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Inland Empire – Recensione del Bluray del capolavoro assoluto di David Lynch con Laura Dern, Jeremy Irons e Justin Theroux

Inland Empire – L’impero della mente: Ci sono voluti alcuni mesi di gestazione in più ma ora questa grande opera d’arte è tra noi.

Ebbene, è finalmente disponibile il Bluray italiano di uno dei massimi film della storia del Cinema, sì, lo è.

La più volte rimandata edizione in Bluray Disc di Inland Empire – L’impero della mente, è ora tra le mani dei collezionisti in edizione a tiratura numerata e limitata con un nuovissimo Master HD approvato dallo stesso David Lynch, il creatore, ideatore, ovviamente regista e produttore, assieme alla sua inseparabile compagna artistica, Mary Sweeney, di tale leggendaria pellicola oramai epocale assurta a totem avanguardistico della più rinomata vetta monumentale della fabbrica dei sogni, fin dapprincipio, ovvero sin dalla sua primissima presentazione in anteprima mondiale all’indimenticabile 63ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, avvenuta nel fatidico giorno del 6 Settembre 2006, dì nel quale Lynch fu omaggiato col sacrosanto Leone d’oro alla Carriera, entrata di diritto fra le invincibili e inscalfibili, inamovibili pietre miliari della Settima Arte intesa nella sua forma più superlativamente maiuscola e vertiginosamente mastodontica.

Un capolavoro indiscutibile per il quale la parola capolavoro ci pare addirittura riduttiva e sminuente l’immensamente encomiabile grandezza immane di Inland Empire – L’impero della mente.

Inland Empire, signore e signori, l’impero della mente di Lynch stesso al suo zenit follemente creativo più smisuratamente eccentrico, mrBizzaria per eccellenza asceso nel firmamento stellato degli dei cinematografici più spaziali, esploso in un filmato sogno-incubo armonico dei più altissimamente deliziosi, detonatosi in squisito, gigantesco formato stravaganza culturalmente pop più esotericamente eccelsa.

Trama, cioè in verità un pretesto straordinariamente bugiardo dietro al quale, con la scusante d’un vago, comunque già misterico, intreccio che, nella prima, esatta ora, pare assumere una connotazione diegetica approssimativamente “normale”, nelle restanti due ore di tale opera sconfinatamente perlacea della durata, per l’appunto, di 180 min. circa, volutamente si sfilaccia, si spezzetta, dà in escandescenza e poi repentinamente, a mo’ di visive, allucinatorie serpentine superbe, si ricompone mestamente in modo pacatamente e liquidamente languido.

Comunque sia, non dilunghiamoci, ecco la trama. Sintetizzata per quanto il termine riassumibile, in tal caso, coincida con impossibile:

Nikki Grace (una Laura Dern mai così bella a brava, altro che il suo immeritato Oscar tardivo per il sopravvalutato, così come la sua performance sovrastimata, Storia di un matrimonio), attrice che vive in una lussuosissima villa alle pendici di Hollywood, viene scelta per interpretare il remake particolare di un film maledetto mai completato, intitolato Il buio cielo del domani.

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A sua insaputa però, in quanto inizialmente ignara, il film per il quale è stata designata altri non è che un rifacimento sui generis, come detto, d’una pellicola su cui aleggia il fantasma d’una maledizione somigliante, se vogliamo giocare di suggestivi parallelismi meta-cinematografici, a quella del tremendo La Fin Absolue du Monde, il bramato film maledettamente orrendo tanto ricercato da Udo Kier del superbo Cigarette Burns di John Carpenter.

Diretta dal gentile e balzano Kingsley (un Jeremy Irons in ottima forma), che è accompagnato dal suo braccio destro squattrinato e disgraziato, Freddie Howard (il compianto Harry Dean Stanton, ex attore feticcio di Lynch per antonomasia), Nikki si trova a recitare a fianco della giovane, affascinante promessa attoriale maschile di nome Devon Berk, forse Billy Side? (Justin Theroux).

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Un suo spasimante nella realtà o solo un fittizio, anzi, un insulso fantoccio innamorato di lei solamente in una finzione che tale potrebbe anche non essere? Essendo probabilmente invece una speculare realtà parallela da lei captata e vista attraverso l’ottica, forse a sua volta deformante, d’un sogno, ripetiamo, paurosamente bello in cui si riflette e dove le sue emozioni si fratturano e si rifrangono ininterrottamente? Forse soltanto frutto della sua alterata, confusissima mente squagliatasi nei suoi deliri a loro volta cagionatele da un marito perfido subdolamente?

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E lei stessa, Nikki, è davvero Nikki o Susan Blue, oppure è Alice in Wonderland?

E i conigli antropomorfi alla TV chi sono?

Nikki diventa una donna digitalizzata nel morphing?

È un sogno quello che sta vivendo e ciò che stiamo vedendo oppure è un magico incubo terribile ad occhi aperti?

E se avesse avuto ragione, invece, la poco di buono, rimbambita “strega” sua vicina di casa interpretata dalla grande Grace Zabriskie?

La dimenticanza è quindi rifiorita nella fluorescente, fiorita reminiscenza caleidoscopica delle sue più ancestrali memorie rimosse ed ora, come per magia, coloratamente riemerse in tutto il loro abbagliante terrore estasiante?

Chissà…

Nel cast, fra i tanti, per meglio dire fra i cammei, Julia Ormond, Diane Ladd (madre, nella vita reale, di Laura Dern, Cuore selvaggio docet), Mary Steenburgen, William H. Macy, Laura Harring, Kristen Kerr, Nastassja Kinski e le partecipazioni straordinarie delle “voci” di Naomi Watts e dello stesso Lynch non accreditato, qui anche montatore.

Ribadiamo, Inland Empire è un capolavoro immenso.

Inutile aggiungere altro.

Inutile “spiegarlo”.

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Prodotto e distribuito da CG Entertainment, in collaborazione e su licenza di BIM Distribuzione, il bluray di Inland Empire – L’impero della mente, dopo tanta attesa dei partecipanti alla campagna crowdfunding, che hanno aderito alla sua realizzazione tramite il progetto STARTUP della stessa CG, è giunto nelle nostre case in una edizione praticamente perfetta dal punto di vista video e audio, accompagnato da un preziosissimo Booklet, il vero extra di questa bellissima edizione, con un saggio scritto da Matteo Marino in cui viene analizzato il significato più profondo dell’opera.

Incredibile ma vero, la versione italiana è al momento la migliore edizione sul mercato per quanto riguarda il comparto video e audio dell’opera. Questo grazie come già detto all’inclusione del nuovo Master realizzato da Studio Canal, per una futura versione internazionale, realizzato in collaborazione con lo stesso David Lynch.

Un video che vi ricordiamo, nasce da una fonte di girato digitale in SD tuttavia il risultato finale e sorprendente e ci mostra un dettaglio morbido, ma solidissimo, accompagnato da una grana, probabilmente aggiunta al tempo in post produzione, che oggi si mostra in tutta la sua organicità.

Sul versante audio troviamo due codifiche in 5.1 DTS HD Master Audio di ottima qualità, sia per il doppiaggio italiano che per la lingua originale inglese.

Totalmente assenti gli extra ma quando hai tra le mani un capolavoro artistico del genere, in una edizione praticamente perfetta, tutto passa in secondo piano.

Inland Empire – L’impero della mente è stato realizzato con il progetto crowdfunding di CG Entertainment ed è al momento un’esclusiva del loro sito realizzata con il contributo d’acquisto dei collezionisti.

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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