Stewart, Timothy Spall, Jack Nielen, Freddie Spry, Jack Farthing, Sean Harris, Stella Gonet, Richard Sammel, Sally Hawkins, Amy Manson, Olga Hellsing, Michael Epp, Ryan Wicher Anno: 2021 Durata: 111 min. Paese: USA Distribuzione: 01 Distribution
Piatto , noioso , imbarazzante