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Casablanca Beats – Il rap rende liberi nel film di Nabil Ayouch – Recensione

Casablanca Beats: Al cinema una storia di musica e riscatto ambientata in Marocco, dove la musica è un modo per esprimersi e a volte, ribellarsi.

Anas è un cantante rap che ha abbandonato le scene per dedicarsi all’insegnamento. Finisce in un centro culturale di un quartiere operaio di Casablanca. Grazie a lui, i ragazzi troveranno un modo e un linguaggio, l’hip-hop per esprimere loro stessi e confrontare la realtà che li circonda.

Cosa funziona in Casablanca Beats

Il film di Nabil Ayouch percorre una linea in equilibrio tra la finzione e documentario: le storie dell’insegnante e dei protagonisti sono vive e reali, vicine alla quotidianità dei luoghi in cui il film è girato.

Casablanca Beats segue la strada di “La classe – Entre les murs“, vincitore della palma d’oro al Festival di Cannes nel 2008 e di “I Gatti Persiani“, storia sui gruppi musicali emergenti nel moderno Iran realizzato nel 2009 da Bahman Ghobadi, occupandosi di alcuni aspetti di una cultura ignoti a chi di questa cultura non fa parte.

Ci sono giovani marocchini, e soprattutto giovani marocchine, che hanno gli occhi aperti sulla loro realtà , e la contestano; oppure sono molto osservanti della religione, ma trovano nell’hip hop e nella musica un modo per veicolare il proprio pensiero.

Cosa non funziona in Casablanca Beats

Il tono documentaristico fornisce al film un ritmo disteso, in cui i personaggio non sono quasi mai approfonditi, ma solo seguiti e rappresentati.

Assistiamo a uno spettacolo nuovo, ma ci sono poco appigli che ci legano ad esso. Il film è comunque una piacevole visione estiva non scontata, che ci apre a un mondo poco conosciuto.

Il film è in sala dal 23 giugno distribuito da Lucky Red.

Regia: Nabil Ayouch Con: Anas Basbousi, Ismail Adouab, Meriem Nekkach, Nouhaila Arif, Zineb Boujemaa Anno: 2022 Durata: 107 min. Paese: Marocco/Francia Distribuzione: Lucky Red

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