Don’t Worry Darling: Dopo una gestazione travagliata che ha visto l’allontanamento dal set di Shia LaBeouf, il blocco delle riprese per le problematiche legate al Covid19 e un presunto battibecco tra la Wilde e la Pugh, il film che vede tra i protagonisti anche Harry Styles è finalmente al cinema dopo la presentazione a Venezia 79.
Anni ’50. Alice (Florence Pugh) e Jack (Harry Styles) sono una giovane e felice coppia che vive nella comunità di Victory, una cittadina costruita da un’azienda che accoglie, insieme alle loro famiglie, gli uomini che operano all’interno di un progetto top-secret.
Una vita agiata basata sull’ottimismo ed euforia, ma anche sulla riservatezza e segretezza pretesa dall’amministratore delegato, Frank (Chris Pine) – una figura a metà tra un uomo d’azienda visionario ed un life coach motivazionale, che chiede soprattutto alle consorti di godersi la vita e prendersi cura dei loro mariti, senza però superare la linea di demarcazione della vita di coppia.
Ogni mattina Alice prepara il pranzo per Jack, lo saluta amorevolmente per poi dedicarsi alle faccende di casa, lezioni di danza e shopping in compagnia delle altre consorti. Una giornata completamente devota all’attesa del ritorno dell’amato marito.
La routine quotidiana composta da lusso e benessere di Alice viene però messa in crisi dallo stato emotivo di Margaret (KiKi Layne), una delle tante consorti dei dipendenti della Victory, che durante una festa a casa di Frank mette in mostra degli strani squilibri mentali.
Cosa funziona in Don’t Worry Darling
Dopo il felice esordio con “La Rivincita delle Sfigate”, Olivia Wilde, torna alla regia cinematografica con un thriller psicologico intrigante, ambientato negli sfavillanti e colorati anni’50.
L’ottimismo sociale della Victory Valley viene messo a soqquadro dai sogni e allucinazioni di Alice, interpretata divinamente dalla Pugh, in un susseguirsi di atmosfere e suspense di hitchcockiana memoria che sfociano in un Twist finale degno del miglior M. Night Shyamalan con un pizzico di Black Mirror.
La nuova fatica della Wilde, nonostante sia salita alla ribalta più per le polemiche che per il suo reale valore, è una convincente pellicola che attraverso un ricercato aspetto visivo, impone riflessioni non solo sul ruolo della donna, ancora oggi inserita per buona parte in un sistema sociale di Patriarcato, ma anche sul imperfezione di un mondo artificialmente perfetto composto da conformismo, totalitarismo e cultura del controllo della nostra società.
Attraverso un puzzle composto da fobie, allucinazioni, segreti, pettegolezzi e bugie, Don’t Worry Darling, riporta alla mente capolavori come “Matrix” e “The Truman Show” che fanno della dualità e del gioco di specchi, non a caso la protagonista si chiama Alice, uno dei loro cavalli di battaglia.
Buona la prova del cast compresa quella di un fin troppo vituperato Harry Styles, entrato nel gruppo dei protagonisti come sostituto di Shia LaBeouf.
Perché non guardare Don’t Worry Darling
Sicuramente Don’t Worry Darling non offre nulla di nuovo al genere dal quale deriva e non cerca minimamente di reinventare una struttura narrativa già delineata dai suoi predecessori.
La regia della Wilde è solida ma non è certo alla ricerca di una nuova forma di linguaggio cinematografico. Quello che manca è una freschezza generale nell’opera.
Ci sono anche alcuni passaggi dove non tutto fila liscio come l’olio (una ricercata ripetitività di alcune sequenze e situazioni) tuttavia Don’t Worry Darling è un progetto intrigante che non lascerà insoddisfatti gli spettatori meno bacchettoni e più inclini al dibattito sulle riflessioni che il film propone, piuttosto che sui limiti critici dello stesso tanto ricercati dallo spettatore 2.0.
Il film è al cinema dal 22 Settembre con Warner Bros..
Regia: Olivia Wilde Con: Florence Pugh, Harry Styles, Olivia Wilde, Gemma Chan, KiKi Layne, Chris Pine, Douglas Smith, Nick Kroll, Timothy Simons, Asif Ali, Dita Von Teese, Kate Berlant, Sydney Chandler Anno: 2022 Durata: 122 min. Paese: USA Distribuzione: Warner Bros Italia