Ebbene, siamo solamente a metà Ottobre 2019 ma ci pare giusto già parlarvi, in questo lungo articolo, dei film, dei registi e degli attori più papabili che concorreranno al premio cinematografico inconfutabilmente maggiormente ambito, ovvero l’Academy Award, più comunemente noto come Oscar.
Oramai, tutte le pellicole potenzialmente più eleggibili di possibili, numerose nomination sono state presentate. Su per giù, sì, tranne qualcuna.
Vuoi ai festival maggiormente prestigiosi come quelli di Cannes, Venezia e Toronto, vuoi perché sono uscite già in sala.
Dunque, possiamo fervidamente asserire d’aver già inquadrato i lungometraggi e i loro rispettivi registi e interpreti che, in linea di massima, entreranno a far parte dei giochi, come si suol dire.
A farla da padrone alla nuova cerimonia degli Oscar che si terrà nella sfavillante notte delle stelle del 9 Febbraio 2020, sì, decisamente prima rispetto al solito, dato che come consuetudine gli Oscar vengono consegnati verso fine febbraio o persino a metà marzo, sarà l’annunciatissimo The Irishman di Martin Scorsese.
Accolto, difatti, da critiche unanimemente entusiastiche, ottenendo una media recensoria su metacritic.com dell’impressionante 94% di voti straordinariamente lusinghieri, il colossal targato Netflix con Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, senz’ombra di dubbio, appare ai cosiddetti allibratori, in fatto di pronostici, la pellicola da battere.
Una pellicola già epocale, un gangster movie di portata monumentale subitaneamente ammantata della lucente aura di capolavoro magnifico.
Un film della durata di 3h e 29 min. che, dopo l’anteprima mondiale tenutasi al New York Film Festival e la roboante première di Londra, verrà proiettato prossimamente all’imminente Festa del Cinema di Roma. Dunque, anche gli italiani spettatori paganti e gli accreditati nostrani potranno usufruire della possibilità unica e irripetibile di visionare, ancor prima della sua release in streaming su Netflix del 27 Novembre, quella che viene celebrata come una fulgida opera grandiosa assolutamente irrinunciabile.
The Irishman è il favorito numero uno, quindi, per la vittoria finale come Miglior Film, malgrado non siano in pochi a profetizzare che assisteremo, come sempre, a una feroce battaglia fra cineasti titanici.
In tanti, infatti, sono convinti che, per quanto concerne la categoria di miglior regista, potrebbe spuntarla Quentin Tarantino col suo C’era una volta a… Hollywood, anziché Scorsese.
C’era una volta a… Hollywood, negli States, è stato un film amatissimo.
A differenza, invece, di quanto accaduto qui da noi in Europa, ove la Critica s’è spaccata fra coloro che estasiati, lodando il lavoro di Quentin, l’hanno esaltato, ritenendolo un film bellissimamente malinconico e imperdibile, e invece i violenti detrattori che l’hanno impietosamente, duramente stroncato.
Sembra ovvio che il film di Tarantino sarà il più agguerrito rivale di The Irishman e riceverà, di conseguenza, una notevole incetta di candidature.
Sebbene appaia, altresì, altamente, paradossalmente probabile che proprio il suo protagonista, vale a dire Leonardo DiCaprio, potrebbe rimanere all’asciutto. Cioè Leo rischia fortemente di venire escluso per quanto riguarda la nominaton come Best Actor.
Categoria per cui, a detta dei bookmakers, risultano molto più convincenti, in effetti, altre prove recitative. Che qui elencheremo.
Ecco, i pretendenti assoluti per impugnare la statuetta alla notte degli Oscar, sono naturalmente Joaquin Phoenix per Joker e De Niro per The Irishman. Saranno loro a fronteggiarsi senz’esclusione di colpi.
Phoenix però non ha mai vinto l’Oscar mentre De Niro, come sappiamo, di Oscar ne ha già due e la sua leggendaria iconicità di attore monstre e d’indistruttibile mito vivente non ha bisogno ulteriormente d’acclararla con un altro superbo trionfo.
L’Academy privilegerà dunque Phoenix. È incontrovertibile che, dopo le sue candidature discutibilmente andate a vuoto per Il gladiatore, The Master e Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line, sia il suo anno. A fare un po’ da belle statuine, eh eh, è il caso di dirlo, saranno gli altri candidati. Cioè Antonio Banderas di Dolor y gloria, Jonathan Pryce de I due Papi e Adam Driver di Storia di un matrimonio. Sì, potremmo anche sbagliarci ma gli altri nominati, oltre a Phoenix e De Niro, saranno precisamente gli attori appena menzionativi.
Per la categoria di migliore attore non protagonista, sarà un affascinante duello fra Brad Pitt e Al Pacino. Col primo che, non avendo mai vinto, (qui, vale lo stesso fattovi poc’anzi per Phoenix), è leggermente più avanti nelle quote rispetto ad Al.
Ora però facciamo un necessario passo indietro e brevemente soffermiamoci sul premio per la migliore attrice.
Pressoché all’unanimità sono sicurissimi che a vincere l’Oscar sarà Renée Zellweger per la sua immedesimazione in Judy Garland nell’osannato biopic dedicatole da Rupert Gould, chiamato, per l’appunto, Judy.
Alquanto distanti, nella cosiddetta Oscar Race, figurano Scarlett Johansson di Storia di un matrimonio e Saoirse Ronan del Piccole donne di Greta Gerwig. Comunque, le più temibili rivali della Zellweger.
Passiamo adesso al premio per le sceneggiature, originali e non.
Per la migliore sceneggiatura originale, perché no, potrebbe vincere ancora una volta il già citato Tarantino. Il quale, se così fosse e avvenisse, dopo aver già vinto a mani basse per Pulp Fiction e Django Unchained, rispettando perfettamente il proverbio non c’è due senza tre, intascherebbe la terza statuetta pregiatissima.
Per la sceneggiatura non originale, sarà una robusta sfida, diciamo, fra Steven Zaillian, autore dello script di The Irishman, tratto dal libro I Heard You Paint Houses di Charles Brandt, e Joker. Sì, per quanto la sceneggiatura di Joker, firmata da Todd Phillips e Scott Silver, sia strepitosamente originale e ammirevolmente innovativa, fa comunque inevitabile riferimento dichiarato ai characters partoriti dall’esuberante e variopinta fantasia fumettistica dei suoi inventori, ovvero Bob Krane, Bill Finger e Herry Robison.
E questo è quanto. Per le categorie “minori”, aspettiamo i responsi. Noi conosciamo già, eh sì, i verità chi saranno i vincitori ma non vogliamo e non possiamo sbilanciarci troppo.
Desideriamo creare suspense…, come si confà a tale circostanza.
Ovviamente non è vero. Ma gli Oscar sono un gioco, una lotteria e ci piace credere di avervi segretamente, magicamente azzeccato. Non solo nelle previsioni. Sulle quali, comunque, possiamo mettere la mano sul fuoco che rispetteranno i nostri calcoli. Eh eh.