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Avatar – Abbiamo incontrato James Cameron per il suo ritorno al cinema!

Aspettando Avatar: La via dell’acqua: la conferenza stampa di James Cameron e il cast per la re-release di Avatar

Avatar sta per tornare al cinema, ma prima James Cameron e il cast ci hanno raccontato il film in una conferenza stampa globale per la re-release del film a 13 anni dal debutto della rivoluzionaria pellicola nelle sale.

Era il 2009 quando James Cameron portava per la prima volta sullo schermo un nuovo mondo e un nuovo modo di fare cinema.

In quell’anno, gli spettatori si preparavano ad assistere a qualcosa che avrebbe rivoluzionato il settore e che, come affermato anche dallo stesso regista, avrebbe fatto da apripista per una nuova normalità (Avatar non sarà stato il primo film in assoluto a sfruttare la tecnologia 3D, ma ha di certo dato un importante slancio alla sua applicazione nei progetti futuri).

Nel 2009, infatti, grandi e piccini indossavano con entusiasmo e trepidazione degli occhialini prima di entrare in sala, dei “semplici” occhialini che avrebbe loro permesso di immergersi completamente nelle suggestive atmosfere di Avatar e dimenticarsi per quasi tre ore di ciò che li circondava al di fuori della sala cinematografica.

E ora, in data 22 settembre 2002, ci apprestiamo a fare ancora una volta (o forse per la prima, se siete più giovani) altrettanto.

“Ormai sono passati quasi 13 anni dall’uscita di Avatar al cinema, e se avete sui 20-23 anni, probabilmente non avete avuto modo di vederlo nelle sale, e questo in un certo senso significa che non avete mai visto il film, perché era inteso per il grande schermo” afferma infatti Cameron in apertura di conferenza, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, anche i membri del cast Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Michelle Rodriguez e Stephen Lang “E ora abbiamo rimasterizzato il tutto in 4K e HDR, e ha un aspetto incredibile. Lo abbiamo rivisto durante il processo di rimasterizzazione, ed è difficile parlarne con umiltà, ma ci ha davvero mozzato il fiato. Non vediamo l’ora di mostrarlo a chi non ne ha fatto esperienza al cinema”.

Dopotutto, all’epoca era qualcosa di davvero impensabile da vedere, persino per gli attori che vi hanno lavorato.

“Quando lessi per la prima volta la sceneggiatura, e trovai elementi come montagne fluttuanti e Thanator, non avevo idea di cosa stesse parlando quest’uomo [Jim Cameron], né di come avremmo fatto a realizzarlo” racconta Sam Worthington.

E la stessa reazione sembrano averla avuta anche i colleghi, dato che poi aggiunge Stephen Lang: “La prima volta che ho avuto modo di vedere il prodotto finito, la mia mente è tornata alla [prima] lettura della sceneggiatura. Quello script era così dettagliato, così ricco e denso di descrizioni… Era quasi come leggere un romanzo. Non era una sceneggiatura convenzionale. E quindi avevo già visualizzato il film nella mia testa”.

Eppure, ciò che era solo un’immagine mentale ha trovato poi forma materiale nella realtà: “Era lo stesso identico film che ho visto al cinema! Ed è qualcosa di davvero incredibile, vedere letteralmente traslato sullo schermo quello che ho immaginato leggendo”.

Un’impresa che può essere descritta solo con un’espressione tipica americana, osserva Michelle Rodriguez: “È semplicemente da Mic drop (letteralmente “caduta del microfono”, “gettare il microfono a terra”)! Perché sapete, si tratta di… Come si può quantificare l’inquantificabile? Cose come l’amore, la connessione con la natura, come la bellezza?”

“Ma l’ho capito dal momento in cui ho visto Jim portare avanti una lunghissima conversazione sulla fauna, la flora e sul colore delle piante. È stato allora che ho compreso che non si sarebbe mai accontentato [di un risultato accettabile, che avrebbe aspirato alla perfezione] nel tradurre sullo schermo questa bellezza, perché lì risiedeva tutto l’amore e la connessione con la natura, che poi avrebbero portato alla connessione umana. Per cui l’unica reazione possibile quando ho visto per la prima volta il film è stata quella… Mic Drop! Ce l’ha fatta!” esclama.

Con Avatar, spiega Sigourney Weaver, “sono state demolite tutte le barriere tra realtà e finzione”. “Per me, come spettatrice, l’esperienza in 3D è stata incredibile. Ad esempio nelle parti più fisiche, ti sembra a un certo punto quasi di cadere nel vuoto quando sei lì, su quelle isole fluttuanti… Ma ciò che mi ha davvero colpito è stato l’utilizzo del 3D per far sì che il pubblico potesse sentire di essere davvero lì con Jake (Worthington) durante i momenti più difficili, quando deve prendere decisioni importanti; o con Neytiri (Saldana) quando sta correndo per la foresta. Non ci sono barriere tra noi e il mondo in quelle scene cariche d’emozione, e lì, trasportata nel mondo di Pandora, mi sono ritrovata ad avere decisamente meno obiettività: le loro decisioni sono diventate estremamente personali per me, perché ero lì con loro, nel loro mondo, la posta in gioco era alta anche per me, e non v’era scampo”.

Sì, perché che siate spettatori, attori o parte della crew, Avatar ha dato a tutti “l’opportunità di appartenere a un gruppo di persone con cui si ha tanto in comune” rivela Zoe Saldana, e Cameron concorda: c’è un un’universalità di fondo nella storia di Jake, Neytiri e gli altri personaggi del film, nell’amore, nella bellezza e nella ferocia che ritroviamo su quello schermo. Ed è proprio per questo che ha continuato a scrivere un sequel, e poi un altro, e poi un altro…

E dunque, in attesa di scoprire cosa accadrà in Avatar: La via dell’acqua, il primo dei sequel in arrivo a dicembre al cinema, il 22 settembre non perdete l’occasione per rinfrescare la memoria e i sensi e immergetevi nuovamente nel mondo di Avatar.

Avatar: La via dell’acqua torna al cinema il 22 Settembre!

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