Dito at Doon: Arriva in Italia la nuova commedia romantica filippina, firmata dal regista JP Habac,e interpretata da Janine Gutierrez, JC Santos, Victor Anastacio, Yesh Burce e Ms. Lotlot De Leon. Ora visibile sulla piattaforma digitale TBAPlay.
Len (Janine Gutierrez), è annoiata e frustrata perché bloccata incasa da settimane a causa della pandemia; si sfoga pubblicando sui social quello che pensa circa le persone che lasciano le loro case nonostante l’avvertimento del governo di non farlo.
Ovviamente, si sente nel giusto: lei è rimasta a casa, ha trascorso il tempo come meglio poteva, curando le sue piante, frequentando le sue lezioni online e tenendosi in contatto con i suoi migliori amici. Ha il diritto di dire ciò che pensa sia giusto e difende a spadatratta le sue opinioni. Ma un commento sfida la sua logica costringendola a impegnarsi in una discussione virtuale con un perfetto sconosciuto.
Lo sconosciuto risulta poi essere Caloy (JC Santos), un amico di un amico, che è rimasto bloccato a Manila a causa della pandemia e ora lavora come corriere.
Cosa funziona in Dito at Doon
In Dito at Doon il regista JP Habac è fermo nel suo intento di voler esplorare come si è evoluta la vita sociale delle persone a causa delle limitazioni stabilite durante la pandemia.
Di sicuro, il film è ben piantato nella realtà attuale e quindi in un contesto pienamente riconoscibile, soprattutto da quando la pandemia ha costretto tutti a concentrarsi a rotazione su diverse forme di svago, come prendersi cura delle piante domestiche, o preparare il dessert perfetto.
A prima vista, sembra che Habac si accontenti di sfornare semplicemente una commedia romantica la cui principale deviazione dalla formula è la mancanza di fisicità a causa della pandemia; Habac, è però riuscito a concentrarsi sui desideri del cuore usandoli come un trampolino per esporre le ansie condivise di questi tempi difficili, in modo da non rendere mai la relazione (d’amore) tra i due amici virtuali il nucleo del film.
Le chiacchiere, le conversazioni virtuali rappresentate come fantasie di conversazioni effettivamente all’interno dello stesso spazio fisico e le connessioni crescenti, sono scorci di ciò che la vita avrebbe potuto essere senza la quarantena.
Perché non guardare Dito at Doon
Potrebbe darsi che il film vi lasci una sensazione conflittuale, forse perché Habac è riuscito a rendere il tutto così “carino” e sognante. E forse la vostra ferita legata alla pandemia è ancora aperta.