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Un’Avventura, recensione del musical italiano ispirato alle canzoni di Lucio Battisti

Un’Avventura: In sala da questo weekend per Lucky Red, l’attesissimo film con Michele Riondino e Laura Chiatti che interpretano i brani storici di  Battisti e Mogol in questo musical italiano diretto da Marco Danieli.

Un’Avventura è alla base molto più che il solito prodotto celebrativo-santificatore che periodicamente trova la strada della distribuzione (il recente film su Mia Martini esempio facile). Il film, scritto dalla factotum televisiva Isabella Aguilar ed affidato al quasi debuttante Marco Danieli (in cerca di conferma dopo La Ragazza Del Mondo), è un autentico blockbuster, una produzione studiatissima e una volta tanto perfettamente sensata.

Un’Avventura segna infatti il tentativo di riappropriarsi della tradizione nostrana del “musicarello”: quel sottogenere figliato negli anni ’60 in Italia come risposta nostrana ai musical classici di Hollywood e all’ondata pop-rock anglosassone. Film ovviamente da poco, pensati e girati in ottica puramente industriale, dominati dai volti più noti della musica d’epoca (da Caterina Caselli a Celentano, da Mina a Little Tony). In un  periodo in cui la necessità di svecchiare e ritrovare i “generi” è un’urgenza, era giusto che presto o tardi si arrivasse anche al musicarello, dopo tanto action e tanto fantasy. Un’Avventura, almeno nelle intenzioni, rappresenta proprio questo.

Come sbandierato in ogni maniera, Un’Avventura è un musical che, con la consulenza di Mogol, si impone di celebrare le canzoni di Lucio Battisti in un film d’epoca. La storia è un piccolo classico in sé, ancora oggi più fresco che mai: una coppia che si forma, tanti anni di matrimonio, la società che cambia, la passione giovanile che si spegne nella routine e nei tradimenti, la nostalgia dell’amor perduto. I protagonisti sono due archetipi: Matteo (Michele Riondino) e Francesca (Laura Chiatti) vengono dallo stesso paesino del Sud; in periodo sessantottesco, lei è una stereotipatissima figlia dei fiori, lui un timido borghese. Si innamorano, vanno a Roma, iniziano a lavorare, vanno incontro a compromessi, si tradiscono (lui con Valeria Bilello, lei con Thomas Trabacchi), si separano, si fanno bilanci di vita. Dieci canzoni di Lucio Battisti scandiranno la loro storia.

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Cosa funziona in Un’Avventura

Lo spunto da cui Un’Avventura prova a riavvolgere il mezzo secolo che separa gli eventi narrati dall’oggi (lo stesso periodo di tempo separa le ultime produzioni musicali italiane da questo tentativo di riesumazione) è buono. Nulla di stupefacente, ma in fase di concept mostra quantomeno una certa consapevolezza delle maniere in cui il genere si è evoluto da allora: c’è ovviamente Across The Universe, modello dichiarato; ma c’è anche l’amarezza esistenziale di La La Land, riadattata in un plot che ricorda vagamente il C’Eravamo Tanto Amati di Scola (a sua volta figlio di Come Eravamo di Pollack). Punti di riferimento sia classici che contemporanei, che segnalano la discreta ambizione produttiva del film di Danieli: non il solito prodottino per fan, ma la volontà di confrontarsi con le tendenze internazionali del musical moderno, unico modo per provare a svecchiare una cinematografia bloccata da trent’anni.

Perché non guardare Un’Avventura

Purtroppo, le buone intenzioni alla base di Un’Avventura si scontrano presto con il problema dell’avere come figure putative non Damien Chazelle, ma Little Tony e Caterina Caselli. Non solo ogni proposito di svecchiamento scompare, ma il film sembra consapevolmente intenzionato a confermare ogni preconcetto negativo che il pubblico ha di questi prodotti. Al netto di uno sguardo d’insieme fastidiosamente paternalista (a partire da dialoghi e personaggi: presunte anime ribelli che parlano e ragionano come i Cesaroni – incongruenza che diventa palese nel personaggio “politico” di Laura Chiatti), c’è una carenza tecnica di fondo. Non si fanno da troppo tempo questi film, per ripartire all’improvviso. Manca il senso stesso della musica: i brani di Battisti sono limitati a sketch brevi, concepiti come un numero da varietà sanremese. Tirati via, coreografati in maniera dozzinale, e soprattutto marginali, quando dovrebbero essere il motore del racconto.

Tanto, troppo spazio Un’Avventura lo concede invece alla storia e allo sviluppo dei personaggi. Che sono però un problema: oltre ad essere visibilmente fuori età per il ruolo di giovani sessantottini, nessuno dei due protagonisti brilla per magnetismo o raffinatezza. Laura Chiatti in particolare appare in totale difficoltà, specie nel drammatico confronto con Valeria Bilello (la migliore del cast). Intensa e stupenda la “spalla”, sgradevole e fuori ruolo la presunta diva del film, piagata da un personaggio nonsense scritto per accumulo di stereotipi (una specie di hippie che ha fatto l’immancabile “viaggio in India” e disprezza il posto fisso, ma che professa la sacra necessità del matrimonio e ovviamente della maternità).

C’è troppa soap opera in Un’Avvenura, troppe scene madri per due personaggi insopportabili e mal scritti, troppa poca musica. Il film è il primo approccio dopo mezzo secolo al mondo del musical di alto profilo. Se è da qui che bisogna ripartire, c’è molto da lavorare.

Regia: Marco Danieli Con: Laura Chiatti, Michele Riondino, Valeria Bilello, Thomas Trabacchi Anno: 2019 Durata: 95 min Paese: Italia Distribuzione: Lucky Red

About Saverio Felici

(Roma, 1993) Lavora nei campi dell'editoria e della produzione audiovisiva. Scrive e collabora tra gli altri con Point Blank, Nocturno e Cineforum.

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