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The Book of Vision – Viaggio nell’abisso dell’animo umano e ritorno – Recensione

The Book of Vision: Presentato alla 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film diretto da Carlo Hintermann, prodotto da Terrence Malick, è un’opera maestosa visivamente e ambiziosa nella sua dimensione filosofica e spirituale.

Eva (Lotte Verbeek) è un chirurgo che ha di fronte a sé un brillante futuro professionale che decide però di abbandonare per studiare il medico prussiano settecentesco Johan Anmuth (Charles Dance), probabilmente uno degli ultimi medici a basare la sua pratica sull’ascolto attento dei suoi pazienti prima che una nuova visione della medicina prendesse piede nel mondo.

Johan Anmuth ha descritto minuziosamente nei suoi scritti le vite dei suoi pazienti nel Libro delle Visioni, convinto come era che solo questo tipo di pratica si possa intraprendere la via della cura.

Quando i medici hanno smesso di ascoltare i loro pazienti? La loro vita, i loro desideri, i loro sogni?

L’ipotesi della dottoressa Eva è che a partire dal 1700 dopo che la medicina ha varcato i limiti della pelle umana l’unica preoccupazione/ossessione dei dottori sia diventata il funzionamento degli organi e che l’anima degli stessi sia andata totalmente in secondo piano.

Una narrazione che non può non rimandare alla antica contrapposizione fra la visione femminile e maschile della cura in un’epoca come quella settecentesca nella quale la sapienza femminile fu notoriamente perseguitata e tacciata di stregoneria.  

Solo in tempi recenti, con lo studio della psicosomatica, che annovera ormai una solida oltre che sterminata letteratura, il dolore dell’anima è tornato ad affacciarsi fra le possibili “cause” dei disturbi fisici che trova la sua scappatoia simbolica e poetica attraverso il corpo fisico.

Cosa funziona The Book of Vision

Maestoso nella sua rappresentazione scenica, che a tratti ricorda a ricchezza estetica de Il Racconto dei raccontidi Matteo Garrone, e fortemente debitore alla dimensione spirituale del cinema di Darren Aronofsky e di Terrence Malick che ha anche prodotto il film, The Book of Visions è un entusiasmante viaggio nella dimensione metafisica dell’esistenza umana.

Un percorso in quella dimensione atemporale nella quale la missione animica degli individui viaggia nei secoli e nelle reincarnazioni in un incontro continuo con coloro con i quali si è legati per l’eternità.

Perché non guardare The Book of Vision

Appassionante e splendido visivamente non si annoverano controindicazione nella visione di The Book of Vision che sarà una visione avvincente anche per lo spettatore non particolarmente attratto dalle dimensioni filosofiche dell’esistenza.  Una visione da godersi assolutamente in sala.

The Book of Vision è al cinema dall’8 Luglio con RS Productions.

Regia: Carlo Hintermann Con: Charles Dance, Lotte Verbeek, Sverrir Gudnason, Isolda Dychauk, Filippo Nigro, Vera Graziadei, Marco Quaglia, Douglas Dean, Justin Korovkin, Rocco Gottlieb, Giselda Volodi Anno: 2020 Durata: 95 min. Paese: Italia, Gran Bretagna, Belgio, Germania Distribuzione: RS Productions.

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