Ebbene oggi, per il nostro consueto appuntamento coi Racconti di Cinema, molto sinteticamente ma speriamo esaustivamente, disamineremo un film del ‘93, ovvero Voglia di ricominciare, il cui titolo originale, a nostro avviso più pertinente, è This Boy’s Life, diretto dal valente eppur altalenante Michael Caton-Jones, regista dell’orrido e forse inguardabile Basic Instinct 2 (pellicola che segnò la sua débâcle probabilmente irrimediabile) e, allo stesso tempo, di opere, se non eccezionali o memorabili, perlomeno qualitativamente decorose e apprezzabili quali, per esempio, Scandal – Il caso profumo e Memphis Belle.
Per questo Voglia di ricominciare, targato dalla Warner Bros, finanziato da Art Linson, storico produttore di pellicole epocali come Gli intoccabili & Fight Club, su sceneggiatura a cura di Robert Getchell, il quale a sua volta trasse tal relativo adattamento in fase di script, partendo dall’autobiografico romanzo pluripremiato di Tobias Wolff, ebbe l’opportunità di avvalersi d’una star consolidata come Robert De Niro e, a tutt’oggi, può fregiarsi di essere stato uno dei primissimi cineasti ad aver ampiamente valorizzato Leonardo DiCaprio, a cui fu assegnato il ruolo principale della storia narrataci, giustappunto designandolo come protagonista, ancora imberbe e adolescente, prima del successo planetario avvenuto, come sappiamo, con Titanic e prima della fama e del talento crescente e successivo del succitato divo hollywoodiano.
Trama:
Caroline Wolff Hansen (Ellen Barkin, The Fan) e suo figlio adolescente Toby (DiCaprio) vagabondeggiano, cambiando perennemente città. Lei, lasciata da suo marito, padre di Toby, spera, così facendo, di trovare finalmente una sistemazione stabile, specialmente a livello sentimentale. Al che, conosce il burbero ma carismatico, apparentemente affettuoso e di buon cuore, Dwight Hansen (De Niro). Il quale, inizialmente, perlomeno in presenza di lei, malgrado i suoi modi bruschi e sovente dispotici, per non dire indisponenti, nei riguardi del giovanissimo e innocente Toby, agli occhi di Caroline appare come un uomo sicuro di sé, moralmente impeccabile e affidabile. Eppure, fra Dwight il patrigno e Toby suo figliastro, diciamo, acquisito, continua imperterritamente a non correre buon sangue.
Come andrà a finire? La situazione degenererà o chissà cosa tristemente oppure magicamente accadrà?
Voglia di ricominciare non è un grande film, sebbene ai tempi della sua uscita nelle sale ottenne buone critiche, per di più rivelandosi un totale insuccesso al botteghino, malgrado la presenza di De Niro che poteva, quindi, richiamare molti spettatori al cinema.
Voglia di ricominciare, a tratti, emoziona e perfino commuove intensamente, la mano registica di Caton-Jones, soprattutto in alcune scene madri a forte impatto drammatico ed emozionale, è sicura e di gran “mestiere”, la fotografia di David Watkin è suggestiva, la messa in scena e la scenografia son efficaci ed altrettanto funzionali e soavi sono le musiche dell’esperto Carter Burwell. Ciononostante, a prescindere dalla confezione di lusso, pregevole e di robusta fattura, Voglia di ricominciare non convince appieno e si rivela un film intimista mediocre e un racconto di formazione spesso prevedibile e di maniera.
I pregi maggiori di Voglia di ricominciare consistono, invece e sostanzialmente, nella buona direzione attoriale, a prescindere però da un De Niro che gigioneggia in modo eccessivo, sfoderando smorfie e ghigni sopra le righe al limite del sopportabile, e nell’intuito, in fase di casting, d’aver scelto un inappuntabile cast di prim’ordine in cui, oltre ai volti, all’epoca ancora non del tutto noti, della bella Carla Gugino e di Chris Cooper, notiamo altresì le new entries della sottovalutata Eliza Dushku, la quale avrebbe rincontrato De Niro e Caton-Jones per il sottovalutato Colpevole d’omicidio, e di un quasi irriconoscibile Tobey Maguire.