Home / RECENSIONI / Animazione / Encanto – Famiglia e Musica nel nuovo classico Disney – Recensione

Encanto – Famiglia e Musica nel nuovo classico Disney – Recensione

Encanto: Diretto da Byron Howard, Jared Bush e Charise Castro Smith, con i primi due già insieme anche in “Zootropolis“, il film è il 60º classico d’animazione Disney, ambientato in Colombia, con tante canzoni meravigliose, animali e fiori colorati, ma anche in parte aspro nell’affrontare tematiche complesse già viste in “Coco” della Pixar, ossia i problemi relativi ad una ossessiva gestione familiare

Una storia nata grazie a una candela, diventata magica quando un uomo di nome Pedro decise di sacrificarsi per aiutare sua moglie Alma e un gruppo di profughi a fuggire da una morte sicura.

Da quel momento la sua famiglia, i Madrigal, hanno ottenuto l’Encanto, un miracolo che ha donato ad Alma e ai suoi discendenti una casa magica e alla sua comunità una valle sicura in cui vivere.

Questa casita però non è soltanto viva come il castello di Hogwarts di Harry Potter, con delle scale a cui piace cambiare… ma è in grado, sempre grazie alla candela, di donare un talento ad ogni discendente di Pedro e Alma, una volta raggiunta una certa età.

Figli, nipoti e cugini, tutti con un potere magico… tranne Mirabel. Una giovane che dalla sua iniziazione senza Encanto è finita ai margini della famiglia, anche se continua ad alzarsi ogni giorno sperando di avere la sua occasione di dimostrare di non essere un problema ma un aiuto per gli altri.

Quando prova ad avvertire tutti di un pericolo imminente per la struttura della casa, nessuno sembra crederle. Dovrà dunque lottare da sola, o quasi, per venire a capo del mistero, e cambiare il clima tossico che si respira in quell’abitazione da troppo tempo.

Cosa funziona in Encanto

Un’altra ambientazione esotica, o meglio, diversa da quella europea/nordamericana per un Classico Disney, una scelta che premia fin da subito, sia per la possibilità di esplorare mondi nuovi (avevamo già avuto film ambientati in America Latina, ma mai in Colombia). Effettivamente a mio avviso ora come ora è meglio dedicarsi maggiormente a queste narrazioni, così da avere rappresentazioni di popoli e culture coerenti dal punto di vista storico e geografico e non inserite a forza come piace ad Hollywood negli ultimi anni.

Ed ecco dunque una comunità che vive in una valle circondata dalla tipica flora e soprattutto fauna della foresta Amazzonica, un villaggio decisamente ecologico, senza automobili o altre forme di inquinamento moderno, nonostante più di un indizio fa supporre che l’anno di ambientazione sia successivo al 1912.

Un ritorno in America Latina molto simile, per quel che riguarda il canovaccio, a “Coco della Pixar“, con una famiglia molto provata dalla sua matriarca.

Se Imelda in “Cocoproibiva l’ascolto della musica ad ogni membro della sua famiglia, Alma per mantenere vivo il miracolo pretende il massimo dai suoi discendenti, senza mai dar loro vero motivo di soddisfazione. Li ha resi infelici, insicuri, e li ha perfino messi gli uni contro gli altri.

Se Alma è molto simile ad Imelda, Mirabel ha naturalmente un ruolo simile a Miguel; con la sua determinazione aprirà gli occhi alla matriarca, migliorando la situazione di tutti.

L’attuale Disney, anche se non lo ammetterà mai visto che tiene tanto al girl power, ci ha regalato ben due film che descrivono l e complesse dinamiche delle famiglie matriarcali. Pellicole che evidenziano che il vero problema non è l’uomo o la donna a capo di una famiglia, ma l’abuso di potere, la mania del controllo su ogni cosa, la mancanza di condivisione oltre che di dialogo familiare.

Un percorso di crescita che coinvolge più personaggi che proprio come un fiore di cactus, tanto difficile da germogliare, fioriscono mettendo a nudo le loro fragilità è sono meravigliosi.

La storia di Encanto è capace di schiudersi in un meraviglioso finale, molto commovente, che lo rende il Classico Disney migliore dai tempi de “La principessa e il Ranocchio“.

Pieno di colori, di animaletti simpatici e soprattutto di canzoni originali ed orecchiabili, scritte da Germain Franco e Lin-Manuel Miranda, è un film sicuramente da non perdere per tutta la famiglia.

Il doppiaggio di Encanto

In un momento sempre più difficile per il doppiaggio italiano il doppiaggio musicale di Encanto è decisamente promosso, e possiamo dirlo con cognizione di causa dato che Disney Italia ci ha concesso una doppia anteprima stampa, prima in originale e poi in lingua italiana.

Con i testi di Lorena Brancucci, e la direzione musicale di Virginia Brancucci ed Ermavilo (lo pseudonimo di Ernesto Brancucci è dunque apparso anche stavolta tra i crediti, un giusto e più che meritato omaggio, dato che è venuto a mancare lo scorso 11 aprile) le canzoni di Encanto funzionano per ritmo e metrica, ma anche per interpreti, coinvolgendo appieno lo spettatore.

Ciò che più farà piacere all’appassionato di doppiaggio è che siamo riusciti a mantenere molti professionisti anche nella parte cantata, non solo Franca D’Amato nel ruolo di abuela Alma, ma anche Margherita De Risi sulla protagonista Mirabel, Alessia Amendola per la forzuta Luisa e Fabrizio Vidale in quello di Felix.

Riguardo ai talent già annunciati, l’unica sorpresa positiva arriva da Diana Del Bufalo, ottima nel cantato ma anche nei dialoghi della bellissima Isabela, mentre Alvaro Soler è promosso, com’era facilmente prevedibile, solo nel canto di Camilo, mentre non ci aspettavamo un’interpretazione così altalenante da parte di Luca Zingaretti (lo zio Bruno) nonostante le convincenti prove in passato da talent di doppiaggio.

Assolutamente da dimenticare invece la prestazione di Angie Cepeda su Julieta Madrigal, la madre di Mirabel, doppiatrice del personaggio anche nella versione originale.

La Disney ha dunque provato a replicare i tempi di Saludos Amigos e I tre caballeros, con Clarence Nash e José Oliveira che doppiarono Paperino e José Carioca in più versioni, compresa quella Italiana, ma erano appunto altri tempi, dove si sceglieva realmente un doppiatore per il suo talento, e non per questioni di marketing.

Per questo motivo avevamo avuto per quei film un americano e un brasiliano che al leggio sembravano dei veri italiani, mentre con l’italiano della Cepeda le orecchie rischiano anche stavolta di sanguinare, e considerando il fatto che nella versione cantata è sostituita dalla grande professionista Giò Giò Rapattoni, tale scelta risulta ancor più inutile ed infelice.

Tornando alle cose serie, cioè ai professionisti, ottime le prestazioni di Nanni Baldini (padre di Mirabel), Ilaria De Rosa (Dolores), Gianfranco Miranda (Mariano), Doriana Chierici (signora Guzman), Cinzia De Carolis (signora Ozma), Renata Fusco (Pepa Madrigal) ed Ambrogio Colombo (Arturo) per quel che riguarda i personaggi adulti, ma Encanto è anche un film con tanti bambini.

Per i piccoli ruoli sono stati scelti nomi come Eva Morville, Francesco Raffaeli, Sofia Fronzi, Pilar Visconti, Alberto Vannini, Sofia Suarez Puertas, Federico Moretti e Sophie Murgia, mentre per i protagonisti, la piccola parte iniziale della giovanissima Mirabel è stata affidata alla dolcissima voce di Charlotte Infussi, mentre suo fratello Francesco è Antonio, uno dei talentuosi Madrigal, che si è rivelato molto bravo nel soffiato.

Talent a parte, un doppiaggio dunque promosso per direzione (Fiamma Izzo) e dialoghi (Roberto Morville), che si sono rivelati rispettosi dell’originale sentito in occasione della prima anteprima.

Perché non guardare Encanto

Oltre alla questione talent, forse non esistono dei veri motivi per non guardare Encanto. Magari il tucano poteva avere qualche scena in più, e ci chiediamo perché la Disney continui a riciclare in maniera troppo palese il design dei vecchi personaggi, dato che lo zio Felix è una versione più scura e piazzata di Maui di Oceania.

Almeno nella nostra versione, come accennato sopra, hanno avuto la geniale intuizione di farlo doppiare proprio da Fabrizio Vidale, voce del semi-Dio nel film di Ron Clements e John Musker.

E per concludere, Encanto non è chiaramente indicato a coloro che non amano i musical con più di tre canzoni.

Encanto è al cinema dal 24 novembre con Disney.

Regia: Jared Bush, Charise Castro Smith, Byron Howard Con: Alvaro Soler, Luca Zingaretti, Diana Del Bufalo, Angie Cepeda, Charise Castro Smith, Byron Howard, Stephanie Beatriz, Diane Guerrero, John Leguizamo, Wilmer Valderrama, Rhenzy Feliz, Rose Portillo, Juan Castano, Sarah-Nicole Robles, Hector Elias, Alan Tudyk, Olga Merediz Anno: 2021 Durata: 99 min. Paese: USA Distribuzione: Walt Disney

About Valerio Brandi

Guarda anche

tofu-in-japan-recensione-film-copertina

Tofu in Japan: La ricetta del signor Takano – Recensione

Tofu in Japan: La ricetta del signor Takano: Al cinema dal 19 dicembre con Academy …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.