Ema: Attesissimo, già atteso come capolavoro prima ancora dell’ingresso in sala, è uno dei Larraìn più difficili, respingenti e scarsamente accessibili. Esteticamente smagliante, ma depistante e forse, alla fine, irrisolto.
Il film segue la storia di Ema (Mariana Di Girolamo), giovane ballerina che decide di separarsi da Gastón (Gaél Garcia Bernal) dopo aver rinunciato a Polo, il figlio adottato che i due non sono stati in grado di crescere.
Per le strade di Valparaíso, la ragazza inizia una ricerca disperata di storie d’amore che l’aiutino a superare il senso di colpa, mantenendo al contempo un rapporto profondamente conflittuale con Gastón.
Ema, fin dai primi minuti, attira lo sguardo abbacinato dello spettatore grazie a immagini desideranti, erotiche, cesellatrici di un desiderio sofferto e sofferente, probabilmente impossibile, sicuramente soffocato.
È un cinema dichiaratamente lirico quello di Pablo Larraìn, lo è sempre stato (guardate ad esempio “Jackie” o “Neruda”), ma qui più che in passato urla a squarciagola la propria necessità di emergere dal buio del dolore, dagli abissi di una solitudine e di una perdizione perfettamente personificate nel personaggio di Ema, nel suo corpo sensuale e sfuggente.
Sarò franco: fino a metà non mi sono apparse per nulla chiare le dinamiche messe in campo e anche a film terminato mi è rimasta la sensazione di un quadro complessivo sfuggente, tasselli mancanti di un complesso terribilmente ellittico, di una narrazione in sottrazione come il primo Lanthimos, ma qui ancora più difficile da esplorare nella completezza di tutte le proprie dinamiche.
Larraìn occulta, scopre le carte del racconto troppo lentamente in rapporto all’urgenza metaforica sbandierata e rincorsa. Si nasconde dietro alla molteplicità di allegorie deduttive (la piromania di Ema), più interessato alla messinscena (provocatoria?) del corpo e dell’eros che del sentimento.
Un film respingente e anaffettivo, come la propria protagonista, come i dialoghi cattivi e dis-umani che attraversano tutto il film con cinica insistenza.
Anela alla libertà del sé, all’emancipazione di un io femminile, ma rimane confuso nella propria presa di posizione e lontanissimo dall’anima e dal cuore.
Distribuito da Eagle Pictures, su produzione e licenza Movies Inspired, il Bluray di Ema offre una trasposizione domestica che regala un quadro limpido che compiace per l’utilizzo della tavolozza dei colori e per la solidità generale.
Sul versante audio troviamo due tracce in 5.1 DTS HD MA, sia per il doppiaggio italiano che per la lingua originale. Entrambe svolgono diligentemente il loro compito.
Gli extra si limitano alla sola presenza di trailer. L’edizione include anche il DVD del film.