Home / RECENSIONI / Horror / A Classic Horror Story: ennesimo vano tentativo del cinema italiano di distinguersi – Recensione

A Classic Horror Story: ennesimo vano tentativo del cinema italiano di distinguersi – Recensione

A Classic Horror Story: Ci prova e ci riprova, ma finisce sempre lì: nell’auto-commiserazione, nella copia carbone dei modelli, nella revisione meta-tutto. Peccato, perché la partenza era ottima.

Cinque persone, conosciutesi tramite un’app di carpooling, viaggiano su camper fino a quando un incidente li fa schiantare contro un albero. Scoprono così di trovarsi in mezzo al nulla, in una radura al centro di un bosco sconfinato e nella quale si trova una casa sinistra e apparentemente disabitata. Si troveranno presto coinvolti in una setta dedita ai sacrifici umani, ma ci sarà anche dell’altro…

Cosa funziona in A Classic Horror Story

Funziona tutta la prima parte, col crescendo di tensione e l’accumulo di cliché che conosciamo dagli albori del new horror settantesco, ma splendenti di luce propria e di una regia funzionale alle iconografie e alla valorizzazione estetica. Parte proprio come una “classic horror story”, la storia che ci piace farci sempre raccontare di nuovo. È l’inganno eterno del cinema, in fondo.

Perché non guardare A Classic Horror Story

Sarebbe potuto essere un perfetto emulo esportabile del folk horror, invece si incarta in un finale meta-tutto sciattamente moralista e onnicomprensivo di temi e frecciatine (non manca l’italiano da spiaggia social-dipendente). E se la colpa del fallimento del genere viene data all’ipocrisia dello spettatore medio, è davvero difficile non rispondere con adeguati insulti.

In altre parole, si salvano regia, apparato tecnico e l’eccellente prova di Matilda Lutz (Revenge). Per il resto è robetta, un film che vorrebbe spacciarsi per intelligente e arguto ma rimane l’ennesimo vano tentativo del cinema italiano di elevarsi al di sopra dei generi (o distinguersi negli stessi).

A Classic Horror Story è disponibile su Netflix dal 14 di luglio.

Regia: Roberto De Feo, Paolo Strippoli Con: Matilda Anna Ingrid Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Will Merrick (II), Yuliia Sobol, Alida Baldari Calabria, Cristina Donadio, Francesca Cavallin, Justin Korovkin Anno: 2021 Durata: 95 min. Paese: Italia Distribuzione: Netflix

About Raffaele Mussini

Appassionato di cinema a 360°, bulimico di visioni fin da piccolo. Si laurea in Marketing, per scoprire solo qualche anno più tardi che la sua vocazione è la scrittura. Pubblica così due romanzi e un saggio di cinema, "In ordine di sparizione - Più di duecento film che forse non avete mai visto o che avete dimenticato", edito da Corsiero Editore. Sta lavorando a un quarto libro, ma nel poco tempo libero il cinema combatte duramente per farsi strada e conquistarsi il primato tra le sue passioni. Ama Malick, Scorsese e Mario Bava, tra i tantissimi, con una predilezione per l'horror e per il noir d'altri tempi.

Guarda anche

wicked-parte-1-recensione-film-copertina

Wicked: Parte 1 – Un musical incantato (ma non senza difetti) – Recensione

Wicked: Ah, malvagio: Parte 1 ! Finalmente. Il film diretto da Jon M. Chu, porta …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.