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Racconti di Cinema – End of Justice di Dan Gilroy con Denzel Washington e Colin Farrell

Ebbene, oggi recensiamo un film uscito, piuttosto inosservato, sui nostri schermi soltanto tre anni fa, ovvero End of Justice – Nessuno è innocente, intitolato in originale come Roman J. Israel, Esq.

L’attore che ne interpreta il protagonista omonimo è il grande Denzel Washington e Israel è, a sua volta, ovviamente l’eponimo del celeberrimo Stato d’Israele.

End of Justice – Nessuno è innocente dura due ore e due minuti. Ed è diretto da Dan Gilroy (Lo sciacallo – Nightcrawler). Autore anche della sceneggiatura originale.

In End of Justice – Nessuno è innocente si narra la strampalata, allucinante parabola di un avvocato penalista e idealista afroamericano (Washington), affetto dalla sindrome di Asperger, il quale ostinatamente, per via della sua riluttanza ad accettare compromessi, in quanto legato a un nobilissimo ma sorpassato codice morale cavalleresco (si fa chiamare lui stesso, infatti, esimio), dapprima verrà “sfrattato”, potremmo dire, dal suo studio, poi disperatamente cercherà lavoro, angosciosamente smarrendosi, sconsolato, in una Los Angeles tetra e opprimente. Ove svettano lucenti i grattacieli dei ricchi in contrasto agghiacciante rispetto alla miseria della povera gente che muore di fame. Una Los Angeles stupendamente fotografata da Robert Elswit (Il petroliere), abitata da un invisibile sottobosco di persone deboli intrappolate da un sistema giudiziario iniquo e assai cinico. Un’umanità marginale di uomini e donne che, essendosi spesso involontariamente trovati in circostanze sfavorevoli, hanno innocentemente e ingenuamente commesso reati più o meno rilevanti, quasi sempre però puniti con condanne, flagellanti pene e severissime, terrificanti punizioni detentive decisamente superiori a confronto della gravità del crimine da loro compiuto. Roman sceglie, fin dapprincipio, di stare dalla parte dei vulnerabili e forse, malgrado sarà assunto dal potentissimo George Pierce (Colin Farrell), direttore di un lussuoso e prestigiosissimo studio legale, a causa della sua visione del mondo, parossisticamente sin troppo impeccabile, presto finirà col perdere tutto. Al che, rabbiosamente mosso da una sete biblica di giustizia sociale, soprattutto nei riguardi del suo scalfito onore e del suo amor proprio ferito dagli squali d’una Los Angeles infernalmente spietata, sarà giocoforza obbligato a ribellarsi ai propri credo, infrangendo la legge. Sì, proprio lui, fiero paladino quasi messianico dei calpestati e oltraggiati diritti civili, portavoce roccioso e incorrotto dei sacri valori più alti e dell’inviolabile equità vilipesa, si trasformerà allo stesso tempo in vittima e carnefice, in difensore e perfino accusatore di sé stesso.

End of Justice – Nessuno è innocente è un film fortemente ambizioso per il quale Denzel Washington fu, per l’ennesima volta, candidato come miglior attore protagonista. Sebbene siano ancora in tanti a credere che Washington, nella cinquina dei nominati, in tal caso sia comparso semplicemente come rimpiazzo del più meritevole James Franco di The Disaster Artist. Il quale, come sappiamo, vinse il Golden Globe ma fu poi assurdamente ignorato dagli Academy Awards poiché, in concomitanza coi giorni antecedenti l’annuncio delle nomination, trapelarono a suo danno varie indiscrezioni infamanti che l’accusarono di alcuni, mai del tutto appurati, scandali sessuali. Detto ciò, l’interpretazione di Denzel Washington rimane notevole e ipnotica. Capace di reggere da sola un film dall’andamento spesso soporifero e assai retorico, didascalico e non di rado sinceramente noioso.

È infatti il carisma e il talento innato di Washington a renderci partecipi del personaggio da lui magistralmente impersonato poiché, a essere onesti, il character Roman J. Israel, Esq, a dispetto dei distinti valori da lui propugnati e perseguiti stoicamente, non è certamente un tipo simpaticissimo. Dan Gilroy, inoltre, lo filma senza uno sguardo pienamente autoriale che sia in grado di far sì che possa risultarci empatico. Insomma, ce lo fa apparire, più che come un valoroso idealista incedibile, come un fesso.

Nel cast, la bella Carmen Ejogo e uno straordinario Colin Farrell. Qui in forma fisica e attoriale meravigliosa. Musiche mosce e stranamente anonime di un James Newton Howard davvero poco ispirato.

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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