Ebbene, oramai ci siamo. La magica notte delle stelle è vicinissima.
Esattamente, l’imminente 9 Febbraio, al Dolby Theatre di Los Angeles, in California, si svolgerà la kermesse della novantaduesima edizione degli Academy Awards, denominati più comunemente Oscar.
Mentre Hollywood è in fibrillazione, mentre tutte le attrici e gli attori, fieri di sfilare sul red carpet, stanno già lottando, senza tregua, a colpi di sarti per indossare gli abiti firmati più prestigiosi, mentre l’alta moda sussulta, finemente cucendo ed elegantemente sfoderando smoking elegantissimi e paillettes delle più esuberanti e variopinte da esporre orgogliosamente e vanitosamente in bella vista, noi qui stileremo le nostre predictions. Ovvero le previsioni riguardo quelli che, a nostro avviso, saranno i vincitori.
Ora, dopo l’assegnazione dei Golden Globes, degli Screen Actors Guild Awards e dei premi BAFTA, abbiamo già un quadro piuttosto ben delineato dei nomi più papabili per le rispettive vittorie definitive.
Brevemente eppur dettagliatamente, ci soffermeremo su ogni singola massima categoria, sviscerandovi le nostre considerazioni, soppesandole e, dopo un’attenta, scrupolosa e soprattutto oculata meditazione estremamente obiettiva e ponderata, basandoci per l’appunto sui ricevuti riconoscimenti poc’anzi menzionativi, attenendoci quasi esclusivamente ai più attendibili pronostici dei cosiddetti allibratori esperti in materia, non trascurando però le nostre personalissime predilezioni, descriveremo ed elencheremo minuziosamente, nelle righe seguenti, ogni pellicola, attore e regista che reputiamo possa aggiudicarsi l’ambita statuetta dorata.
Potremmo ovviamente sbagliarci poiché, sebbene quest’anno i giochi sembrino già fatti e non ci pare, sinceramente, che possano esservi delle clamorose sorprese rispetto ai nomi oramai dati per assodati come sicuri vincitori, gli Oscar, soprattutto ultimamente, non mancarono di stupirci.
Pensiamo, per esempio, alla scorsa manifestazione quando vinse Green Book. Bellissimo film che però in pochi avrebbero immaginato che potesse meravigliosamente, in extremis, trionfare. Sbaragliando una concorrenza, forse, persino qualitativamente superiore.
In questa nostra analisi, partiremo ovviamente dalle categorie più importanti, vale a dire quelle del Miglior Film e del Miglior Regista.
Se dovessimo attenerci ai gusti del pubblico di più bocca buona e soprattutto affidandoci alle valutazioni della Critica più esigente, stando alle varie medie recensorie più alte, dovrebbe vincere Parasite. Reputato unanimemente il film capolavoro indiscutibile della stagione.
Noi tifiamo, segretamente, per Joker, la pellicola che, a livello di nomination guadagnate, cioè addirittura undici, parrebbe, in quanto a numeri da offrire, la favorita assoluta. E forse potrebbe finalmente vincere anche Quentin Tarantino col suo controverso eppur molto amato, soprattutto negli Stati Uniti, C’era una volta a… Hollywood.
Sarà l’anno dell’attesissima consacrazione di Quentin?
Purtroppo, no. Poiché quasi certamente vincerà Sam Mendes col suo 1917.
Il quale bisserebbe, aggiudicandosi un’altra statuetta dopo l’Oscar vinto, nel duemila, con American Beauty.
Passiamo ora alle categorie Miglior Attore e Miglior Attrice protagonisti.
A furor di popolo e meritatissimamente, il vincitore sarà Joaquin Phoenix. Che, per la sua interpretazione in Joker, già vinse, in maniera sacrosanta, tutti i premi possibili e immaginabili.
L’Oscar è già suo, Joaquin deve solo aspettare di sentire pronunciare il suo nome e di salire sul palco per recitare ancora una volta l’ennesimo discorso di ringraziamento.
Tutti i suoi avversari, infatti, cioè Antonio Banderas di Dolor y gloria, Jonathan Pryce de I due papi, Leonardo DiCaprio di C’era una volta a… Hollywood e soprattutto Adam Driver di Storia di un matrimonio (il rivale, tutto sommato, più temibile e agguerrito di Phoenix, l’unico che potrebbe contendergli lo scettro), sono onestamente spacciati, malgrado le loro prove, a eccezion fatta forse del sopravvalutato DiCaprio, siano state eccelse e notevoli.
Come miglior attrice vincerà Renée Zellweger di Judy. Però chissà…
Scarlett Johansson potrebbe darle filo da torcere sino alla fine.
Oppure, Charlize Theron, dopo l’Oscar da lei vinto per Monster, potrebbe con Bombshell soffiare all’ultimo secondo l’Oscar alla Zellweger?
Per la categoria miglior attore non protagonista, anche in questo caso la vittoria di Brad Pitt sembra soltanto una formalità da ufficializzare.
Ci piacerebbe che vincesse Joe Pesci. Che, col Russ Bufalino di The Irishman, ci donò un comeback memorabile da consegnare ai posteri.
Pesci però ottenne già la statuetta come miglior attore non protagonista per Quei bravi ragazzi.
Stesso discorso vale per Al Pacino. Già vincitore dell’Oscar per Scent of a Woman. E per Anthony Hopkins che impugnò e alzò al cielo l’Academy Award per Il silenzio degli innocenti.
Dunque, il non ancora oscarizzato Pitt, dopo le nomination come miglior attore per L’arte di vincere e per Il curioso caso di Benjamin Button, dopo aver perso come non protagonista per L’esercito delle 12 scimmie, stavolta è oramai a un passo dal farcela.
Laura Dern, invece, vincerà per la sua prova in Storia di un matrimonio.
Anche se, a dirla tutta, Kathy Bates di Richard Jewell le è una spanna decisamente sopra. Kathy Bates è la più grande attrice vivente, senza se e senza ma, in maniera inopinabile.
Il premio per la migliore sceneggiatura non originale se l’aggiudicherà Taika Waititi per Jojo Rabbit.
Potrebbero invece Todd Phillips e Scott Silver vincere per la sceneggiatura non originale (?) di Joker?
Ne dubitiamo. Poiché vincerà Bong Joon Ho per Parasite.
Lasciando a mani vuote Tarantino, comunque già vincitore due volte per Pulp Fiction e per Django Unchained.
A conti fatti, il grande sconfitto di questi Oscar sarà proprio The Irishman di Martin Scorsese.
A dispetto delle dieci candidature ottenute, siamo pressoché convinti che potrebbe addirittura non vincere neppure un Oscar.
Non perché non meriti di vincerne, bensì perché Scorsese è oramai una leggenda vivente e si preferirà premiare altri film.
E questo è quanto.