Doveva uscire lo scorso 19 marzo, ma il lockdown dovuto al Covid-19 ha fatto slittare tutto al 2 luglio 2020, giorno in cui Il Delitto Mattarella di Aurelio Grimaldi è finalmente uscito nei cinema distribuito da Cine 1 Italia.
Palermo, 6 gennaio 1980. Ultimo giorno delle feste natalizie di quell’anno, ma anche l’ultimo della vita di Piersanti Mattarella, in quel momento presidente della Regione Sicilia.
Un giovane ragazzo lo colpisce a più riprese a colpi di pistola, avendo pure il tempo di cambiare arma dato che, proprio per quel giorno, il politico aveva rinunciato alla propria scorta personale.

L’omicidio è subito associato a Cosa Nostra, l’organizzazione mafiosa che Mattarella da tempo combatteva in maniera energica e senza compromessi. Ma come tante tragiche storie di quel periodo, probabilmente dietro a quell’esecuzione ci sono anche altri mandanti…

Cosa funziona ne Il Diritto Mattarella
Grimaldi, regista che ha già trattato quel periodo storico in lungometraggi come “Se sarà luce sarà bellissimo” (dedicato al rapimento di Aldo Moro), parte subito con il momento più crudo e triste della storia, una scena di forte intensità rappresentata come venne descritta all’epoca dalle testimoniante di Irma Mattarella, che in questa occasione è stata degnamente interpretata da Donatella Finocchiaro.
Prima personificazione da lodare in un cast davvero fedelissimo geograficamente parlando, dato che è composto quasi del tutto da attori e attrici siciliane.

Ad interpretare il fratello maggiore dell’attuale Presidente della Repubblica Italiana è David Coco, anch’egli già esperto in fatto a film che riguardano i crimini mafiosi come “Placido Rizzotto”, affiancato da tre altri grandi attori provenienti dalla Sicilia, Leo Gullotta, Tuccio Musumeci e Tony Sperandeo, nei panni dei tre politici Rosario Nicoletti, Salvo Lima e Vito Ciancimino, personaggi storici decisamente lontani dalla famiglia Mattarella.
Un gruppo di attori (che si avvalgono più di una volta del siciliano stretto, tanto da rendere necessari i sottotitoli) unito da altri elementi importanti, come una sapiente regia che sa coniugare perfettamente la narrazione del presente e i flashback, e una accurata scelta delle location, tra palazzi e monumenti storici, e luoghi selvaggi siciliani. Ciliegina sulla torta la scelta di non far dire a Umberto Cantone, interprete di Giulio Andreotti, neanche una battuta nonostante compaia spesso in scena, a rappresentare i tanti oscuri segreti che l’esponente della Democrazia Cristiana si è portato con sé nella tomba.

Perché non guardare Il Diritto Mattarella
Se proprio dobbiamo riempire questa categoria, possiamo dire che l’unico “difetto” di questo film sono le scene romanzate, per il semplice fatto che molte verità sugli omicidi di stampo mafioso di quel periodo sono ancor oggi sconosciute. Un limite che lo stesso Aurelio Grimaldi non ha avuto problemi ad evidenziare. Sia nelle scritte finali, poco prima dei titoli di coda, che in conferenza stampa alla Casa del Cinema di Roma.